Gli Angeli di Lucifero

Recensioni Vito Tripi

di Vito Tripi

Lucifero, Satana o più semplicemente il Diavolo è da sempre, per i credenti, l’incarnazione del Male. E negli ultimi anni la cronaca nera nostrana ha ospitato, purtroppo, sempre di più il Principe delle Tenebre sulle varie colonne dei giornali. Ed è proprio seguendo una scia di zolfo che si sviluppa uno dei thriller più intriganti e articolati, stile scatole cinesi, degli ultimi mesi. Si tratta de Gli Angeli di Lucifero edito dalla Mursia a firma di Fabrizio Carcano. Allora dove far cominciare la nostra storia? Nella Milano seicentesca afflitta dalla peste dove si aggira il Marchese Ludovico Acerbi meglio noto come il “Diavolo di Porta Romana”…No allora nel dicembre del 1976 quando vicino al cimitero di Chiaravalle viene trovato il corpo carbonizzato di una studentessa…Ancora no, allora a metà degli anni Novanta quando un auto con a bordo un quartetto di adolescenti, noti come gli Angeli di Lucifero, si schianta fuori strada…Forse questa storia, come tante altre, è come un cerchio, un Cerchio del Male, che non ha un inizio e neppure una fine.

Ma immaginiamo di essere nel giugno 2009 a Milano, e in questa calda estate qualcuno profana la tomba del Marchese Acerbi. Tutto fa pensare ad atto vandalico di qualche setta satanica e nulla più, ma da lì a poco si verificano in rapida successione tre misteriosi omicidi, compiuti e rivendicati dalla stessa mano. Le vittime portano tutte cognomi di casate che, nella Milanodel Seicento, ebbero rivalità con quella del marchese Acerbi. Ad occuparsi dell’indagine è il commissario Bruno Ardigò, che si trova tra i piedi l’amico giornalista Federico Malerba, cronista per “La Voce Lombarda”, tirato dentro in questa storia da una serie di messaggi anonimi che portavano a delle misteriose pergamene. Insieme si muoveranno su binari paralleli per scoprire tracce sempre più oscure e minacciose che riportano ad una vendetta lunga trent’anni…

Ora veniamo all’autore: Fabrizio Carcano milanese doc e classe 73 è un giornalista professionista, ha iniziato a scrivere nel 1992 sulle colonne del “Giorno”. Successivamente ha collaborato con le testate “La Notte”, “La Prealpina”, TgCom, “Affari Italiani” e “La Padania”, dove attualmente lavora come redattore politico. Egli ha avuto la pazienza di rispondere ad alcune nostre domande.

Dott. Caracano quanto, e se, la sua esperienza giornalistica ha inciso nella stesura de Gli Angeli di Lucifero?

“Sicuramente ha inciso moltissimo. Come si può intuire sia dal mio tipo di scrittura, impostata con un stile incalzante, molto cronachistico, sia per il tipo di impostazione data al romanzo. Non a caso uno dei due protagonisti è un giornalista di cronaca nera, un giornalista dotato di un invidiabile fiuto per la notizia, che si getta a testa bassa nella conduzione di un indagine parallela a quella delle forze dell’ordine. E nel libro racconto anche i meccanismi che regolano il lavoro in un giornale, con le annesse pressioni. Possiamo tranquillamente dire che questo romanzo è stato scritto da un giornalista che sta provando a cimentarsi come scrittore.”

 

Il suo libro è, in un certo senso, un ponte storico tra gli anni bui della Peste e i recenti crimini a sfondo esoterico?

“Intanto facciamo una premessa: sono un innamorato cronico, un innamorato perso, della mia Milano. Un amore corrisposto, tutto sommato. Una città moderna, che brucia il presente, sempre rivolta al futuro, eppure una città che ha un passato da riscoprire e da valorizzare. E indubbiamente i secoli più intriganti nella storia milanese sono quelli che vanno dal 1400 al 1600. Quest’ultima, la Milano del 1600, la Milano della peste, degli untori e delle streghe, mi ha sempre intrigato. E la Milano di oggi mi intriga ancora di più. In questo libro ho cercato di descriverle entrambe, attraverso una trama gialla che si snoda pagina dopo pagina, trascinando il lettore in una sorta di viaggio negli angoli nascosti della nostra città, nel cuore oscuro e occulto di Milano – eredità per l’appunto di un passato che trova il suo periodo più oscuro proprio nella Milano seicentesca – nella Milano che si estende tra Piazza Vetra e Sant’Ambrogio, nei vicoli storici, ancora oggi zeppi di simboli legati all’esoterismo, simboli che chiunque di noi può vedere. Basta avere gli occhi attenti per scorgerli e questo mio romanzo in qualche modo può essere un aiuto… Ovviamente la Milano del 2009 descritta ne Gli Angeli di Lucifero è discendente della Milano seicentesca, la Milano della paura, della superstizione, del terrore. La Milano del marchese Ludovico Acerbi, il Diavolo di Porta Romana, un personaggio realmente esistito, un nobile seicentesco temutissimo dal superstizioso popolino terrorizzato dalla peste, un personaggio che mi ha immediatamente catturato per l’alone oscuro che lo circondava…”

 

I suoi protagonisti, Malerba e Ardigò, sono quanto mai antipodici tra loro ma complementari ha avuto qualcuno a cui ispirarsi per le loro psicologie?

“In uno dei capitoli iniziali del romanzo, descrivendoli e presentandoli al lettore, li definisco un ateniese e uno spartano: entrambi ‘greci’, nel senso classico del termine, eppure opposti. Uno, il commissario Ardigò, duro, freddo, taciturno, l’altro, il giornalista Malerba, frivolo, chiacchierone, emotivo. Diversi eppure amici e legati da un filo comune: la fatica a vivere il presente, a trovare un equilibrio, a godersi la vita. Due che hanno paura dei sentimenti e per questo si rifugiano nel lavoro che diventa un’ossessione. Catturare un assassino e piazzare uno scoop in prima pagina è la molla che li spinge ad alzarsi al mattino e stare in ufficio fino a notte fonda, eppure alla fine, seppur aridi ed egoisti, sono due ragazzi che hanno una morale e un cuore. In entrambi i personaggi ho messo qualcosa di mio, diciamo i miei difetti e le mie debolezze. Spero ne sia venuto fuori un bel mix.”

 

Oggigiorno siamo sempre più inondati di thriller dalle ambientazioni angloamericane o scandinave com'è stato scrivere una storia ambientata in Italia?

“Bello ed appassionante. Pagina dopo pagina mi sembrava di far vivere la mia Milano, nero su bianco. Ed è quello che spero di aver trasmesso ai miei lettori, far vivere anche a loro le stesse emozioni che la bellezza e i misteri di Milano esercitano quotidianamente su di me. Con questo romanzo spero di aver tracciato un affresco di una Milano reale, con tutti i suoi pregi e difetti e con tutto il suo bagaglio storico e artistico, compresa la sua parte più oscura, occulta e misteriosa. Misteri e segreti che tutt’oggi permangono e sono realmente sotto gli occhi di tutti noi. Per fare un esempio: la Colonna del Diavolo, in piazza Sant’Ambrogio - teatro stando alle leggende milanesi di un scontro fisico, estramemente violento, tra il santo patrono e Lucifero, il quale barcollando finì per conficcare le sue corna nella colonna, creando i due fori paralleli dove appoggiando l’orecchio si sentirebbe ancora echeggiare il suo grido dall’inferno – resiste da più di 16 secoli a tutto quanto di distruttivo si è abbattuto sulla nostra città: dal Barbarossa agli spagnoli, dagli austriaci ai francesi fino ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Nessun invasore o nessuna guerra l’ha abbattuta. Se questo non è un mistero… Questo è tanto altro è quello che spero di trasmettere ad ogni mio lettore con il mio Angeli di Lucifero. Ed è questo, in generale, che mi fa preferire i giallisti nostrani ai colleghi americani e scandinavi…”

TITOLO: Gli Angeli di Lucifero

AUTORE: Fabrizio Carcano

EDITORE: Mursia

PAG: 715

PREZZO: €22,00

 

Vito Tripi
Vito Tripi
Vito Tripi collabora con l’Agenzia Stampa Deigma Comunicazioni specializzata in uffici stampa culturali, religiosi, sociali e tecnico-scentifici, con le Riviste “Charta Minuta” e “Storia del ‘900” “L’idea il giornale di pensiero” Dal settembre 2007 è opinionista cinematografico per l’emittente TeleVita nel programma “Lungometraggio” Ha curato la Rubrica Cinema e Libri per il periodico on-line www.nannimagazine.it Cura la Rubrica d’arte “Gallerie Romane” per la radio Vaticana nel programma “Attualità della Chiesa di Roma” Cura la Rubrica Arte&Libri per il mensile “Il Giornale del Lazio” Curatore della manifestazione letteraria “Genius Loci” presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Verga

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