La voglia di andare via è come una corda penzolante che si fa fatica ad afferrare e sembra l’unica salvezza. Io ce l’ho, mi sta seduta sulle spalle e mi dice di fare presto. Presto che non c’è più tempo, perfino il vento è stanco, i fazzoletti stanno per finire e ogni giorno che passa sembra separarmi da quello che ho sempre voluto. Questo sentirsi fuori posto, fuori luogo, nel momento sbagliato. Il pensiero continuo di come tutto era diverso. La voglia di tornare finalmente a casa dove non ce n’è mai stata una perché non ci si è dati il tempo di costruirla.

Adesso preme di più quella domanda che chiede sempre… cos’è che vuoi davvero? Forse è colpa della primavera che in questa stagione è sempre troppo lontana e ci chiediamo se arriverà ancora anche quest’anno e ci troverà vivi.

Forse è colpa di un abbaglio che illumina tutto da lontano e poi magari da vicino… chissà se perdendo tutto quello che non voglio poi mi mancherebbe un giorno.

C’è un solo modo per scoprirlo e non è questo. Questo girare su se stessi aspettando un altro segno.

Ripenso alle matite colorate che mettevo in ordine nell’astuccio, al primo giorno di vacanza dopo un anno intero quando andavo a cercare nelle case dei vicini in riva al mare se era arrivato qualcun altro oltre me proprio quel giorno. Ripenso ai miei pensieri di ieri, a com’erano uguali ad oggi eppure così diversi.

La paura che avevo ogni volta a dire quello che pensavo, nel dubbio che magari non era giusto, che potevo pensarlo meglio…

Ricordo gli acquazzoni l’estate quando era bello infilarsi la felpa dopo tanto caldo perché era una cosa così rara… perché la pioggia mancava da tanto… ma adesso no, adesso piove troppo spesso e l’acqua si fa guardare da dietro un vetro appannato che offusca la visuale.

Ci sono state piogge meravigliose, tanto belle che pareva ci fosse il sole, ma adesso no, adesso servirebbe la luce per capire cos’è nascosto dietro quello sguardo basso.

Bisognerebbe guardare di più l’orizzonte per capire da quante angolazioni diverse si può guardare il mondo… dicono che non serva andare via a volte, eppure a volte serve ad avere cose nuove da guardare di cui sapersi ancora stupire e perché no, anche stancare.

Karen Lojelo

Karen Lojelo
Karen Lojelo
Karen Lojelo, nasce a Roma il 25 giugno del 1976. Ha pubblicato 'L’amore che non c'è' romanzo 2008), la raccolta di poesie 'Binario 8' e 'l'ebbrezza del disincanto' (romanzo 2012). Nel 2013 è andato in scena uno spettacolo teatrale scritto da lei: Riflessi con la regia di Virginia Pavoncello. Nel 2018 è uscito il romanzo 'Non ti scordar di te' edito da Viola editricee vincitore del premio speciale della giuria al concorso internazionale Montefiore, subito dopo 'Margherita' una raccolta sui generis di racconti e monologhi su questo personaggio immaginario e dedicata alla sensibilità femminile. A novembre 2018 viene pubblicata una nuova edizione indipendente rivisitata e corretta di 'Binario 8', poesie strettamente collegate con i racconti di 'Margherita'. A breve è prevista anche l'uscita di un'antologia di racconti da lei curata con la partecipazione di altri scrittori tra cui nuovi autori e nomi noti. Gestisce un sito multi autore che promuove la scrittura e l’arte in tutte le sue forme //www.wordshelter.it/ Il suo sito personale //www.karenlojelo.it/

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8 Commenti

  1. bello scorcio di vita, di un particolare momento...statico
    ci vuole qualcosa che rompa un equilibrio troppo noioso, un acquazzone estivo, e perche no, qualche caldo giorno di sole a rompere l''agonia della pioggia
    qualcosa che ci sorprenda ...

  2. Bella Karen mi hai fatto tornare indietro al tempo in cui l'acquazzome estivo era una presenza tangibile era materia sensibile dentro la tua giornata era attesa riparo tempo reinventato occasione per fermarsi e raccontarsi sotto una tettoia al riparo e aspettare il futuro. Grazie.

  3. Notevole, come sempre. 😉

  4. "Andare via da li, per cambiare tutto, per trovare un nuovo punto di vista, qualcosa che ti sorprenda e ti faccia sentire viva... perchè dove sei tutto è fermo e quella pioggia annulla ogni percezione... e c'è una corda ti dice di fare presto..."
    Bella...


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