Buonanotte,amico mio, tutte le ombre sono trascorse sui muri,
il cuore di Kafka spezzato in due proprio come una piccola bakiava.
Il canto del cigno, la regola,
per ogni buon lamento poetico che padroneggi il colore giusto.
Devo ripromettermi di padroneggiare il colore.
Sulla garza azzurra del cielo,
vedo scorrere nembi in formule matematiche,
e sotto non c’è mai quiete abbastanza.
Mi sembra tutto riconducibile alla forma sostantivata
di un qualche aggettivo da prediligere con assoluto rigore –
ma potrei essere gravemente in errore.
Dovrei rallegrarmi di comporre una qualche tabella certa,
o di prostrare l’occhio
sul bollettino di un qualche clan pseudo-scientista;
scorrere, al peggio, lo sguardo,
su una qualche rivista divulgativa,
spigolando un nuovo e vivace annuncio essoterico,
di certo prodigio,
presso il beneamato consorzio mondiale
dei pronipoti di Galileo.
Sto, invece, nettandomi le unghie e le intenzioni,
nell’attesa scialorroica di un profitterol industriale.
C’è una certa qual mistica della miseria,
che ho sottovalutato per anni,
costruendo altari fioriti a Ragione e buoni intenti.
Credo che per quanto alta sia la propria sintesi
di passione e raziocinio, entro la clausola della diplomazia,
la successione di piccoli gesti ed eventi di una vita
rimanga atropicamente invariata.
Questi occhi sono secchi e rossi, d’accordo,
ma non mi auguro di saper piangere ancora,tutt’altro:
avrei bisogno di un buon collirio di soluzione salina.
Consumata la consumeria delle opzioni,
ci si accorge che la sola scelta discreta,
è quella di continuare a respirare e ravviarsi il colletto.
Un tempo ricevevo lettere,
e le leggevo avidamente
per poi conservarle con religiosa perizia.
Non ne ricevo più da molto tempo:
potrei comporre un altare con quelle,
ma temo che non sarebbe ad onorare alcunché d’umano.
E avendo smesso ogni alambicco metafisico
da molto prima di non ricevere più lettere,
ritengo inoltre, che sarebbe un gesto vano.
Semplicemente, guardo fuori dalla finestra,
continuo a compilare la mia vita con calma diligenza…
mi accontento di eccedere col profitterol
o con qualche monomania coltivata a vezzo,
una o due cosette amatoriali
pronte per l’uso distratto, entro la partitura
di un’esistenza uniforme e senza sobbalzi.
Penso, fra le altre cose,
che i soli sentimenti umani che di questi tempi
possano essere isolati e studiati attentamente secondo scienza,
siano in effetti, un’ irriducibile forma di dolore
ed un fastidio generalizzato.
Non sono in grado di applicarmi ad essi
creando una tabella oltre-tassonomica,
delle loro molte declinazioni,
né confacenti algometrie dello spirito,
ma credo che sarebbero cose utili e sintomo di reale progresso.
Guardo, invece, la danza sghemba di una singola foglia che cade
contro il vuoto simulacro di un fondale invariato,
ed ho l’istinto di abusare come mai prima, del profitterol.
Si farà notte anche stanotte,
buonanotte, amico che leggi.

 

Massimo Triolo

 

 

Massimo Triolo
"Meglio regnare all'Inferno,che servire in Paradiso"

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