Mi lecco le labbra, sapore di pesca misto burro.
Un'onda stretta come boa avvinghia le pareti del mio stomaco,
sei un quadro protetto da un vetro, cornice di questo giorno.
Quel ricciolo vicino al mento non te lo togli, anche appena
sveglia sei donna più di sempre, provocante come mai.
È tempo di festa, dita in bocca e braccia al cielo in questa mattina
piovosa, ma che importa, non dobbiamo uscire di casa ma osservare
il nostro film in prima visione, registi di ogni nostra azione, preparare
nuovi copioni e stare al gioco dei sensi che la cavalcata del Gugliemo
Tell risulti come una passeggiata in un parco.
Sigarette e caffè ovunque, sparse viziose nei piatti sporchi della sera
prima, tazzine accatastate e noi seminudi sul divano controllando le
diapositive della notte. Ciak girati in una sequenza illogica che
piano piano prendono forma, come la tua figura nella mia maglietta
azzurra che lascia scoperte solo le tue gambe, mandando in malora tutti
i miei buoni propositi.
Con un pennarello indelebile scrivo parole sul tavolino di vetro,
disegno la tua sagoma mentre rannicchiata, divertita mi guardi ed io
smanio sapendo che l'attesa e il nostro gioco porterà il
desiderio in camera nostra, solo con gli occhi a far da cinepresa.
Bendandi sarà ben contento perchè, anche se con ritardo,
le sue previsioni si saranno rivelate esatte.
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