clinica, mattina
questa notte abbiamo diviso una birra, sai? ed era bello parlare e ridere come tanti anni fa, girarsi le sigarette col tabacco e voltarsi a guardare le ragazze che passavano in bicicletta, primavere sfreccianti in una primavera più grande, e c'era Fellini al tavolo accanto al nostro, cappello e sciarpa a nasconderlo dal mondo, e sfogliava un libro di cui non vedevo il titolo ma tu avevi letto, dicevi, e il cameriere ci portava le birre e la tua era nera e densa come petrolio e dopo il primo sorso avevi la bocca macchiata ma era buona, dicevi, e io ti raccontavo della Grecia, del mare, di quelle case quadrate bianche e azzurre, di Exarchia e tu mi sorridevi annuendo, con le labbra nere, la bocca nera, ed eri così strano Sergio che stamattina quando è venuto l'infermiere gli ho chiesto carta e penna ed ora eccomi qui, sotto questa luce fredda, che ti racconto di noi, di Fellini e di una birra, ma solo per sapere, Sergio, se stai bene, se sei tra i monti, se sei tra amici, solo per sapere se sei...
A.
Vera..Sergio!!!!....Sergio all'ospedale.Magone. Sei grande.
e..Fellini. (quando ho letto di Sergio, per un attimo mi sono scordata di lui). Chi legge questi commenti penserà che di birre nere io ne abbia bevute troppe.Ma te sai che ci tengo a Sergio..! Sei grande.L'ho già scritto? vabbeh..
Adoro questo genere di narrazione....
anch'io...
come sempre brava Vera
Leggendo Laura non penso che di birre nere ne abbia bevute tante. Penso invece che leggere questa lettera sia doppiamente coinvolgente.
di birre nere mi sa che le abbiamo bevute un po' tutte nella vita 🙂
grazie
grazie a tutti, davvero. 🙂
Laura: <3