In una notte velata di foschia,
con la luna a farle da lampione,
il pianto con cura lavava via
i piccoli dolori di un grande amore.
Un prato la sua casa, un pino il suo soffitto
e una civetta cullava il suo cuore trafitto
dall’incessante paura di amare,
di prendere una mano e improvvisamente volare.
I resti di un mondo antico aiutavan l’immaginazione,
sognava dolcemente di una corte l’atmosfera,
in cui si consumava, con forte passione,
un tenero e fortunato amore d’altra era.
Ma la realtà che fugge l’immaginazione
con ciclonica violenza incalza,
soverchia, distrugge e cancella ogni illusione,
riportandola nel prato a camminare scalza.
A farsi consolare da una stella
che conserva il segreto che il cuor suo favella:
vorrebbe poter provare un amore struggente,
che con intensità si vive spensierati,
un amore da fiaba di cui parla poi la gente…
di quelli senza fine e soprattutto ricambiati.
Nessun commento ancora, aggiungi la tua opinione!