Legno marcio e vermi a solleticar le carni,
nel mio sonno centenario aria stagnante,
nessuna luna bianca arco nel cielo,
mera visione, onirica illusione.
Sognai universali banchetti e calici cremisi
tinti traboccanti di vita, occhi iniettati
avvolti da arabescati mantelli cercare la fonte
dove principio ebbe la vita batter incessante
fino all'ultimo sorso,oblio e odio contro,
amor mortale che fugge la vita.
Sento ancora il sapore immobile che m'avvolse la
terra e disteso la mia vorace voglia, atavica
maledizione segnò il passo che la sete e la carne
non più eran sopiti.
Gorgoglii e disperazione, lacerazioni come fendenti
desideri di colli inermi e giovinetti e donne in fiore
nel pieno della speme incessante scorre nelle loro vene,
liberazione vedo mia sorella la tenebra, desto nel mondo
vìola il mio corpo il sepolcro natio.
Tu perirai per mia mano sotto un cielo di stelle, vedrai
un'alba nuova che la tua linfa sia sostentamento come Dio
non sceglie le sue vittime tu sarai sacrificato e come
lepre non fuggirai perchè sarò innanzi a te ad attendere,
che di doman solo la morte aprirà i suoi cancelli a ciaschedun
di voi, quando il mio cammin ramingo incrocerete maledicendo
il fato.
Dio che sete....