Il tempo, immobile, non mi lascia respirare.
Così io lo faccio camminare senza di me.
Qui all'aperto, al tavolino di un bar,
si susseguono i chiacchiericci misti alla telefonata sguaiata
di qualche sconosciuto che è attorno.
Sconosciuto. Forse non ti ho mai conosciuto davvero.
Sei il riflesso d'un tempo perduto non del tutto afferrato.
Ninnoli sparsi di coccole mai avute,
un sole nuovo che poi m'ha ingrigito lo spazio verde della speranza.
Finestra chiusa troppo presto sull'azzurro d'un volo mancato.
Accennato, con ali incrinate, fra nubi e stelle d'un cartone scontato.
Gioco con lo zucchero rimasto sul fondo
che è diventato color caramello.
Devo andare.
Lascio il tavolino senza rimpianto,
così come lascerò questo giorno sul far della sera.
Camminando, il mio foulard pare un accento sospeso.
Elena Condemi
(da "Appunti sparsi", scritto chissà quando)
bellissima