"I vampiri di Ciudad Juarez": incubo messicano

Recensioni Vito Tripi

Se si apre una cartina del Messico e si cerca la città di Ciudad Juarez la si troverà nell’estremo Nord del Paese situata sulle rive del Río Grande di fronte alla città texana di El Paso, nello stato del Chihuahua (sì può far ridere ma è così). Cosa ha di speciale questa città? Oltre ad essere la quinta città più grande nel Messico ed anche un centro industriale con un forte sviluppo, con quasi un milione e mezzo di abitanti, è considerata la città più pericolosa del mondo, davanti a Caracas e a New Orleans. Difatti da anni è devastata dalla guerra tra i cartelli della droga per il controllo del traffico di cocaina verso gli USA.

Ma non è solo questo purtroppo. Dal 1993 Juarez è famosa a causa degli innumerevoli omicidi perpetrati ai danni di giovani donne, generalmente di umile estrazione sociale e impiegate nelle numerose "maquiladoras", fabbriche in cui si producono i beni d'esportazione destinati al primo mondo. Ad oggi si contano quasi 5000 assassinii, contando sia cadaveri rinvenuti nel deserto che ragazze scomparse e non ritrovate. Quasi tutte le vittime hanno caratteristiche comuni: in genere sono di statura minuta, con i capelli lunghi e scuri; l'età media è compresa tra i 14 e i 40 anni, anche con casi di ritrovamenti di bambine di 10 anni.

Tutte le vittime subiscono lo stesso trattamento: rapite sulla strada del lavoro oppure mentre tornano a casa, vengono violentate, torturate, mutilate e uccise. Infatti nella maggior parte dei casi i cadaveri portano i segni delle estreme violenze subite: stupro, morsi ai seni, segni di strangolamento, crani fracassati, pugnalate, percosse.

Spesso il viso appare irriconoscibile e il corpo bruciato. Una delle cause di questo femminicidio è soprattutto la coltre di omertà che circonda la città messicana e che coinvolge magistrati, giudici, politici e poliziotti, molti dei quali legati al narcotraffico e alla mafia locale. È stato girato un film di denuncia sul femminicidio di Ciudad Juàrez con Jennifer Lopez e Antonio Banderas intitolato "Bordertown" (2007), sostenuto dalla campagna di Amnesty International contro i delitti della città messicana.

A casa nostra si sono occupati di questo tema lo scrittore pulp Danilo Arona con il suo “Finis Terrae” e la Bonelli con il suo fumetto “Dampyr” che ha ambientato a Juarez numerose avventure. Ovviamente un tema così delicato e oscuro non poteva lasciare indifferente la Gargoyle Books la quale pubblica un libro dal titolo emblematico “I vampiri di Ciudad Juarez” di Clanash Farjeon. Prima due parole sull’autore. Clanash Farjeon è il nome anagrammato dell’attore inglese Alan John Scarfe. Di Scarfe la Gargoyle ha già pubblicato “Le memorie di Jack lo Squartatore” (2008), suo primo romanzo definito dalla critica “horror sociale”. “I vampiri di Ciudad Juarez” fa parte di una trilogia che Gargoyle pubblicherà da qui al 2012. Seguirà infatti “I vampiri dell'11 settembre” e poi “I vampiri dello Spirito Santo” (in fase di stesura).

Il libro si apre, e si svolge, nel 1997 in una piccola clinica privata di Città del Messico, “Nostra Signora di Santa Monica”, in cui nella stanza 407, un certo Florido Batista Morales muore per un arresto cardiaco complicazione di una liposuzione fatta male. Questo nome potrebbe non dire nulla ma è lo pseudonimo di Amado Portillo leader dell’omonima famiglia di narcotrafficanti che detta legge a Ciudad Juarez. Ma quello morto in realtà non è Amado ma il suo grasso e stupido fratello Vincente…La scena si sposta a Londra dove facciamo la conoscenza del nostro protagonista il giornalista Michael Devenport. Reporter per la rivista “Enigma” che si propone di “esaminare razionalmente i fenomeni irrazionali”.

Michael risulta immediatamente un personaggio odioso, ipocondriaco, lagnoso, petulante, e anche un po’ tirchio. Ma ha anche dei pregi è appassionato di riprese con la fissa dei deserti e dei felini. Per curarsi un incipiente influenza riesce a farsi mandare dalla sua rivista negli States, in particolar modo tra Miami e Los Angeles, per trovare qualche scoop interessante. Solo che il suo viaggio subirà degli imprevisti arrivato a El Paso conoscerà Chuck, ex agente dell’antidroga, che ha un conto in sospeso con Portillo, e la vista di una tigre bianca siberiana in fuga lo porterà ad attraversare il confine col Messico dritto a Juarez.

E lì una ripresa di troppo (il volto di Amado proprietario del felino) lo catapulterà nell’inferno dei narcos. Per recuperare la cassetta e il prezioso passaporto dovrà arrivare nel QG dei Portillo e da lì entrare nel loro mondo fatto di torture, sangue e mostruosità. Il tutto con il beneplacito delle autorità locali e soprattutto dell’intelligence americana che ha tutto l’interesse a mantenere lo status quo.
Michael assisterà a riti d’iniziazione abominevoli, e si renderà conto di quanto potere politico, denaro, droga e stregoneria sono tra loro collegati.

Farjeon/Scarfe, anche se con una vena di sarcasmo, fa una denuncia al sistema capitalistico, e a tutti coloro che detengono un potere illimitato, che li depriva di qualsiasi senso umano ed etico. Difatti i suoi vampiri non hanno nulla a che fare con gli stereotipi letterari classici o cinematografici. Non sono romantici e diafani, né tanto meno tenebrosi o problematici. Sono spietati, arroganti volgari e prevaricatori specie la sensuale Cecilia Portillo. Non sono immortali, non temono la luce del sole, le stesse fantomatiche zanne sono un bel punto interrogativo. L’autore dà le sue stoccate politiche inserendo Barbara Bush ed un afroamericana che ricorda (anche troppo) Condoleeza Rice nell’entourage dei Portillo. Anche il finale è tutt’altro che rassicurante.

Titolo: I vampiri di Ciudad Juarez
Autore: Clanash Farjeon
Editore: Gargoyle Books
Prezzo: € 14,00

Vito Tripi
Vito Tripi
Vito Tripi collabora con l’Agenzia Stampa Deigma Comunicazioni specializzata in uffici stampa culturali, religiosi, sociali e tecnico-scentifici, con le Riviste “Charta Minuta” e “Storia del ‘900” “L’idea il giornale di pensiero” Dal settembre 2007 è opinionista cinematografico per l’emittente TeleVita nel programma “Lungometraggio” Ha curato la Rubrica Cinema e Libri per il periodico on-line www.nannimagazine.it Cura la Rubrica d’arte “Gallerie Romane” per la radio Vaticana nel programma “Attualità della Chiesa di Roma” Cura la Rubrica Arte&Libri per il mensile “Il Giornale del Lazio” Curatore della manifestazione letteraria “Genius Loci” presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Verga

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