Adesso le mie preghiere
soggiacciono ad una legge severa.
Caverò il miele dall’ultimo favo,
e col riposo nel cuore
guarderò in faccia l’ultima sera.
Il mio pensiero vola a te
nell’aria pigra,
con ali di sparviero,
con ali di sparviero…
Mi hai regalato più di quanto potessi
sapere o sperare in due e più vite, ragazza,
con i tuoi seni precisi
e profumati come cedri maturi,
i tuoi lunghi e selvaggi capelli,
e la quiete negli occhi freschi e intelligenti
la quiete negli occhi freschi e chiari.
La strada è dura e impervia,
porterò poche cose,
partirò quando i grilli cantano.
E non c’è dio o satanasso
che possa fermare l’incedere
di questi vecchi stivali.
La mia mano è spessa e callosa, ma sa carezzare,
i miei intenti onesti,
ed ho comprensione di cose che tacciono.
Se al sesto giorno non mi vedrai arrivare,
allora qualcosa di grosso e terribile
si sarà abbattuto sulle terre che ci separano…
qualcosa di grosso e terribile.
Le stelle e il vento mi sono amici,
parto con la mia coda di scoiattolo
legata alla cinghia.
Massimo Triolo
davvero evocativo, bello!!!!!