Educare alla libertà

Ritratti Noria Nalli

Circa mille scuole elementari, medie e superiori e più di un migliaio di asili, distribuiti in circa 90 paesi del globo, molti dei quali situati in zone politicamente e socialmente “calde”:

Queste le impressionanti dimensioni del movimento pedagogico steineriana mondiale, che si ispira al metodo didattico, eleborato nei primi decenni del secolo scorso da Rudolf Steiner.

Il filosofo austriaco si avvicinò all’insegnamento nel 1884, seguendo, come educatore presso una famiglia di commercianti viennesi un bambino affetto da idrocefalia. Il suo lavoro fu talmente efficace che il ragazzo poté essere accettato al ginnasio, tra compagni della sua stessa età.

Diventò poi medico e cadde nella prima guerra mondiale.Questa prima stimolante esperienza gli fornì ispirazione per l’incarico che ricevette nel 1919 da Emil Molt, proprietario della fabbrica di sigarette Waldorf Astoria (da qui il secondo nome di pedagogia Waldorf del metodo steineriana).

Gli chiese di progettare un asilo destinato ai figli de suoi operai. Nacque così a Stoccarda, la prima scuola steineriana.

Da questo iniziale esperimento si delineò un approccio didattico del tutto originale ed innovativo che si diffuse con successo prima in Germania (dove fu però osteggiata dall’avvento del nazismo) quindi in Europa e poi gradualmente in tutto il mondo.

In Italia la prima scuola Waldorf venne aperta a Milano nell’immediato dopoguerra da Lavinia Mondolfo (1872-1972).

Svariati sono gli aspetti educativi interessanti del metodo Waldorf: l’assenza di voti, lo stimolo della creatività, l’insegnamento del lavoro manuale e di svariate discipline artistiche, l’uso di “quadernoni” realizzzati dagli allievi in alternativa ai libri di testo, ma altrettanto importante è un altro aspetto della sua particolare impostazione.

La pedagogia steineriana è infatti una delle prime teorie pedagogiche ambientaliste.

Nelle scuole materne il materiale didattico è di esclusiva provenienza naturale, non si usano cioè oggetti e giocattoli di plastica dalle forme stereotipate e commerciali.

Legni, sassi, lana, cera d‘api, cordicelle, conchiglie sono i compagni di gioco dei piccoli frequentatori degli asili steineriana nei quali il contatto diretto con la natura viene privilegiato a qualunque altri tipo di attività ludico- didattica.

Anche le bambole sono realizzate in stoffa in maniera artigianale. Il più delle volte sono le stesse mamme e nonne che preparano con cura “religiosa” questi oggetti dai lineamenti delicati, per non turbare la libertà immaginativa dei bambini.

Per le attività grafiche vengono utilizzati pastelli a cera ed acquarelli, realizzati con “ingredienti” minerali e vegetali.

“L’asilo Waldorf non è un mondo di adulti rimpiccioliti ad arte..è uno spazio costruito in modo artistico con il minor numero possibile di cose “finite”….il lavoro in casa, in cortile e in giardino produce un’atmosfera produttiva in cui i bambini possono crescere liberi da stimoli ludici preconfezionati” sottolinea Manfred Schulz nel catalogo dell’esposizione sulla pedagogia Waldorf realizzata nel 1994 in occasione del Congresso Internazionale per l’educazione dell’Unesco.

La stessa filosofia pervade anche il metodo di apprendimento nei cicli di studio successivi (elementari, medie e superiori).

“Nelle scuole Waldorf si ritiene particolarmente importante che alle conoscenze scientifiche si affianchi la componente emozionale, animali e piante vengono presentati in modo così vivo, nelle loro caratteristiche ed interdipendenze ecologiche, che gli allievi ne vengono coinvolti anche a livello emotivo” commenta Andreas Suchantke nel catalogo sopraccitato.

Nelle classi medie e superiori numerose sono le esperienze pratiche di coltivazione biologica e silvicoltura.

Dal punto di vista organizzativo le istituzioni scolastiche Waldorf si possono considerare scuole private, anche se molto “sui generis”.

Sono infatti “libere scuole” gestite da libere associazioni senza scopo di lucro. La pedagogia Waldorf viene definita anche “Arte dell’educazione”.

Basilare è infatti la figura dell’insegnante e la sua capacità di proporre gli argomenti di studio in modo attivo e creativo.

Per insegnare in queste scuole è quindi necessario frequentare degli appositi corsi di formazione. ù

Per Informazioni sulle sedi di tali seminari di preparazione e sull’attività e la dislocazione delle scuole Waldorf in Italia è consigliabile rivolgersi alla
Federazione delle Scuole Rudolf Steiner in Italia
Sede operativa: via Montefiorito 11- 40134 Bologna
tel e fax 390516153706
Segreteria : tel e fax 39051383119
segreteria@educazionewaldorf.it
presidenza@educazionewaldorf.it
amministrazione@educazionewaldorf.it

httpv://www.youtube.com/watch?v=-FtuElQ4wBk

Noria Nalli
Noria Nalli
Sono una giornalista free lance e amo raccontare storie...... Dopo una lunga esperienza di ricovero, ho iniziato a scrivere brevi ritratti di corsia per La Stampa di Torino,

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8 Commenti

  1. e se si adottasse invece un modello stirneriano? :DDDD

    • ahahah Max Stirner e il suo "Unico"...;) ma i bambini sono naturalmente anarchici....non pensi ? 😀 non hanno bisogno di mediazioni intellettualistiche....sviluppano la loro personalità se crescono in un ambiente lontano da eccessivi condizionamenti del mondo degli adulti...l'aspetto spirituale comunque è importantissimo per loro, una spiritualità che non coincide con dogmatismi e indottrinamento, un senso della trascendenza buono e sano, una religiosità della natura.....

      • ...appunto. conserviamoli.... 🙂

  2. conosco le scuole steineriane, ero intenzionata a mandarci mio figlio, per permettergli di crescere in un ambiente sui generis, a contatto con la natura, e fuori da schemi che vanno stretti e che spesso involvono i bambini invece di estendere le loro conoscenze. A Roma però ci sono pochissime scuole steineriane ed essendo una grande città sono lontane dal mio quartiere... ;(

    • ...quindi...? cosa gli tocchera'?

  3. non sapevo dell'esistenza di queste scuole e ti ringrazio per avermi dato la possibilità di conoscere questo tipo di educazione.
    Non ho mai condiviso i metodi di studi, sin da quando andavo io alle scuole...troppi libri, troppi nozioni e uso della memoria "a corto"...perche poi, dopo pochi mesi, dimentichi tutto.
    certo, stimolare la fantasia, l'artisticità di una persona sin dalle elementari potrebbe aiutare a decidere che "ramo" prendere quando si è più avanti con gli studi
    Poi mi piace il rapporto con la natura, o comunque cose naturali...anche se poi tornerei a scrivere con gli uniposca al cesso della scuola ahahha

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