Il giorno che ti incontrai la prima volta,
l'aria era gelida d'inverno
ed io ero così satura di sogni,
da non vedere i tuoi fili d'argento.
Passarono diversi mesi,
carichi di quella gioia un po' inconsapevole
dell'adolescenza,
ci trascinavamo attraverso le vie
di questa città che non mi era mai apparsa
così bella.
Era già quasi estate la prima volta
che sentii i lacci stringermi i polsi e le caviglie.
Le tue parole erano taglienti
e il tuo silenzio mi soffocava.
Non posso più dormire
ora che i sogni mi hanno abbandonata
gocciolando via dagli occhi,
spremuti dal tuo ego straripante di
inconsapevole sicurezza.
Mi rigiro nel letto per ore,
non riesco a ricordare
le tue labbra
pronunciare quella
parola
che non diciamo mai abbastanza.
E il nostro tempo assieme,
quella voglia di condividere
i piccoli spicchi gialli
della nostra parte di città?
Sento solo quei fili d'argento ora,
stringono,
stringono,
e i miei occhi sono velati dalla
tristezza grigia
di non poter più
essere me stessa
con te.
Potrei sempre tranciare i tuoi lacci,
mi dico,
ho nascosto un paio di
forbici
nel cassettino accanto al mio letto.
Ma poi,
cosa sarebbe una bambola,
senza il suo burattinaio?
Non posso più dormire
ora che i sogni mi hanno abbandonata
gocciolando via dagli occhi
e i miei occhi sono velati dalla
tristezza grigia
di non poter più
essere me stessa
con te.
bellissimo...
è passato tanto tempo
ma ricordo la sensazione come se fosse ieri...
BELLISSIMA..... mi immedesimo...è esattamente ciò che stò vivendo ora!