La nuova via dell'horror Italiano

Recensioni Vito Tripi


di Vito Tripi

L’horror nostrano, checché se ne pensi e checché ne vogliano dire i suoi detrattori snob, è in crescita. E quello che rincuora ancora di più e che sono sempre più i titoli a firma di scrittori giovani, che si affiancano ai grandi veterani come Danilo Arona. Altro punto a favore del giovane horror made in Italy è la piccola e giovane editoria che lentamente, ma tenacemente, si fa strada tra i grandi colossi, ormai fin troppo commerciali, sfornando prodotti quanto mai egregi.

Iniziamo questo 2012 con due titoli molto appetitosi l’antologia scritta a quattro mani da Luigi Boccia e Nicola Lombardi, La Notte Chiama e altri racconti, edito dalla Dark House Books, gruppo facente parte delle Edizioni Il Castello, e La Porta di Cagliostro di Massimiliano Brenna per la Felici Editore.

 

La Notte Chiama e altri racconti, con una prefazione ha firma del grande Dardano Sacchetti, prende il nome dalla prima storia, ed è come uno scrigno che contiene cinque perle oscure, cinque vie che conducono verso l’Aldilà. Difatti il tema centrale di quest’antologia è proprio il rapporto col mondo dei morti. Ma è anche un tour oscuro su è giù per lo Scarpone giacché ogni storia ha un’ambientazione differente partendo da Trento fino a Benevento.

La Notte Chiama si svolge a Villa Olmo, località Montelupo nei pressi di Trento, un albergo le cui pareti sono ancora lorde del sangue di un’inspiegabile strage, compiuta sul finire degli anni ’70 dal vecchio proprietario, il quale massacrò sette ospiti più moglie e figlia. Una nefandezza che ha un eco attraverso gli anni sino all’estate del 2010 in cui il nuovo direttore inizia il suo diario personale a fini terapeutici. Difatti l’anno prima egli perse l’amata moglie in un tragico incidente stradale. Ma come si dice anche le parti hanno occhi ed orecchie e alle volte anche un’anima, o molte di più. Inizieremo un viaggio nell’incubo attraverso una narrazione corale, ossia il diario del direttore, quello di Arianna figlia del proprietario assassino, le memorie di un vecchio giornalista che si occupò del caso e i ricordi di Lorenza ambigua cameriera stagionale di Villa Olmo.

Villa Olmo è un grande omaggio al mondo dell’orrore con i suoi numerosi rimandi dall’Overlook hotel di Shining, all’Hotel dell’Emerita de La casa delle anime erranti, del mitico Umberto Lenzi, e nella sua cappella ci si può, in parte, rivedere quella di casa Belasco ossia La casa d’Inferno di Matheson. Ma non bisogna leggere unicamente la componente sovrannaturale di questo racconto ma anche quella di denuncia, ossia l’attacco alla piccola società di provincia attaccata alla forma, ma nelle cui pareti domestiche avvengono violenze ed incesti, sapientemente nascosti pur anche al parroco.

L’Uomo che ride, vede ancora la cornice di una casa dalla sinistra fama, in cui abitò un marito geloso che assistette alla morte orribile della giovane moglie divorata dai ratti. Impazzito si deturpò il volto lasciandosi delle cicatrici che disegnavano un grottesco sorriso da qui divenne “l’uomo che ride”. Adesso in questa casa abita Federico Festa, scrittore di successo, che invita un suo amico, io narrante della storia, perché ha assolutamente bisogno di lui! Il nostro protagonista si troverà catapultato in un incubo fatto di ratti e sortilegi oscuri. Un chiaro omaggio allo stile di Lovecraft e Poe.

Il morbo di Casabuia, vede protagonisti un gruppo di studiosi che osserva un particolare virus, sviluppatosi nei pressi di una casa abbandonata, che vede gli infetti trasformarsi in cannibali. Ma anche qui il protagonista è il passato con i suoi rancori, i suoi odi e la necessità che qualcuno chiuda il cerchio e paghi il suo conto. L’omaggio ai cannibal movie e agli zombie movie è evidente ma, volendo, nel rapporto morboso tra le sorelle Borghi può leggersi un riflesso di Che fine ha fatto Baby Jane?

Liberaci del Male, non rientra nei canoni dell’horror classico, non ci sono zombi, fantasmi o vampiri, ma c’è l’orrore della normalità. Quell’orrore sottile che si nasconde nelle pieghe della vita di tutti i giorni, che vive nelle nostre pareti domestiche. Nella nostra incapacità di amare, di donarci agli altri, di saper accettare il più debole. E’ una denuncia al mondo dell’immagine vanesio e materialista. Un attacco alla famiglia piccolo borghese. Una storia sugli abbracci negati e le parole mai dette o forse sull’amore visto da altre prospettive.

Chiude l’antologia Le Sette Sorelle, che non è una storia contro le compagine petrolifere, bensì un racconto di streghe. Innegabile l’omaggio alle argentiane Tre Madri, ma con una vita propria che parte da un’indagine giornalistica su un crudele serial killer di bambine sino ad una verità sconvolgete ed un finale inquietante.

Indubbiamente un’antologia intrigante e appassionante con una peculiarità, non si saprà mai chi ha scritto cosa, difatti alle storie non corrisponde il nome di uno dei due autori. Ottima scelta così il lettore sarà in grado di apprezzare entrambi gli autori senza fare un distinguo o una preferenza. Autori tra l’altro già pratici del genere: Boccia, già direttore di Weird Tales, è attualmente in libreria con un interessante saggio sui licantropi scritto a quattro mani con Simonetta Santamaria, mentre Lombardi ha firmato I Ragni Zingari per le Edizioni XII.

 

La Porta di Cagliostro, ha come protagonista il Male puro e semplice. Difatti l’autore ci regala una piccola e interessante introduzione intitolata, appunto, Che cos’è il Male?

La nostra storia inizia alla mezzanotte del 31 dicembre 2006 a Roma, mentre i cittadini capitolini sono ben intenti a festeggiare il nuovo anno con botti e champagne, un giovane fugge dal suo destino. Un destino terribile che ha un volto orribile ed un nome il Buccellatore. Ma la sua corsa verso la libertà non andrà a buon fine…

Mesi dopo una giovane studentessa di nome Patrizia è raggiante di gioia, ha trovato ad un prezzo stracciato un appartamento stupendo, all’interno di un antico condominio, proprio nel cuore del Centro di Roma a Via dei Condotti. Anche i condomini sono persone piacevoli, tolta la sua padrona di casa l’impicciona Signora Valderighi, che vanno dal Prof. Germignani al bel virologo Riccardo. Ma ci sono anche delle regole strane una per tutte è interdetto a chiunque il locale garage dopo le 23,30 per motivi di quiete condominiale. E poi c’è uno strano appartamento al sesto piano murato da molti anni.

Ma la vita di Patrizia nel nuovo condominio è da subito strana, sin dalla prima notte sente dei rumori strani provenire dal sesto piano ed è convinta di aver sentito qualcuno salire di sopra ed entrare nell’appartamento chiuso. Oltre a ciò, contravvenendo alle regole condominiali, dopo mezzanotte si è recata in garage ed ha assistito a qualcosa di incredibile: l’apparizione di una porta misteriosa, circondata da una serie di candele rosse, dal cui interno proviene un lugubre verso. Intenzionata a vederci chiara Patrizia torna anche di giorno ma non trova nulla. Passano le notti e mentre lei è preda d’incubi orribili, si fa sempre più pressante la presenza della porta oscura e dell’inquilino misterioso dell’ultimo piano. A questo si aggiunge una misteriosa voce, che sembra provenire dalle pareti, e che le dice “AIUTAMI”.

La ragazza sente di impazzire l’unico che le crede è il suo amico di sempre Michele, che tra l’altro le ha consigliato la casa, con il quale riesce a trovare il diario di Roberto Radi, il precedente inquilino dell’appartamento di Patrizia, che secondo la Valderighi se n’è andato dall’oggi al domani, egli aveva un passato di tossicodipendenza, il quale rivela particolari agghiaccianti sulla casa. I due giovani proseguono le indagini sino ad arrivare ad un nome: la Costola di Adamo. Essa è un’oscura setta satanica che risale al tempo delle Crociate, fondata da Alderigo da Brindisi, generale dell’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni. La Costola di Adamo ebbe tra i suoi più illustri membri Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Balsamo meglio noto come Conte di Cagliostro, e aveva come testo sacro il volume intitolato In Nomine Diaboli. Nessuno tra i più illustri studiosi sa quale oscura verità contenesse tale libro, ma sembrerebbe qualcosa che sconvolgerebbe le radici stesse della Cristianità.

A complicare ulteriormente il tutto ci pensa Francesca Radi, sorella di Roberto, che possiede delle lettere del fratello il quale si sentiva minacciato da qualcosa di oscuro. La faccenda diventa sempre più inquietante e pericolosa e Patrizia si ritrova invischiata sentimentalmente anche col suo dirimpettaio Riccardo sul quale nutre anche dei dubbi…

La Porta di Cagliostro, è un horror sopraffino, ben scritto e che conquista il lettore sin dalle prime pagine. Nessuno sarà più lo stesso dopo aver affrontato il Buccellatore. Il libro è correlato anche di alcune tavole molto belle disegnate da Lorenzo il cugino dell’autore. Indubbiamente il condominio di Via dei Condotti richiama quello di Rosermary’s Baby, e sul finale quello di REC, senza tralasciare però il palazzo della Madre Tenebrarum di Inferno. E’ anche il binomio scienza - occulto rimanda al capolavoro di Wheatley Una figlia per il Diavolo.

Vito Tripi
Vito Tripi
Vito Tripi collabora con l’Agenzia Stampa Deigma Comunicazioni specializzata in uffici stampa culturali, religiosi, sociali e tecnico-scentifici, con le Riviste “Charta Minuta” e “Storia del ‘900” “L’idea il giornale di pensiero” Dal settembre 2007 è opinionista cinematografico per l’emittente TeleVita nel programma “Lungometraggio” Ha curato la Rubrica Cinema e Libri per il periodico on-line www.nannimagazine.it Cura la Rubrica d’arte “Gallerie Romane” per la radio Vaticana nel programma “Attualità della Chiesa di Roma” Cura la Rubrica Arte&Libri per il mensile “Il Giornale del Lazio” Curatore della manifestazione letteraria “Genius Loci” presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Verga

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