Allattamento un gesto naturale

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Sono diventata da poco madre e sto allattando la mia bambina al seno.
Spesso quando incontro delle persone mi domandano, oltre alle solite informazioni, se le sto dando il mio latte. Quando rispondo di sì, moltissimi dicono: brava, bravissima, come se per loro stessi facendo la cosa più complicata del mondo.

Non ho mai riflettuto più di tanto su questo loro atteggiamento, fino a quando, ieri sera, navigando nel web per cercare di risolvere un piccolo problema della mia bimba, non mi sono imbattuta in questo articolo pubblicato in un sito femminile. L'articolo riguardava i vantaggi dell'allattamento al seno ed aveva la pretesa di elogiare tale pratica, ma era di per sé impostato male. Perché anziché mettere in evidenza il fatto che allattare è la cosa più naturale del mondo come respirare, lo indicava appunto come una scelta visto che iniziava con queste parole: se stai esitando tra l'allattamento naturale o artificiale...

La cosa che inizialmente mi ha lasciato perplessa è stato proprio questo termine: esitare. Se non sai che tipo di allattamento dare a tuo figlio puoi scegliere tra questi metodi...
Devo essere sincera. Non ho mai pensato che potessi scegliere. Né tanto meno che fossi obbligata ad allattare. Ho sempre e solo pensato che fosse normale e naturale farlo. Non ho mai considerato il fatto di privare la mia creatura di tale sostentamento ed ho sempre creduto, a questo punto ingenuamente, che se una donna non lo fa è solo perché impossibilitata da problemi fisici, come per esempio la mancanza di latte, una malattia e quindi l'assunzione di farmaci che renderebbero l'alimento dannoso o in caso di latte poco sostanzioso.

Molte donne, e non solo attrici o star, decidono di non allattare per non rovinare il proprio seno. Molte altre non tollerano il fatto di stare a disposizione 24 ore su24 dei piccoli famelici e risolvono e ritrovano la propria libertà mescolando della polvere ed aggiungendo acqua in un biberon da piazzare direttamente nella bocca del pargolo affamato. Altre ancora, se hanno già un altro bimbo piccolo,  per non farlo ingelosire, preferiscono rinunciare, ritenendo questa pratica troppo intima, troppo esclusiva, e delegano così la poppata a chiunque sia in grado di tenere un biberon in mano. Ci sono poi donne che non vogliono far ingelosire il marito o trascurarlo e questa è una delle motivazioni più assurde e terribili che abbia letto.

Non voglio giudicare chi appunto non se la sente, perché come si legge alla fine di questo articolo, meglio una madre felice che stressata, ma vorrei riflettere sul fatto che in questo momento anche un nostro istinto più naturale, anche un gesto così privo di controindicazioni, è diventato in questa società motivo di scelta.
La scelta che prende il sopravvento sulla naturalezza e che diventa a questo punto nient'altro che presunzione.

In Italia solo il 70% delle donne scelgono di nutrire il bambino in questo modo. L'altro 30% a questo punto non lo fa per i motivi di cui sopra.

Quando ero in attesa pensavo che mi avrebbe dato fastidio, a livello fisico, allattare, ma dal primo istante di vita di mia figlia, tutti questi pensieri-civetta si sono dissolti in un men che non si dica.
Mia figlia ora ha un mese e qualche giorno. Come tutti i neonati interagisce poco e niente con il mondo esterno e trascorre moltissime ore dormendo. L'unico momento di vederla sveglia e attenta è appunto quando ha fame o quando viene cambiata. Non mi perderei per niente al mondo questi momenti. Quando l'accosto al mio seno e afferra affamata il mio capezzolo incominciando a succhiare, il mio cuore si colma di pace. L'osservo attentamente cercando di carpire ogni sua sensazione, la guardo crescere giorno dopo giorno e ora dopo ora. L'accarezzo, le pulisco il visino, le afferro le manine e le accorcio con la bocca le unghie piccole e taglienti. Questo è un momento unico, speciale, in cui posso stimolarla e parlarle.

Perché mai una donna dovrebbe scegliere di privarsene?

Che cos'è questa stupidità che imperversa e che si nasconde dietro la nostra pseudo intelligenza se non un atteggiamento che ci fa retrocedere di  mille anni nella scala dell'evoluzione?
I vantaggi di questa alimentazione sono molteplici, sia per la mamma che per il bambino. Alla mamma dona, e non è poco,  una sensazione di completezza e di unione con il bambino;  dare il seno provoca la produzione di endorfine, gli ormoni del benessere, che hanno un effetto naturalmente antidepressivo e quindi molte depressioni post-parto o il cosiddetto baby blues potrebbero essere evitate. Da non sottovalutare la  perdita di peso progressiva. L’allattamento infatti porta a bruciare i chili accumulati durante la gravidanza e destinati, appunto, all’allattamento!

E cosa dire dal punto di vista meramente materiale? Nessun soldo da spendere, nessun biberon da preparare, un latte sempre sterile, a disposizione, e alla temperatura giusta...
Insomma una vera panacea e per il bimbo ancora di più, per esempio:  la facilità di digestione del latte,  la quantità ideale degli elementi nutritivi indispensabili al momento giusto della crescita (la composizione del latte si modifica a seconda dei bisogni del bambino), una protezione ideale contro le malattie: diarree, otiti, rinofaringiti, malattie infantili, bronchioliti o una protezione a lungo termine contro le allergie alimentari e non,  una protezione contro il diabete. Inoltre, una prevenzione dall’obesità, una buona posizione della mandibola e psicologicamente un legame forte e rassicurante con la madre. E ci basti pensare che tale lista non è completa!

Quindi questo articolo a mio avviso, doveva esclusivamente incentrarsi su questi argomenti e non aggiungere il capitolo, che di seguito riporto per intero, sul decidere o meno di farlo, perché il solo fatto di scriverlo, il solo fatto di pensarlo, fa sì che una persona si domandi veramente cosa fare donando alle proprie insicurezze psicologiche man forte e terreno fertile.
Ad ogni modo, come dicevo, l'articolo terminava in questo modo:

Alcune neomamme hanno poco latte o delle ragadi che rendono l’allattamento estremamente doloroso; altre sono sensibili alle reazioni di chi le circonda: un figlio maggiore geloso, un marito reticente... Anche a te questa dimensione di fusione totale con il neonato può dare fastidio. Ci sono tante ragioni che possono dissuaderti dall’allattare. Non sentirti in colpa: l’importante è essere serena col proprio bambino. I latti industriali di oggi assomigliano molto al latte materno: meglio una mamma felice che una mamma che allatta soffrendo!

E voi? Come la pensate?

Titolo dell'opera: Maia (la forza generatrice della Terra Madre) di Mario Carnè

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Sara M. nasce a Roma il diciotto aprile millenovecentosettantasei. Sin dai primissimi anni di età, pur non sapendo leggere e scrivere, trascorreva il proprio tempo riempiendo pagine e pagine di caratteri incomprensibili e non appena seppe farlo veramente iniziò senza fermarsi più, cimentandosi in letture anche complicate per la sua giovane età. In realtà ritiene molto difficile scrivere una biografia di se stessa, soprattutto quando alla fin fine non si è combinato poi molto, ma ha all’attivo un racconto “Strade” che presto sarà pubblicato all’interno di un’antologia dal titolo: “Vivere o sopravvivere” di cui è la curatrice insieme alle sue amiche scrittrici Karen Lojelo e Mariella Musitano, e tante idee ancora da concretizzare. Per il suo essere puntigliosa e scrupolosa nello scovare errori grammaticali e sintattici, viene spesso invitata a rileggere e correggere scritti prima della loro pubblicazione. Scrive sotto lo pseudonimo di SaraSoloSara. [...]La vita più intensa è raccontata in sintesi dal suono più rudimentale, quello dell’onda del mare, che, dacché si forma, muta ad ogni istante finché non muore! [...] -Dalla Coscienza di Zeno, Italo Svevo-

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17 Commenti

  1. Brava! Condivido in pieno!!!! Tutti oggigiorno mettono bocca su tutto, ma se ci lasciassimo semplicemente andare e tornassimo un po' di piu' alla natura, semplicemente, seguendo l'istinto, tante cose a questo modno andrebbero meglio...

    • Grazie Alessandra! In effetti è proprio questo che ci manca e che stiamo giorno dopo giorno perdendo... la naturalezze delle cose!

  2. concordo in pieno con il tuo pensiero.
    il termine esitare, non lo trovo corretto!
    l'allattamento artificiale, dovrebbe essere un ripiego a quello naturale... non una scelta.
    ho conosciuto anche io persone che non hanno voluto allattare perchè con il biberon tutti in casa potevano contribuire a questo compito! ....
    Certo piuttosto di una depressione post parto, meglio delegare l'allattamento ad altri.
    A mali estremi estremi rimedi! .....

    • Ciao Giusy, in effetti il termine esitare mi ha convinto a scrivere questo articolo, è stato in un certo senso come la molla su cui la mia attenzione è rimbalzata generando questa riflessione... grazie per il commento, Sara.

  3. condivido in pieno! bisogna foderarsi le orecchie e procedere secondo l'istinto naturale di madre, che non fallisce mai!

    • Ciao Michela, da neo mamma non posso che essere d’accordo. Troppe persone vogliono mettere bocca su come dovremmo comportarci con i nostri bambini, sta a noi capire, come sta succedendo anche a me, che noi sappiamo già cosa è meglio per loro: è insito, è innato, è un istinto che non conosce spiegazioni, ma che appunto sembra essere infallibile (o quasi!), Sara

  4. Sara mi piace il tuo articolo. Direi che c'è bisogno di leggere articoli come il tuo in cui magari ci si rende conto che troppo spesso questa società ci toglie la naturalezza delle cose. Ci induce a dubitare là dove non c'è nulla da dubitare... forse per favorire i latti artificiali?
    Forse per togliere la straordinarietà della naturalezza?
    Credo che il ricorso ai latti artificiali debba avvenire per necessità. Credo che allattare il proprio figlio al seno porti milioni di vantaggi, non solo per quello che il latte trasmette. Allattare è un momento unico che unisce la mamma al bimbo, è una rassicurazione per il bambino che fino a poco prima era nella pancia della mamma.
    Ed è solo un momento, che poi passa, e anche velocemente.

    • Io vedo che...siamo davvero d'accordo su tutto! Grazie a te amica mia 🙂

  5. Il mio Matteo si è attaccato al seno appena nato e non ha più smesso... Non ricordo in quattro anni (4...) una notte trascorsa a dormire senza interruzioni, ha voluto il mio latte anche quando è stato male, nutrendosi solo di quello per giorni e giorni... senza perdere un etto. Ed è stata l'esperienza più bella della mia vita. Quello è un momento magico, unico, che solo una mamma può provare... come si fa a decidere di non allattare il proprio bambino???

    • Ciao Melina, è proprio quello che penso anch'io... una donna che decide deliberatamente di non farlo e non perché impossibilitata realmente, non sa davvero cosa sta perdendo e come dice anche Mariella è solo un momento che poi passa anche velocemente (ahinoi!)...

  6. Ehi, ehi, è naturalezza anche non sentirsela di allattare.
    E che diammine! E' forse un mostro la donna che decide di dividere col marito i turni del biberon?
    Sono in totale disaccodo: l'allattamento artificiale può essere una scelta. Ci mancherebbe altro!

    • Ciao Mari, mi sembra proprio di non aver giudicato le donne che non se la sentono dei "mostri". Il mio articolo voleva solo incentrarsi sulla perdita di naturalezza a cui lentamente il sistema ci sta abituando e sui motivi futili che spingono una donna a non farlo; io non conosco la tua storia personale, so la mia e l'ho semplicemente condivisa con voi. A questo mondo tutti possono scegliere cosa sia giusto o meno per loro stessi, ci mancherebbe, ma io resto dell'opinione che per privarci di una simile gioia e di un così efficace alimento per i nostri bambini, debba sussistere un motivo più che valido e non solo per la stanchezza, che prima o poi passerà; il marito può aiutare in altro e non solo per i turni, gli uomini non sono nati per allattare, questa pratica è esclusivamente nostra e ci sarà pure un motivo. L'articolo, sebbene già lungo, poteva esserlo ancora di più. Avrei potuto dire per esempio che tornare a lavorare dopo soli 3 mesi dal parto è inumano, che la maternità deve essere tutelata ancor di più e le donne dovrebbero essere messe in condizione di crescere i loro figli in armonia e con i tempi giusti e non già con lo stress di cui siamo ahimè intrisi... Ad ogni modo sono contenta che ti trovi in disaccordo, questo ci dimostra che non siamo tutti uguali, per fortuna! A presto, Sara

  7. Ma certo, evviva la diversità! Anche per questo sono intervenuta: ci voleva una voce fuori dal coro.
    Io ho avuto mio figlio a 21 anni e per me l'allattamento era solo un vincolo. L'ho allattato per una settimana e mi è bastato. Passata al biberon mi sono sentita la mamma più felice del mondo.
    Hai ragione. Non siamo tutte uguali.

  8. Forse è pure una questione di età... a 20 anni la maternità la vivi sicuramente in modo diverso che a 40. In ogni caso sono d'accordo con Sara, qui non si sta giudicando chi non lo fa, si sta solo condividendo la gioia di chi è felice di farlo!

  9. Il mio intervento è stato stimolato da frasi tipo:
    'l'allattamento artificiale, dovrebbe essere un ripiego a quello naturale... non una scelta.'
    Rivendico il diritto alla SCELTA, se me lo consentite. Sia a 20, sia a 30 sia a 40.
    Grazie


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