Eccola lì la sveglia.
Alle 7 in punto, si lamenta come ogni mattina.
Quello è il suo ruolo.
Rumorosa. Disciplinata. Indifferente. Inconsapevole ed indisturbata.
Lei c'è sempre.
Stamattina non ho intenzione di partecipare al suo gioco dei ruoli e me ne rimango religiosamente muto.
In fondo continuo ad esistere.
Ci sono giorni in cui la mia mano sinistra stringe forte la destra e lo fa quasi per compassione.
Realtà e metafore della vita.

"Aiutati che Dio t'aiuta" diceva una vecchia donna, "e comunque stai sicuro per quanto male esista al mondo troverai altrettanto bene, devi solo cercarlo."
Le alchimie della mia mente si consolidano in questo assurdo linguaggio che mi ricorda vecchie perle di indimenticata saggezza.
Storie di raro e disordinato equilibrio che mia nonna mi dispensava mentre, docilmente ipnotizzato, rimanevo aggrappato al suo sguardo fisso.
Senza di lei oggi non raccolgo che idee frantumate, prigioniero di un tempo instabile e quasi privo di significato.
E se fosse follia la mia?

"Tu non se pazzo, sei solo coscientemente scemo." E rideva.
No. Niente pazzia.
È solo voglia di ricordare.
Di attualizzare quel passato che non può razionalmente e scientificamente ritornare.

Dio. Rateizzerei il tempo, anche con percentuali da usura se solo mi fosse possibile.
Stamattina, mentre mi abbandono ad infantili e materne voglie marsupiali, i ricordi prendono fuoco ed ogni dubbio si trasforma in una saggia scelta.

È tardi.
Ho fame.
Ma almeno per oggi. So che possono aspettare. Non sono indispensabile.
Posso esimermi dal recitare in questa banale commedia.
In fondo essere in ritardo, se non hai appuntamenti, non è poi un reato così grave ed io ho ancora il beneficio della condizionale.

"Gianluca è ora. Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi!"
Ma i miei pensieri continuano a giocare a "guardie e ladri" ed ogni frase è un sanguinolento inseguimento tra ciò che sarebbe o non sarebbe opportuno scrivere ora. Continuo a ricordarla che mi stringeva forte la mano e con gli occhi lucidi stringo le mie mani con la medesima forza.

"Meglio aver avuto e poi dato, che non aver mai avuto."
Giocare con le parole e cercare la scintilla senza abbandonarsi al fuoco. Svelare il segreto di quell'inesprimibile e disordinato inizio che guarisca la mia indisciplinata voglia di scrivere, di resistere, di insistere ed esistere.
È questa l'intermittente barriera che a volte mi separa dagli altri lasciandomi vivere ogni rapporto come in una stupenda ed imprevedibile alternanza di corteggiamenti e rifiuti.
Sono le 9.
È ora di andare.
Sta per iniziare un nuovo atto ed è un copione che conosco bene.
"Grazie nonna!"
Mi manchi tanto.
Ora so che non c'è pazzia in me, ma solo il prepotente desiderio di abbracciarti ancora.

dedicata a mia nonna nella ricorrenza del giorno della sua scomparsa

Gianluca Marcucci
Gianluca Marcucci
L'anno di nascita è un enigma: Il numero degli sbarcati con Garibaldi, moltiplicato i figli della Lojelo, sottratti gli apostoli, moltiplicato il modello della fiat più venduto nella storia, sottratta la maggiore età, per il numero dei moschettieri, diviso i punti cardinali. Romano di nascita, piemontese di adozione, imprenditore per passione, giornalista per definizione e scrittore per gioco. Dicono che sia un professionista del poker, ma la mia vittoria piu' grande è alta circa un metro, fa qualche capriccio e quando sorride mi trasforma in Peter Pan... //poker.sportmediaset.it/wpmu/

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