Mi ricordo
quel frantico lebosco
rimuginar valecchio.

In su la vetta della torre antica?

Ma neanche!

Quello sbordava
in guisa di stantuffo
trudicio e sirocco.

E me si sfrocchia
in compagnia di sbalze
gherle
nel cuor della sera

Dalla raccolta "Luzi a a San Siro" - 1932 Ficuzza (PA)

Dusio Albertini
Dusio Albertini
Per chi volesse una guida alla lettura di Dusio Albertini consiglio di leggere gli scritti dI B.C. Demastri Demagistris. Ve ne do un assaggio: “I componimenti di Dusio Albertini danno voce all’inesplicabile poetico. […] La sua lingua non è inventata, è un distillato saturo dell’essere.[…] Ogni parola è uno xenolite strappato da parole e suoni sedimentati nel vissuto, che risale dalle profondità della memoria. […] Anche l’inesplicabile trova la strada per emergere e la trova con una espressione pura, primitiva e originale, che non ammicca a facili onomatopee o assonanze” tratto “Lezioni di Letteratura Italiana contemporanea: l’ermetismo ermetico ” della prof. Bianca Catulla Demastri Magistris - Libera Università della Libera Repubblica di Givoletto

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3 Commenti

  1. la torre antica era talmente antica che e' crollata.

  2. Questa splendida poesia, l'ho conosciuta in una vita precedente! è molto significativa!
    Alpexex spero che Torre crollata ... venga ricostruita al più presto! ... :)l


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