Pazienti, se ne stanno mute a maturare ancora
le ultime arance della procace piana catanese.
Comprese tra abusati azzurri e l’essenza
deliziosa della zagara nuova, tra la terra umida
e la sorpresa informe di nuvole eccentriche,
sotto foglie verdissime si muovono ferme
dai finestrini già interamente calati dei camion.
Su gironi asfaltati operai stagionali s’avviano;
i loro mezzi carichi zeppi di sudore straniero
seguiranno per poco la scia leggera del fumo
del dio imponente, a lato, a forma di cono.
Tutt’intorno è una distesa piatta, verde e gialla
di ondate di fiori di trifoglio, di bucce luminose;
indossa seduzione l’isola sporca di meraviglie!
I limiti consentiti superano i grossi autocarri,
ammaccati come gli agrumi ammassati in groppa.
Confidenze africane nascondono tra gli spicchi
le arance e non possono nemmeno rivelare delle
nere puttane il dolore che hanno sentito cantare
a margine di strade, al di là dei loro campi sfruttati;
vulnerabili ombre ambrate sedute sotto a ombrelloni,
come miserabili veneri tra bancarelle al mercato,
aspettano di scontare le pene dei drammi altrui.
– Sulle statali si lasciano in mano al loro destino
uguali ai frutti rimasti a marcire sul loro terreno.
Sono sorrisi bianchi di larghe bocche carnose,
maledizioni di gesti eloquenti appresso a clienti,
mani volgari in croce, inchiodate a bestemmiare
la vita impietosa che non sanno scrollarsi di dosso;
i loro seni, i culi di bronzo, sono di Beatrici scolpite
e le vesti, striminzite lo sono poco meno della libertà.
Nemmeno sanno piangere gli agrumi e se ne vanno
coi nerissimi occhi addosso, incontro alle sinfonie
di accordi vitaminici nelle spremute di questi nudi,
irresistibili paesaggi a cosce aperte. In nessun caso
parleranno mai del lungo viavai sud-nord e ritorno
alla grazia di questi spazi mai rivelati davvero,
delle ali sparute nelle vie selvagge dai cristi spariti,
del loro fiume mezzo saraceno che non è d’acqua mai
come a fine marzo, quando chiede strada, pure lui
voglioso di mare quanto delle nere la canzone,
alle canne e ai sassi sotto ai viadotti dell’A 19.
Nessun commento ancora, aggiungi la tua opinione!