La tua bocca dischiusa
come abisso caldo
dove precipitare mille e mille istanti
attraverso il più invisibile attimo di te
la tua bocca che canta
che prega, che implora,
che strepita e geme oscenità deliziose
la tua bocca di sangue, di fragola,
da perdere il senno,
di rosso fuoco che forgiò terra e spade
che riscalda l'inverno della terra
che soffia uragani e arcobaleni di sereno
la tua bocca benedetta dagli dei
come frutta matura
la tua bocca da mordere
come il peccato.
Guido Mazzolini
Nato a Cremona, da allora respiro nebbie fitte, afa padana e pianeggianti sensazioni. Mi esprimo come posso e come so, nello stesso modo che mi è stato concesso da un cinico fato. Scrivo parole convinto che l’espressione sia la magia donata agli esseri umani per potersi elevare e somigliare agli Dei. Non esistono punti fermi nel mio esistere, solo zattere di comprensione in balia di un oceano agitato e onde altissime che conducono, malgrado noi, verso lidi sconosciuti. Per questo credo nella parola espressa come valore supremo; ci credo perché la voglio fortemente mia, la sento scorrere nelle vene più del sangue, possiede un proprio odore inafferrabile ed evoca consapevolezze diverse, la posso toccare con mano, ingoiare e respirare ogni istante. Credo nel “linguaggio dell’inesprimibile”, nelle sensazioni e intuizioni che solo parole non convenzionalmente espresse riescono a palesare realmente.
"Sono l’oscuro lato che nasconde
la genesi più vera di me stesso."
Ho scritto, mio malgrado: "L'Attimo e l'Essenza", "Diario di bordo", "Il passo del gambero", "Suoni", "La ragione degli alberi", "Un celeste divenire". "Destinati a direzioni diverse" è il mio ultimo figlio di carta.
Bella. La tua bocca di fragola. Molto fortunata la proprietaria di quella bocca...
bella. Fortunata la "proprietaria" di quella bocca...
quanto sei tautologica....