Prepari la colazione ma ti scivola la caffettiera dalle mani e la rovesci sui fornelli.
Ti chiedo cosa tu abbia e tu con un sorriso dolce ma stretto mi dici che non è nulla, che stai bene, una distrazione.
Pensieri, tanti pensieri girano vorticosamente nella tua mente. Ti faccio sedere sul divano, al resto ed ai bambini da portare a scuola ci penso io.
Hai bisogno di tranquillità e di stare sola. Vorrei avere la bacchetta magica per alleviare il tuo dolore, il disincanto di qualcosa che non riesci a spiegarti in fondo ma non importa, non mi interessa.
Io ti amo e qualsiasi cosa tu stia elaborando amo anche quella.
Il giorno che ti ho sposato ho unito la mia anima con la tua, pregi e difetti, passato, presente e futuro, tutto è entrato nel mio circuito vitale. Adesso che sei in difficoltà non ti lascio sola, ma con te stessa.
Amore ti conosco quanto basta per sapere che hai tutta la forza per riuscire a superare anche questo momento, ne abbiamo visti di diversi e di peggiori e la tua strada tornerà di nuovo in pianura.
Dietro la montagna c'è sempre un laghetto dove rinfrescarsi e sentire addosso il tepore del sole.
Facciamo colazione e tu dal divano ci sorridi, io faccio fare un gesto ai bimbi con la mano, un bacio volante
che arriva dritto dritto al tuo cuore. Li lavo e li sistemo, mentre anche io mi aggiusto e dalle scale guardo il tuo viso.
Sei con le gambe rannicchiate con la tazza di tè in mano e guardi fuori.
Tristezza e malinconia sono tue compagne in questo momento e niente e nessuno ti può distogliere da questo stato. E sia.
Io sono qui, presente, discreto come un soffio di vento,pronto all'occorrenza, dovessi averne bisogno.
Ho imparato con l'esperienza che funziona così, lo spazio vitale deve essere aperto, devi poter respirare e sospirare; piangere.
Siamo pronti ad uscire ed i bambini un po' incuriositi si avvicinano a te dandoti un bacio dolcissimo, lento e calmo.
Come si fa con quelle antiche icone dei santi nelle chiese. Ti passo vicino e ti accarezzo semplicemente i capelli, ti guardo sorridendo senza dire nulla ed apro la porta. Prima di richiuderla un altro cenno con la testa ma tu sei già lontana.
Rivolta alla finestra, nel tuo mondo, dove devi combattere la tua guerra e io non posso essere il tuo scudiero, ma solo il narratore, che guarda con occhi lucidi la tua sofferenza e la tua dignitosa tristezza, con la speranza
che un giorno tu ne possa uscire vincitrice. E ce la farai, credo in te. Altrimenti non sarebbe amore.
Chiudo la porta cercando di riordinare le idee per la giornata ma già so che non ci riuscirò.
a volte è proprio questo di cui si ha bisogno: rimanere con sé stessi
si...comincio ad avere il manuale d'uso di questa vita...spero di usarlo bene per le prossime occasioni... 😉