A volte guardo il mondo con l'occhio di un ciclope stanco ed ho come la sensazione di perdermi le cose migliori.
Stamattina fa freddo, non brilla il sole, non piove a dirotto e non c'è assolutamente nulla di metereologicamente valido che impedisca ad un protagonista di svolgere quello che la quotidianità impone di fare.
Un protagonista.
Il suo racconto.
Si comincia sempre con uno spazio bianco.

G:-"Ne hai ancora per molto? Credo di essere in ritardo. Avrei bisogno del bagno!"

La risposta è un broncio di circostanza seguito da impercettibili echi.
Non distinguo se si tratti di rumorose parole o semplici pensieri, ma qualsiasi cosa sia non è certo silenzio.

D:-"Chi ha tempo detta legge caro mio.
Ed io credo di averne molto.
L'eternità è un lusso che non ti puoi ancora permettere. Io si.
Sono qui da qualche minuto.
Sono qui da sempre.
Non fa differenza per me. E per te?
La tua sveglia che suona è un ordine.
La durata del suono è perentorietà, comunque stai sereno.
Non sono qui per ricordartelo.
La mia oggi è semplicemente una visita di cortesia.
Sai che sono un tuo fan. Da sempre."

Il destino senza quel solito mantello nero rasenta il confine dell'inguardabilità.
Un corpo cavo, apparentemente esile e di preistorica fattura.
La testa incassata nelle spalle, senza collo. Le braccia strette contro il corpo, prive di alcun evidente parallelismo geometrico, piegate appena.
La pelle di un colore biancastro e lo sguardo grigio.
Il più grigio che un uomo possa immaginare.

D:-"Cosa c'è? Non ti piace il destino di oggi?
Mi guardi come se fossi un alieno. Dammi solo un minuto.
Io in cambio posso darti molto di più.
Quel tempo che ancora ti serve."

Regolo la traiettoria dei pensieri il tanto che basta a raggiungere il mondo fuori, sperando di non essere notato. Eppure il destino è lì che ascolta e risponde.

D:-"Non chiederti come sia possibile tutto ciò.
Regola il volume del tuo pensare e non la traiettoria.
Alza il tono quel tanto che basta ad ascoltarti senza essere ascoltato.
I pensieri sono rumorosi quanto le parole e possono essere urlati o sussurrati.
Quello tuo è un grido caro mio.
Tieniti ben saldo alle tue umane convinzioni, ma accetta anche il consiglio di un 'amico'.
Non scivolare.
Se è la ragione ciò che hai di più caro.
Non scivolare.
Solo così potrai non scomparire."

G:-"Scusa ma fa ridere.
Il destino per amico.
Un volto senza nome in una storia senza nome.
Un viaggio attraverso un foglio bianco senza poter conoscere l'epilogo finale.
Voglio raccontartela io una storia.
Da bambino avevo un gioco composto da cubetti di plastica di diverse misure.
Il più grande era verde ed ogni cubetto aveva un colore diverso.
Potevano essere posti uno sull'altro per creare una figura di forma piramidale oppure sistemarsi nel loro interno dal più piccolo al più grande.
Sulla confezione non c'erano istruzioni o spiegazioni.
Con quei cubetti ho fatto piramidi, poi una singola scatola, poi ancora piramidi fin quando sono andati col tempo persi e dimenticati chissà dove.
Non mi sono mai posto il problema di cosa servissero quei cubetti o il perché fossero diversi nel colore e nelle dimensioni.
Considerala una teoria infantile, ma alle volte le cose sembrano perfette solo perchè sono io a credere che siano così. Il vero gioco in fondo è dettare le regole del gioco stesso.
Oggi non è cambiato nulla.
Mi piace pensare che, qualsiasi siano i cubi sulla tavola, si stia comunque giocando con le mie regole.
Non sto certo a preoccuparmi di quanto durerà il gioco, perché so comunque che non durerà.
Se il mio pensiero risultasse disordinatamente incomprensibile chiedi al tuo Dio di farti una traduzione.
Adesso, per favore, avrei bisogno del bagno.
Amico."

Il destino ora indossa di nuovo l'abituale mantello nero. Il suo sguardo è l'apoteosi di tutti quegli sguardi freddi che di solito introducono un giudizio in sospeso, quando non conosci la risposta alla domanda e non ti rimane che fare scena muta.
Provo ad improvvisare un sorriso, ma la sua mano gelida si allunga verso le mie dita tremanti ed ingiustificatamente vive.
Mi sfiora.

"Paura. Tu dai bene cosa vuol dire. Lo hai già scritto qualche mese fà.
Ma attento a cosa preghi di ottenere perché un giorno potresti rischiare di essere esaudito.
Sai cosa ti dico?
Parli e pensi troppo, amico mio.
Un po' di rispetto da parte tua credevo di essermelo meritato.
Ti ho mai tradito io?
Altri lo hanno fatto.
Amicizie che tu credevi immutabili. Mutate.
Legami che tu pensavi inscindibili. Troncati.
Io invece sono fuori e dentro di te da sempre.
Resisto al tempo.
Ruoto la clessidra.
Sono più intimo del tuo stesso sangue e non esiste niente di più profondo in te del tuo stesso destino.
Rassegnati quindi.
Nemmeno quello che ti ostini a chiamare Dio potrà mai mutare il nostro rapporto.
Un giorno ti consegnerò il tempo, ma fino a quel giorno considerami solo il tuo generatore di filosofia portatile. Il tuo personale meccanismo alieno in grado di catturare i pensieri.
Non perdere tempo con gli uomini piccoli che ti sono intorno.
Guarda semplicemente l'uomo grande che è in te.
Accetta i tuoi limiti.
Impara dai tui limiti.
Adesso vado.
A presto amico mio e grazie come al solito per la tua ospitalità."

Lo specchio del bagno ora riflette il viso di un anonimo quarantenne con la barba incolta.
Un corpo cavo, apparentemente esile e di preistorica fattura.
La testa incassata nelle spalle, senza collo.
Le braccia strette contro il corpo, prive di alcun evidente parallelismo geometrico, piegate appena.
La pelle di un colore biancastro e lo sguardo grigio.
Il più grigio che un uomo possa immaginare.
Riflessi.
Coincidenze.
Improbabili avvisaglie di misteri, ai quali alle volte bisogna credere.

Gianluca Marcucci
Gianluca Marcucci
L'anno di nascita è un enigma: Il numero degli sbarcati con Garibaldi, moltiplicato i figli della Lojelo, sottratti gli apostoli, moltiplicato il modello della fiat più venduto nella storia, sottratta la maggiore età, per il numero dei moschettieri, diviso i punti cardinali. Romano di nascita, piemontese di adozione, imprenditore per passione, giornalista per definizione e scrittore per gioco. Dicono che sia un professionista del poker, ma la mia vittoria piu' grande è alta circa un metro, fa qualche capriccio e quando sorride mi trasforma in Peter Pan... //poker.sportmediaset.it/wpmu/

Suoi ultimi post

3 Commenti

  1. com'era? genio e sregolatezza? ahahahah comunque sei un mito... 😛

  2. Molta sregolatezza...

  3. Compliementi, davvero geniale 😉


Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commento *
Name *
Email *
Sito

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.