Perfetto, dai. Se ti va parliamone pure, senza remore e senza problemi.          Tanto lo sappiamo tutti e due, siamo entrambi ben consci e consapevoli dell'andazzo generale, di quel calar selvaggio di pantaloni attillati e minigonne per osannare a cani e porci le proprie dimostrabili vergogne. Increscioso, vero? Increscioso e terribile. Mi riferisco naturalmente al delirio di inguini rosa e perfettamente depilati in televisione, al cinema e nelle scuole. Grandi tette e culi a profusione in ogni dove, senza alcuna pietà e ritegno. Solo le mignotte, le suore e qualche prete non hanno voglia di parlarne. Intendiamoci, io accetto la mia sessualità pudica. Ho capito da sempre quanto questo pezzo di carne scura apparentemente inutile che penzola tra le gambe possa generare un'infinita serie di problemi, perciò ho preso coscienza dell'immane peso inguinale che grava nella nostra testa. Solo i romantici inguaribili come me sono incapaci di separare l'etereo simbolismo dall'eros carnale. Io personalmente detesto il corpo nudo, i peli, gli umori e il promiscuo.
Le hai mai viste? Chi? Le donne, ovviamente. Portano a spasso la loro vagina come fosse il centro esatto dell'universo. Parlano e sembrano respirare con quella, pensano anche con quella e tutto ciò che toccano diventa inesorabilmente l'istintivo proseguire del loro sesso umido. Possiedono due bocche e una già sarebbe di troppo. Ti guardano sprezzanti come a dire "Io ce l'ho e tu no". Che arroganza. Ecco perché noi maschi di una volta siamo così turbati e timidi.  La nostra è una paura straordinariamente genitale, è la famosa invidia per ciò che non si ha e si teme. Loro, le donne, sono profumate, angeliche e chimiche. Sparano invisibili ferormoni come un temporale estivo e producono uno o due ovuli mensili e luminosi, scintillanti d'energia e di vita. Altro che noi con il nostro odore macilento e l'esercito inesorabile e triste di spermatozoi kamikaze destinati all'annientamento. E poi fumano tutte, ridono sguaiate e vanno di fretta. Le più pratiche utilizzano instancabili falli artificiali, sicuri e anche più affidabili e igienici. Si sono evolute, hanno perso i peli che invece ci perseguitano ancora. Frenetiche ricercatrici del punto G, si frugano convinte di averlo trovato da prima che lo scoprissero. Oggi ho cercato la parola orgasmo sul vocabolario. Sbalorditivo. Sono rimasto così perplesso. Come possono le donne dare tanto pathos ad uno spasmo pelvico di qualche misero secondo? Una volta non sapevano nemmeno cosa fosse questo fantomatico orgasmo e sopravvivevano benissimo, senza idee strane in testa. Perché è diventato così importante, così di moda come l'Ipod, la nudità e le chiappe al vento? Non senti com'è sgraziato il termine stesso? Ha lo stesso incipit di orco, orso, ordalia e orpello, tutte parole evocatrici  ed antipatiche. Ho sentito donne emancipate e menzognere vaneggiare addirittura di orgasmi multipli, un'orgia di contrazioni e gemiti senza fine. Credo che prima dovrebbero almeno cominciare ad averne uno. Ci sono femmine così primordiali e insaziabili che potrebbero ridurre all'impotenza permanente tutti i maschi del sistema solare in mezza giornata. Loro ragionano in centimetri e circonferenze, parlano di dimensioni e durate sovrumane, di peni enormi e instancabili, dotati di vita propria. Donne indecenti. Indecenti ed imprudenti.   Io non lo sono affatto. Io cerco una sola compagna e prima o poi succederà.
Sai, dicono che gli essere umani vennero creati totalmente senza sesso. Un unico essere completo, maschio e femmina in un corpo solo, come certi organismi ermafroditi dei documentari di Piero. Furono gli dei invidiosi a dividerli e da allora ognuno è alla ricerca della propria metà, della parte perduta. Una sola per ognuno di noi. Io la mia non la immagino affatto. Non voglio. Potrebbe essere alta e bionda o bassa e scura. Vecchia, giovane, grassa o magra. Non è importante. L'esterno non conta e neppure il cervello. Basta che mi voglia bene. Che mi voglia per sempre.

Guido Mazzolini
Guido Mazzolini
Nato a Cremona, da allora respiro nebbie fitte, afa padana e pianeggianti sensazioni. Mi esprimo come posso e come so, nello stesso modo che mi è stato concesso da un cinico fato. Scrivo parole convinto che l’espressione sia la magia donata agli esseri umani per potersi elevare e somigliare agli Dei. Non esistono punti fermi nel mio esistere, solo zattere di comprensione in balia di un oceano agitato e onde altissime che conducono, malgrado noi, verso lidi sconosciuti. Per questo credo nella parola espressa come valore supremo; ci credo perché la voglio fortemente mia, la sento scorrere nelle vene più del sangue, possiede un proprio odore inafferrabile ed evoca consapevolezze diverse, la posso toccare con mano, ingoiare e respirare ogni istante. Credo nel “linguaggio dell’inesprimibile”, nelle sensazioni e intuizioni che solo parole non convenzionalmente espresse riescono a palesare realmente. "Sono l’oscuro lato che nasconde la genesi più vera di me stesso." Ho scritto, mio malgrado: "L'Attimo e l'Essenza", "Diario di bordo", "Il passo del gambero", "Suoni", "La ragione degli alberi", "Un celeste divenire". "Destinati a direzioni diverse" è il mio ultimo figlio di carta.

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2 Commenti

  1. Questo testo è strepitoso. Il finale, poi, è fantastico.

  2. A me è piaciuto questo testo ed anche molto, l'importante è non prenderlo troppo sul serio, infatti ho sorriso in più punti (senza G) e poi il "pudico" narratore su certi aspetti ha ragione ed inoltre si "salva" sul finale accomodante (nel senso che ogni singolo lettore non dovrebbe obiettare) poiché a tal proposito trovare qualcuno che ci voglia bene o meglio ci ami risulta la cosa più importante, ossia trovare l'altra parte della mela senza soffermarsi solo sul banale "me la" dà altrimenti si può dire veramente di essere arrivati alla frutta e non intendo Figa Vs. banana per non parlare del tanto ricercato "miele" di donna.
    "Tira di più un pelo di figa che un carro di buoi..." dice un vecchio detto, ok può essere ma l'autore traccia effettivamente di come il "triangolo" possa, in molti casi davvero piegare al suo volere, i romantici poi sono categoria a rischio nel prenderla... in quel culo!
    Ahi, meglio non toccare sto tasto!
    Il testo comunque si presenta ed è scritto piuttosto bene, con un velo di malizia e profumo d'intesa (ho citato in un certo senso lo spot del deodorante ahahaahah) righe sagaci, pudicamente geniali e moltoooooooo ispirare, un tirando le somme probabilmente personale però ironico, sempre ribadendo in maniera più accentuata che a mio avviso lo "scopo" del testo non è quello di denigrare la donna e le sue primizie ma quello di essere umoristico con quel giusto "pepe" che fa risultare il piatto saporito al punto giusto senza eccedere evitando saggiamente di scadere nel volgare e... nell'impudicizia!


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