Hanno detto che si sono conclusi i giochi.
Proprio sul 33 rosso.
Mi hanno anche detto,
di aggiungere un mio alibi da servo
ad ogni dente della ruota.

Il sidro è fiele
i fiori muffa,
e le parole stanno ai coltelli,
come i coltelli alla carne:
il pellegrino piega il capo alla fonte,
e la fonte è secca.

Possa il meccanismo fare il suo corso,
anche senza questo sproposito d’ anime trite
legate assieme da raccogliticci fili.

Il mistero del tuo seno,
era solo un po’ di vento fra le solite fronde.
L’alcova della tua cultura brucerà così in fretta,
che ti sentirai senza pelle
e senza un posto dove portare le tue pretese.
Hai corso la tua lingua oltre i confini
che erano tracciati da un’antica mano di saggezza,
adesso passerai la mano,
e dovrai pagare per ogni singola parola.

Quando il cielo si scuce e detonano le ragioni,
per la strada vedi solo fuochi di paglia,
il prossimo non ti chiede più scusa,
la peggiore delle giornate
ha portato il suo sorriso sardonico
da stipite a stipite della tua soglia.
Il suono delle campane sembra
“o-con-noi- o-contro-di-noi”,
lo so bene,
ma non sai ancora il peggio:
i fiumi hanno un delta all’omega
di una lancia insanguinata –
senza corsi di credenziali o ragioni aggiunte,
che si gettino al grande blu.

Lubrificati senza queste dita,
bevi il calice di un altro sogno infestato,
cuci un’altra tela da scucire.

Massimo Triolo
"Meglio regnare all'Inferno,che servire in Paradiso"

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1 Commento

  1. cuci un'altra tela da scucire... il mito di Penelope rimanere nei secoli.. eh già... (per dirla alla Vasco Rossi....)


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