Brighter later

Racconti matteo

Brighter later

“Ci sono molte cose che dovrei sistemare”, disse l'Uomo Impermeabile.
L'acqua non lo tangeva, così come la luce e i sospiri.
“Che cosa, ad esempio?” chiese la Donna Chiodo. Tutte le domande le restavano appese sulla bocca.
“Beh, ad esempio queste scarpe con la suola liscia, il soffitto che lascia piovere dentro. E il palazzo qui di fronte, che mi fa sempre ombra, soprattutto di notte.”
“Potresti cominciare dal tetto” disse lei, risoluta.

Il vento la fece sospirare. “Non dormirò stanotte, se sento il minimo rumore poi troppi ricordi mi picchieranno in testa. Ah ah ah. Sono la Donna Chiodo, non è buffo come destino?”
L'Uomo Impermeabile guardava accigliato il buco nel soffitto.
Prendendo ad occhio e croce le misure del cratere verso il cielo, decise di cominciare dal palazzo.
Lo comunicò a lei, che si guardava in uno specchio di mattoni.

“Sono bella?” domandava per schernirsi.
E in coro le rispondevano di sì le stelle e i sibili di vento, gridando dal buco nel soffitto. Ma lei non li ascoltava.
“Per me sei un po' magra” disse una paffuta nuvola nera.
“Tu sta' zitta, sei volgare” le disse la Donna Chiodo.

E si rivolse a lui, che ammutolito la studiava, tenendola tra le mani.
“Vuoi abbracciarmi? Ma devo avvisarti, nessun muro resiste alla mia punta, riesco a sostenere da sola il peso di qualunque ricordo, anche i più brutti, mh mh, solo la pioggia mi fa diventar fredda.”
“L'acqua non mi bagna – sospirò lui, terrorizzato – saprei mai trattenerti affogata nei miei sogni?”

La donna canticchiava, a metà tra riso e pianto, pareva cercare un equilibrio esile, su cui poggiarsi, almeno un po'. Desiderando solo lasciarsi andare, lo afferrò per i capelli e disse tutt'altro.
“Io sono di ferro e non mi fai paura.”
“Non è mia intenzione” rispose lui, guardandosi le scarpe.
Pensieri vecchi cigolavano dietro le teste di tutti e due.

“Sai quanti martelli vorrebbero essere al tuo posto? Tutti stupidi, voi uomini. Bastan due moine e subito credete di aver vinto.”
Poi prese a volteggiare come una ballerina muta, dipingendosi sul viso espressioni buffe, prima di scoppiare in una risata fragorosa.
“Magari domani ci sarà un bel sole” iniziò a pensare l'Uomo Impermeabile.

D'improvviso la Donna Chiodo diventò serissima e disse soltanto poche parole.
“Se stai a guardarti solo fino alla punta delle scarpe, non vedrai mai la strada.”
Allora lui si alzò in piedi, sembrava così grande accanto a lei.
Le cinse il fianco delicatamente e chiese:
“Davvero questa ombra non ti fa paura?”
La Donna Chiodo tacque.
Un piccolo raggio di sole si stava facendo spazio, attraverso le finestre del palazzo di fronte. L'indomani sembrava essere già iniziato, non più così minaccioso.

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La speranza è nell'opera. Io sono un cinico a cui rimane per la sua fede questo al di là. Io sono un cinico che ha fede in quel che fa. (Vincenzo Cardarelli)----- //badradio.splinder.com/

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5 Commenti

  1. uomo impermeabile e donna chiodo... una coppia perfetta... ma dove ti vengono certe idee? Ho immaginato la scena come quella di un film in bianco e nero... tranne il raggio di sole finale

  2. è vero quello che dice Mariella, mi sembrava di guardare una vecchia pellicola in bianco e nero.
    Non riesci mai a scrivere qualcosa che non sia bello...
    “Se stai a guar­darti solo fino alla punta delle scarpe, non vedrai mai la strada.”
    mi viene in mente un pezzo di quella poesia...
    'caminante, no hay camino,
    se hace camino al andar'

  3. Decisamente originale, ricco di metafore e scritto con attenzione e precisione, senza sbavature.
    Non avevo mai letto tuoi racconti prima di questo, ma leggendo mi verrebbe da dire, che sei un professionista. (forse troppi puntini sospensivi?)
    Complimenti sinceri.


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