Combattiamo l'istiocitosi

Ritratti Noria Nalli

La loro storia è popolata di genitori coraggiosi e medici innovatori, che per amore dei pazienti affrontano difficoltà ed ostacoli di ogni tipo.
Sono le malattie “orfane”, chiamate così perché si conoscono poco ed apparentemente colpiscono solo poche persone in tutto il mondo.
Sicuramente il loro simbolo è il papà italiano che scoprì e fabbricò da solo una medicina per il proprio figlio, il famoso "olio di Lorenzo".

Recentemente la Federazione malattie rare infantili ha pubblicato una piccola guida per medici e genitori (www.fmri.org) mentre il ministero della Sanità ha presentato una guida delle “Associazioni italiane malattie rare”, rivolta a pazienti, famiglie, medici e a quanti opera nell’assistenza (ww.ministerosalute.it). La strada dell’informazione è infatti l’unica in grado di arrivare alla sconfitta di tante patologie semisconosciute, per cui le case farmaceutiche non investono soldi ed energie rivolte a scoprire e diffondere cure.

Per conoscere meglio una di queste “misteriose” malattie, abbiamo raccolto la testimonianza di Silvia Seba, giovane mamma romana, curatrice del sito www.myspace.com/istiocitosiroma , attraverso il quale coinvolge artisti e di organizza serate di divulgazione e raccolta fondi per la ricerca sulla malattia che ha colpito il suo bambino.
- Cos'è l'istiocitosi a cellule di Langerhans?
- E’ una malattia ad eziologia sconosciuta, pertanto non se ne conoscono le cause e non si considera ereditaria. L’istiocita è un tipo di globulo bianco che si trova in tutto il corpo umano, e la cellula di langerhans è uno dei vari tipi di istiociti nel corpo.
Nel caso di mio figlio Gabriele, e degli altri pazienti affetti da questa malattia, le cellule di langerhans sono presenti in numero maggiore e si accumulano in alcune parti del corpo, causando problemi.
- Come hai scoperto la malattia di tuo figlio?
- A marzo del 2005, Gabriele, aveva quasi due anni. Una mattina si svegliò con un occhio gonfio.Decisi di portarlo dalla pediatra che escluse traumi, e congiuntivite. Dopo due giorni, su consiglio della dottoressa, portai Gabriele al pronto soccorso del policlinico Umberto I di Roma dove fu visitato da un pediatra , il quale disse:  "non è niente signora torni a casa!". Ma una specializzanda di oculistica invece, mi consigliò di tornare l’indomani perché l’inesperienza, le aveva fatto porre il dubbio che fosse qualcosa di strano ed è stata quella domanda che ha permesso al mio cucciolo una diagnosi super-precoce. Tornai il giorno dopo dove un oculista eseguì un’ecografia e da lì iniziò tutto.Nel frattempo a Gabriele, tutto era scomparso. L’occhio non era più gonfio e non aveva alcun sintomo!
Grazie alla tempestività della diagnosi (cosa assai rara in questa malattia data la sintomatologia assente o vaga) il mio piccolo Gabriele iniziò la chemioterapia subito dopo biopsia , risonanza e tac. Altri esami esclusero poi il coinvolgimento di altri organi e metastasi”.
Nonostante il periodo della chemioterapia e il seguente, siano stati veramente pesanti anche per lui (pesava solo 9 kg), dopo la sospensione della cura, la malattia non ha avuto attualmente riattivazioni.
Dall’istiocitosi, purtroppo, non si guarisce e può ripresentarsi in qualsiasi momento e in qualsiasi organo.
- Attualmente a che punto sono le cure e la ricerca?
- L’istiocitosi a cellule di langerhans, è una malattia orfana. essendoci pochi casi, non vale la pena di investire in ricerca.
Ossia, non è conveniente investire milioni di euro, per produrre un farmaco destinato a Gabriele e a pochi altri bambini.
Al momento viene utilizzata la chemioterapia con VINBLASTINA e deltacortene.
- Cosa fare per una diagnosi precoce?
- Esistono purtroppo migliaia di malattie rare. Un medico non riesce sempre ad avere l’intuizione giusta, così si rischia di sottovalutare la malattia, consentendo alla stessa di invadere altri organi.
La mia stessa pediatra, disse che questa malattia è appena menzionata sui libri di testo!
E’ impensabile dettare delle linee guida perché i sintomi sono talmente banali, peri Gabriele, è stata addirittura asintomatica!
Il caso ha voluto che partendo dall’osso frontale e arrivando alla meninge, abbia causato un banale rigonfiamento dell’occhio, che è durato cinque giorni. Una pediatra meno attenta, o una mamma meno “ansiosa” di me.. avrebbe sicuramente lasciato correre la cosa, permettendo alla malattia di progredire.
- Qual è l'attività dell'associazione ?
- E’ nata il 3 marzo del 2008 grazie all’aiuto di molte persone che hanno permesso di costituire questa onlus.
Il suo scopo principale è quello di divulgare questa malattia affinché “diventi famosa” cosa che permetterà a diversi medici specialisti (ortopedici, pediatri, oculisti, dentisti, neurochirurghi ecc.) di avere l’intuizione che hanno avuto per Gabriele, oltre quello di raccogliere fondi per mandare avanti la ricerca.
- Più o meno la quanti sono i malati in Italia?
- Non siamo a conoscenza di stime precise in totale, comunque, poche centinaia, tra pazienti in cura e in osservazione, grandi e piccoli.

Per informazioni, consultare il sito www.istiocitosi.it .

httpv://www.youtube.com/watch?v=CxkylRxJxh8

Noria Nalli
Noria Nalli
Sono una giornalista free lance e amo raccontare storie...... Dopo una lunga esperienza di ricovero, ho iniziato a scrivere brevi ritratti di corsia per La Stampa di Torino,

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