Incrocia su di me
i tuoi occhi lunghi e affilati
[tagliami]
senza chiedere perdono.
Il sangue che scorre
mi ricorda che la vita esiste
[in qualche modo]
Il segno del comando
nella notte cannibale
che tutto brama
che tutto annienta.
[Seguimi]
lungo lo spicchio di cielo
incastrato sulla città sfinita
e violenta,
abbandonata
sul ciglio della strada.
Le tue mani [su di me]
sono languide radici
strappate
al pugno violento del mondo
radici compresse
mani annerite dai colpi
speranza del cuore trafitto.
Portami con te
sui gradini
che non si piegano
sotto i piedi lacerati
[i nostri]
[Portami con te]
attraverso
questo paese distrutto
sulle lacrime estinte.
Ksenja Laginja
Ksenja Laginja (Genova, 1981), giovane artista impegnata nella ricerca poetica e delle sue contaminazioni in campo musicale e visivo. La sua ricerca artistica attraversa il disegno, la scrittura e la performance. Co-fondatrice del progetto “Cani dall’inferno”, dal 2004 organizza a Genova e dintorni Reading di poesia. Da anni si muove nel mondo dell’autoproduzione, seguendo la filosofia del D.I.Y., sfociata nella creazione della fanzine “Neoprene” [Testi autonomi per organi autonomi] e nella pubblicazione di raccolte di poesie e racconti. Alcuni dei suoi testi sono presenti su Antologie poetiche e riviste cartacee e online. Con le sue opere ha partecipato a esposizioni personali e collettive.
[Continua la sua ricerca]
c'è rabbia, ma anche come un urlo soffocato.
il segno di un comando che vibra nell'aria ma non fino in fondo. quasi tronco
Una voce nella notte - tesa e vibrante.
Grazie a te