Stava cucinando qualcosa col cilegino, sua madre…
il profumo delicato e invitante pervadeva già la casa.
Il padre ne sarebbe stato soddisfatto, come ogni giorno.
Tutti i pranzi erano un dovere familiare cui assolvere.
L’appetito non l’aveva più da molto.
In compenso, non era più riuscita ad andarsene,
a ritornare a casa sua.
La madre era stata troppo male,
e s’era ritrovata sia questa cosa che la casa di famiglia addosso.
Così erano passati i mesi, troppi, pesanti…senza uno spiraglio di luce.
Quel giorno invece il sole s’era impadronito della camera,
forse persino dell’appartamento intero,
aveva buttato giù dal letto la madre che all’improvviso pareva stare molto meglio.
Ora, cercava di impossessarsi pure di lei:
le solleticava le ciglia, ma lei non voleva ricordare.
Perché l’ultima volta che aveva visto il sole
esso aveva la forma di due ciglia brune e ricurve dietro un vetro ambrato,
e quella di una fossetta all’angolo delle labbra.
E poi aveva poggiato gli occhiali da sole sul tavolo della piccola cucina
e lei si era sentita ricca, più del sole.
E aveva avuto dentro tutti i colori del mondo, più d'un arcobaleno.
Elena Condemi
(da "Appunti sparsi", in uno dei tanti giorni)
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