Gli occhi tuoi verdi come il mare di Anzio di K. Lojelo

Racconti Karen Lojelo

Marta, Marta …anche oggi non ti ho vista. Ho voltato l’angolo serrando le palpebre e sperando di trovarti alla fermata ma tu non c’eri. Il mio capo dice che sono troppo distratto e vorrebbe sapere dove ho la testa. Dove ce l’ho Marta? Tu lo sai dove sta la mia testa. Sta tra le tue gambe quasi sempre e ogni tanto cerca di leggere nei tuoi pensieri. Perché quello che dici non combacia mai con quello che fai e io ho finito il malox e non ci vado a ricomprarlo perché quello della farmacia mi guarda sempre male e io non lo sopporto, sembra volermi dire ogni volta che lo sa, lo sa che sono senza speranza e invece di imbottirmi di malox dovrei smettere di pensare a te.

Mi sono sempre chiesto perché quel signore coi baffi che abita nel mio palazzo certi giorni mi saluta e altri no. Poi stamattina finalmente ho capito, l’ho visto scendere dalle scale, mentre aprivo l’ascensore, con un gran sorriso e un buon giorno, e, un istante dopo un altro lui che entrava dal portone senza salutare.

Cazzo ci sono due signori coi baffi nel mio palazzo e in cinque anni non lo avevo mai capito. Marta tu mi hai fritto il cervello. Marta, Marta, il mio amico Giulio me lo dice sempre che questi giochi psicologici vanno interrotti sul nascere. Io ti inseguo e tu sfuggi e quando mi fermo ti giri a guardare se sono ancora lì e inizi tu a camminare verso di me.

Giulio me lo ha ripetuto anche ieri sera al pub, mi ha detto Marco devi essere più zen. Io l’ho guardato con un punto interrogativo nello sguardo e lui con il massimo della naturalezza ha continuato: Vedi, la filosofia zen si può riassumere in due parole, sti cazzi. Te lo devi ripetere tutte le volte che inizi a farti pippe mentali Marco, sti cazzi.

Lo dice lui, che gioca da sempre alla vittima col carnefice. Lui è la vittima e sua moglie il carnefice. Non so se se ne rende conto, ma io non sono come lui. Non mi impiccio della vita degli altri, mi ripeto che lo saprà e forse gli sta bene così. Invece lui classifica tutti. Mentre Guido sistemava i tovagliolini sul tavolo ieri continuava a ripetere Maniacale, sei maniacale Guido, devi smetterla. E alla ragazza del bar che sposta i liquori nervosamente ogni volta che il suo collega gli cambia posto l’altro giorno ha detto senza esitare: Ossessiva compulsiva eh? Se l’è guardata ammiccando, come se gli stesse dicendo, bella giornata oggi…

Lei ha strabuzzato gli occhi poi senza rispondere ha continuato a passare lo straccio sul bancone e asciugandosi le mani sul grembiule subito dopo è uscita di corsa a fumare una sigaretta.
Quella è nevrotica. Ha poi aggiunto guardandomi Ma non le hai appena detto che è un’ossessiva compulsiva? Ho risposto io. Beh si vede che ha più di un problema ha decretato lui scolandosi l’ultimo sorso di birra e sbattendo il bicchiere sul bancone soddisfatto.

Quella laurea in psicologia secondo me gli condiziona troppo la vita. E pensare che fa il netturbino poi, non gli è servita a niente, la usa solo con noi. Con gli amici e anche con gli estranei, ma insomma nessuno lo paga per farsi dire in che categoria rientra.

Marta, Marta, perché sei così bella? Per combattere l’ansia non faccio che pulire casa e mettere in ordine sperando di riordinarmi anche i pensieri ma tu non chiami mai.

Giulio ha ragione comunque, devo smetterla, adesso non ti inseguirò più, non devo passare le giornate ad aspettare le tue telefonate. Devo liberare la mente. Magari esco con Sara che telefona tutti i giorni, anche se Giulio dice che è isterica, magari lo è per colpa mia che non le rispondo mai al telefono.

Oddio il signore coi baffi è sulla metropolitana, e ora come faccio a capire se è quello che saluta o quello che non saluta? Ma possibile che sti due sono così uguali? Va beh, mi giro dall’altra parte, ora sono occupato. Sto cercando di convincermi che non ti aspetto più Marta, ma intanto controllo il cellulare che non si sa mai, magari hai mandato un messaggio.

Buongiorno, va al lavoro? Mi volto di scatto, era quello che salutava, cerco di metterlo a fuoco, di osservare i particolari del suo viso per riconoscerlo una volta per tutte da quello che non saluta mai.
Buongiorno… eh sì vado a lavorare e lei? Rispondo cercando di essere cortese, bisogna mantenere i rapporti di buon vicinato, potrebbero sempre tornare utili.

Io vado al cimitero, come tutti i lunedì, sa mia moglie è morta da tre anni, la domenica la gente fa un gran casino al cimitero, trovo sempre la tomba in disordine, spostano i fiori, lasciano le cicche, sporcano tutto, io devo sistemare. Risponde lui senza fare nemmeno una pausa tra una parola e l’altra. Uhm… ossessivo compulsivo forse, penso io scrutandolo incuriosito. Poi cerco di scacciare quel pensiero ripetendomi che Giulio sta attaccando questo vizio assurdo pure a me.

C‘è una ragazza di spalle con i capelli rossi, sembri tu Marta e io per un attimo smetto di respirare, finché non si gira e capisco che non sei tu. Vorrei sapere dove cazzo sei. Perché non ci sei mai e allo stesso tempo stai sempre qui nella mia testa e io ti parlo tutto il giorno e tu non senti, non senti. Oppure ho questa impressione solo perché non mi rispondi.

Tutta colpa di mia madre e i suoi romanzi sull’amore, mi ha cresciuto mettendomi in testa questa storia dell’amore che ti prende alla pancia e lo riconosci dagli occhi. Io la prendevo sempre in giro ma alla fine me lo ha infilato in testa comunque. Il giorno che ti ho vista, Marta, te e gli occhi tuoi belli, verdi, come il mare di Anzio Marta e quando ansimavi tra le mie braccia ti sentivo alla bocca dello stomaco.

Giulio dice che l’amore non esiste, anche se mi ha regalato quel maledetto cd di Zucchero de la session cubana, o come cavolo si chiama, dove c'è quella maledetta canzone che mi fa pensare a te... e ogni volta che me lo dice io penso e allora Marta cosa cazzo sei tu? E mi torna in mente quella frase di Massimo Bisotti: Se l’amore non sei tu, l’amore non esiste.

Già se non sei tu, non esiste Marta, tu e gli occhi tuoi belli, verdi, come il mare di Anzio, che è inquinato ma a me è sempre piaciuto lo stesso. Come te che non sei perfetta ma sei così bella…

Mi sono scordato di scendere alla mia fermata, la metropolitana è arrivata al capolinea. Sti cazzi, come dice Giulio, non mi va di andare a lavorare oggi e me ne torno a casa. Faccio un viaggio all’indietro ma dal finestrino si vede solo il muro, così senza panorami da osservare rivedo la mia vita organizzata e precisa fino a quando non sei arrivata te. Così fottutamente perfetta e… vuota. E io che ti ho fatto scappare per poterti inseguire. Perché in fondo la felicità mi ha sempre fatto troppa paura.

Volto di nuovo l’angolo, non spero più di incontrarti Marta, te e gli occhi tuoi verdi come quel mare inquinato. Apro il portone, squilla il cellulare, è Giulio. Non rispondo. Mi dovrà dire che ha capito che sono paranoico. Salgo le scale e tu sei lì Marta, che piangi seduta davanti alla mia porta di casa. Alzi il viso e apri gli occhi, mi guardi, con gli occhi tuoi belli e verdi come il mare di Anzio all’alba quando sembra più pulito.

Il signore coi baffi scendendo ti scavalca facendo finta che tu non esista, è quello che non saluta.

Non ci voglio uscire con Sara, penso guardandoti, facesse pure l’isterica, sono fatti suoi. Ti porto dentro casa e ti spoglio, ti bacio il seno e penso che voglio morire così, tra le tue gambe. Che se l’amore non esiste non me ne frega niente, io voglio te, anche se l’amore non esiste.

httpv://www.youtube.com/watch?v=OiGX3qnQrWU

Sabor A Ti - Zucchero - La Sesion Cubana

Karen Lojelo
Karen Lojelo
Karen Lojelo, nasce a Roma il 25 giugno del 1976. Ha pubblicato 'L’amore che non c'è' romanzo 2008), la raccolta di poesie 'Binario 8' e 'l'ebbrezza del disincanto' (romanzo 2012). Nel 2013 è andato in scena uno spettacolo teatrale scritto da lei: Riflessi con la regia di Virginia Pavoncello. Nel 2018 è uscito il romanzo 'Non ti scordar di te' edito da Viola editricee vincitore del premio speciale della giuria al concorso internazionale Montefiore, subito dopo 'Margherita' una raccolta sui generis di racconti e monologhi su questo personaggio immaginario e dedicata alla sensibilità femminile. A novembre 2018 viene pubblicata una nuova edizione indipendente rivisitata e corretta di 'Binario 8', poesie strettamente collegate con i racconti di 'Margherita'. A breve è prevista anche l'uscita di un'antologia di racconti da lei curata con la partecipazione di altri scrittori tra cui nuovi autori e nomi noti. Gestisce un sito multi autore che promuove la scrittura e l’arte in tutte le sue forme //www.wordshelter.it/ Il suo sito personale //www.karenlojelo.it/

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12 Commenti

  1. Un racconto un po' ossessivo compulsivo... ma interessante.

  2. sti cazzi. soprattutto quando il malox è finito...gran bella finestra aperta su situazione quotidiano-metropolitana che qui in campagna mi manca un po'. salutiebaci

  3. come disse una persona: "c'è qualcuno che sta peggio". Guido classifica, ma forse si dimentica di utilizzarne le informazioni che riceve per riuscire a trovare il suo di equilibrio... comunque molto interessante l'associazione dei suoi occhi verdi come il mare di anzio che è bellissimo ma in fondo inquinato... e chi non lo è? siamo quello che viviamo e considerando dove viviamo... meglio non pensarci sennò Guido direbbe che rientro nel depresso cronico che non vede speranze per il futuro.

    • eheheh già qualcuno sta peggio.... e non esiste una persona perfetta,nemmeno quella amata, rendersene conto e amarla lo stesso è un passo avanti.

  4. Personalmente ho sempre odiato Anzio e il suo mare però, a parte il titolo, il racconto prende, scorre, si vuol sapere dove va a parare...l'amore, certo, quello vero, sincero, che forse è quello dell'uomo che va tutti i lunedì a trovare la moglie al cimitero...

    • Nemmeno a me è mai piaciuto tanto il mare di Anzio, infatti Marco sa benissimo che è inquinato come un po' tutti lo siamo, citando Mariella che ha colto nel segno... forse è proprio per questo che mi è venuto in mente questo paragone. Per sdrammatizzare l'idealizzazione della persona amata. E l'amore quello vero, sincero... chi lo sa se esiste... forse è quello del signore che va al cimitero, forse è proprio quello di Marco per Marta che in fondo la vuole per quello che è, forse nessuno dei due, ma è comunque 'qualcosa', in fondo non è così importante dargli un nome.

  5. Forse quello che vedi una volta, lo vedrai per sempre.

  6. Mi ricorda una certa signorina delle margherite....

  7. "Maniacale, sei maniacale Guido, devi smetterla...". Quanto mi rappresenta questa frase!


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