Amore mio grandissimo

Lettere Karen Lojelo

Amore mio grandissimo che ti preoccupi del fondo dei miei occhi dove non riesci ad arrivare, vedi… è talmente fondo che nemmeno io a volte ci riesco a guardare. Il passato, se ti volti vedrai che ho chiuso quella porta alle mie spalle, anche se i ricordi a volte mi camminano ancora a fianco, in fondo a ieri devi chi hai oggi di fronte, quella che ami, è il frutto di tutto quello che è stato, di tutta quella strada che ho camminato e dove mi sono fermata anche spesso, a riprendere fiato. Ci sono cose di me che nemmeno io capisco, certi pensieri senza voce per cui non esistono parole, sono diapositive e c’è poco davvero da spiegare, non sono fatti ma sono brividi di freddo che ho visto solo io con i miei occhi. Io che di parole ne ho sempre tante, alcune mi sfuggono, ma non importa credimi. Certe lacrime che ancora resistono e vedi scendere certe volte sono un po’ come la tenerezza che proveresti davanti a un pulcino bagnato sotto la pioggia, e quando ieri mi fa ancora piangere sono solo io che guardo quel pulcino che avrei voluto consolare meglio, e che ero io prima di arrivare qui. Quella che ero, tutti pezzi di me, tutta in pezzi… che mettendoli insieme mi hanno portata da te tutta intera, esattamente come sono ora. Non tutte le domande hanno una risposta, alcune vanno bene così, lasciate appese sul frigorifero su un post-it giallo dietro una calamita, sono come le citazioni, vanno bene con tutto; le risposte cambiano ogni giorno. Ce n’era solo una che per me era davvero importante e mi ripetevo sempre convinta che dovesse avere una costante: che cos’è l’Amore, quello vero senza nemmeno un ‘però’, senza mine da evitare?

E quella risposta sei tu.

Adesso prendimi la mano che dobbiamo arrivare lontano e abbiamo bisogno di guardare avanti per non sbagliare la strada. Amore mio grandissimo, solo così ti riesco a chiamare, che di amori ne ho visti tanti eppure mancava sempre qualcosa a tutti, sapessi quanto mi fa paura tutta questa acqua chiara che attraversa i tuoi di occhi, io che ho sempre navigato dentro mari neri adesso che riesco a vedere il fondo mi sembra in certi momenti di non saper più nuotare. Però sono capace invece, solo questo era davvero normale, nell’accezione migliore che questa parola può avere. Normale, come questa colazione, che ti guardo e questo caffelatte brilla quanto il sole. Sarà che ero abituata ad avere sempre almeno un motivo per stare male, che certi giorni me lo invento, così tanto per farti vedere che nel fango io sono bravissima a navigare. Amore mio grandissimo imparerò ad essere felice senza tremare. Ti abbraccerò forte e so che tu non mi lascerai cadere.

Karen Lojelo

Karen Lojelo
Karen Lojelo
Karen Lojelo, nasce a Roma il 25 giugno del 1976. Ha pubblicato 'L’amore che non c'è' romanzo 2008), la raccolta di poesie 'Binario 8' e 'l'ebbrezza del disincanto' (romanzo 2012). Nel 2013 è andato in scena uno spettacolo teatrale scritto da lei: Riflessi con la regia di Virginia Pavoncello. Nel 2018 è uscito il romanzo 'Non ti scordar di te' edito da Viola editricee vincitore del premio speciale della giuria al concorso internazionale Montefiore, subito dopo 'Margherita' una raccolta sui generis di racconti e monologhi su questo personaggio immaginario e dedicata alla sensibilità femminile. A novembre 2018 viene pubblicata una nuova edizione indipendente rivisitata e corretta di 'Binario 8', poesie strettamente collegate con i racconti di 'Margherita'. A breve è prevista anche l'uscita di un'antologia di racconti da lei curata con la partecipazione di altri scrittori tra cui nuovi autori e nomi noti. Gestisce un sito multi autore che promuove la scrittura e l’arte in tutte le sue forme //www.wordshelter.it/ Il suo sito personale //www.karenlojelo.it/

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