Lo faccia stare un pochettino

Racconti RickMor Pan

L’ho fatto… L’ho! fatto!
Sì… il limite, la saturazione, la scelta di non più sopportare…
e ora… libertà! E da ora… mai più!

Ok, posso sorridere tutto il giorno, posso tutto il giorno essere socievole ed aperto all’umanità, tutto il giorno posso sopportare agevolmente la… diciamo…, diversità, per non scomodare più audaci vocaboli tipo idiozia (ops… ho il dubbio che ormai mi sia sfuggito…) umana. Ma ho! un Mio! Momento! Devo AVERE il MIO Momento! È vitale! …mio momento, nel quale nessun essere vivente può avere spazio se non me, nessuno e nessuna cosa aver licenza di perturbare l’assenza fisica, l’assenza di pensiero, l’assenza di una direzione, l’assenza di uno scopo, …se non… la colazione!!!

Zombie silente percorro il mio tragitto, stesso passo, stesso sguardo vuoto, ogni giorno, qualsiasi siano le condizioni mie e dell’intorno. E se zombie non sono zombie mi faccio! …affinché quella sia incontestabilmente e sempre la mia immagine nel mondo, affinché nessuno osi supporre diversamente, affinché nessuno possa neanche lontanamente pensare di dirmi anche solo… “ciao!” ...Ciao?? Nooo! A me? E costringermi a… No assolutamente!! A chi mai può venire di dire ciao ad uno zombie? Al limite ti gratti e volti le spalle, al limite dici a chi ti è vicino “Sai, mi ha detto un mio collega che se quelli ti mordono diventi come loro, chissà se sarà vero…”. Ma alla fine sopravviene l’assuefazione e non ti fai più domande e neanche più li vedi gli zombie. Diventano solo parte del banale paesaggio delle consuetudini umane. E così ho scelto! Questo è il Mmio Momento, appena frapposto tra il risveglio e la riattivazione neuronale necessaria e sufficiente a consentire: 1) la rapida (o quasi) catalogazione delle monetine nella tasca del portafoglio (beh, devo ammettere che a quell'ora non sempre ho la reattività di un furetto) per raggiungere la somma necessaria (ok, sarò sincero, in effetti a volte inizio il difficile compito con largo anticipo, in alcuni casi già durante il tragitto di 500 metri entrata-bar); 2) la lucidità necessaria per evitare di indurre alle spalle la formazione di file chilometriche durante la tremenda fase di scelta del giusto cornetto (alla fine non vario mai molto, ma voglio comunque esercitare il libero arbitrio di vagliare sempre ogni possibilità); 3) la riacquisizione di quegli elementi fondamentali delle capacità motorie perlomeno sufficienti a consentire la coordinazione delle dita nell’eroico e mirabile gesto di apertura di una bustina di zucchero (di regola lo faccio con una mano sola perché anche il mio egocentrismo nel frattempo si va svegliando)!

“Un tè”, mentre nel frattempo sbocconcello pacato ma avido una bomba alla nutella, e guardo l’intorno sfuggendo gli altrui sguardi (che di solito è sempre in quei frangenti che il “pallocco” centrale di nutella o ti si impiastra tra i denti, e tu goffo che celi l’incelabile, oppure rovinosamente cade al suolo (nei giorni più fortunati) così frantumando miseramente le tue speranze di un inizio di giornata radioso).

“Qualcuno vuole un cappuccino d’orzo?” …”No grazie, un tè” Intanto ho circoscritto la parte centrale della bomba lasciando ancora li il succo del discorso, pronto per l’ultimo orgasmico boccone. “Ecco a lei! Lo faccia stare un pochettino…” “Grazie…” Lo faccia stare un pochettino… Lo faccia stare un pochettino!? Lo faccia stare un pochettino??? …Che significa? Perché? Che necessità c’è di dirlo? Ho ordinato forse una tazza di acqua calda al limone? Sembro un demente che non sa come si fa il tè o un cieco impossibilitato a riconoscerlo? Ok… calma… calma… Il problema non è di per se questa frase. Sembra innocente, anzi gentile addirittura! E poi è così carina e amorevole questa signora! Ma… anche ieri le stesse parole… e così l’altro ieri! perché, perché tutti i giorni??? Perché? E perché proprio nel Mio Momento!!?! Semplicemente… No! Ora basta!!! IL mondo non cambia? Allora sarò io a cambiarlo!

Provo varie tattiche…. Un giorno mi travesto da zombie sorridente, cannolo alla crema in una mano, bustina di zucchero pronta nell’altra, sorridente cerco lo sguardo della signora… “Cappuccino?” “No un tè grazie!” “Ci vuole il limone?” “Si, grazie”…attendo, iniziando sorridente a mordere il cannolo che mi semina zucchero appiccicoso tra i peli della sorridente barba “ Ecco a lei! ..Lo faccia stare un pochettino!”

Ooook. Pazienza! Può anche solo essere un caso no? No??

Il giorno dopo sono uno zombie schivo. Non guardo in faccia nessuno. La testa chiusa tra le spalle chiuse. Neanche assaggio la bomba alla crema. Solo attendo. “Lei che prende?” “Tè” monosillabicamente, “Ecco faccio subito!” …fiducioso inizio a mordere la bomba in modo schivo e in modo schivo preparo la bustina di zucchero aprendola con l’altra schiva mano. “Ecco un bel tè per il ragazzo!… (forse ce la faccio stavolta…) lo faccia stare un pochettino!” Cazzo!! No! E no! Dovevo rimanere concentrato fino alla fine! Mi sono fatto fregare!

Il giorno dopo sono uno zombie ossequioso. Distribuisco inchini a chiunque mi capiti di fronte. Offro sorridente la precedenza a donne, vecchi e bambini. Prendo il posto più scomodo del bancone, quello col cestino davanti alle gambe. Mi compiaccio della mia filantropia! Sono certo che sarò ricompensato! E ora attendo paziente il mio turno che finalmente giunge… “Buongiorno signora! Vorrei un tè” “Si, subito giovanotto!” Fiero di me sorrido come un deficiente, con la nutella che fila tra le beanti fauci… “Ecco a lei il tè! …Lo faccia stare un pochettino, che è più buono!” “Grazie!”

Già… Che è più buono… beh… in effetti è vero… non ci avevo mai pensato. Si è più buono. Non si finisce mai di imparare! Vedi? A volte basta poco, appena un po’ di gentilezza e il mondo ti si illumina! E il mondo rivela i suoi più reconditi segreti! L’ho fatta stare un pochettino e magicamente quella bevanda è divenuta più buona dell’acqua calda al limone… chi l’avrebbe Mai Dettooo!!!!!

…Ok! Va posto rimedio! Immediato! Subito! Non si può più attendere oltre! O un giorno esplodo e faccio un casino! Sto già al limite! Mi sveglio ormai con il terrore già artigliato al viso!

Nuovo piano! Eliminare la frase… o eliminare la signora!

Ardua la scelta…
Il problema non è solo l’attuazione, ma il fatto che tutto questa storia mi costringerà ad accendere qualche neurone in più rispetto al pacchetto base zombie 1.0! …E mi forzerà ad aggiungere necessariamente ulteriori parole al suo essenziale e nonostante ciò perfettamente funzionale vocabolario (Un tè e un cornetto, grazie, prendo questo, buona giornata, si). E ciò mi irrita fortemente, terribilmente! perché non è affatto una mia scelta… ma è solo dovuto alle fisse di una santa, santa! amoreVOLE, gentiliSSIMA SANTA SIGNORAAA!

Ok! Calma e sangue freddo… Proviamo a formulare ipotesi…

Approccio delicato… “Lo faccia stare un pochettino!” “Grazie signora! Lei è squisita! Ce ne fossero di più di persone accorte come lei! Stavo quasi per iniziare a berne così! Pensa che sciocco! Oh oh! Ma credo che da adesso in poi non correrò più questo rischio! E questo grazie a lei! Già! Sa che le dico? Adesso me lo segno per sicurezza, così non ci sarà più bisogno che lei me lo ricordi, per quanto mi sia così piacevole sentire la sua voce! …anzi lo ricorderò io stesso a chiunque incontrerò sul mio cammino! Grazie ancora! Le sarò eternamente riconoscenteee! Grazie! …La amo!” …mmh forse potrebbe andare e direi anche che sembra convincente, ma troppo troppo lungo, troppe parole, troppo sdolcinato! E con quali neuroni poi? Li dovrei chiedere in prestito ai vicini!

Approccio preventivo… “Ecco il suo t” “Grazlofacciostarunpochettino!” Fregata! Eh eh! Dai! E adesso? Che fai? Di qualcosa se hai coraggio! Forza! Ahhh… Stai muta eh?? Prova ad aggiungere una sola parola! Dai! Già …Sicuramente d’effetto, ma… no, a pensarci bene... certo, rimarrebbe forse basita ma gliela darei vinta! In pratica mi arrenderei e ne riderebbe poi di certo sotto i baffi alle mie spalle!

Approccio ironico… “Lo faccia stare un pochettino!” “La ringrazio della gentile attenzione signora ma non ho certo voglia di bere solo acqua calda! Ah ah! Per chi mi ha preso? Aaah ah ah (magari meglio se evitando di aver iniziato con la nutella)! Però così potrebbe offendersi, sentendosi umiliata e magari covare vendetta, ad esempio passando a dirmi tutte le mattine cose tipo “Mescoli bene con il cucchiaino lo zucchero altrimenti non si scioglie” e sarei da capo! Nooooo! Assolutamente NO!

Approccio drastico… prendo una pistola, gliela punto alla tempia… “Un tè per favore” e massima serietà, l'impassibilità fatta essere umano! Chi oserebbe mai proferire parola??? Però... mmh… e poi? Cornetto in una mano… e la bustina dello zucchero? Come la apro?? Non ci avevo pensato! Problema insormontabile cazzo… No! Ecco! Risolto! Potrei aprirla con i denti! Basta un po’ di allenamento! …come in tutte le cose! E nessuna parola da aggiungere al vocabolario! Lineare!

Ok deciso!
...E fatto!
Libertà!
Il Mio Momento è di nuovo Mio!

RickMor Pan
RickMor Pan
Oggi sono un ricercatore. Quando sarò stanco di cercare scriverò ciò che ho trovato. Nel frattempo ogni tanto scrivo... Sono tante cose e forse nessuna per davvero. Ma fare ciò che si ama sempre è più che abbastanza no?

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10 Commenti

  1. mi faccia stare un pochettino. un pochettino di piu'... ecco cosi'. BANG. colpo in fronte. i momenti sono tutti tuoi Zombie...
    (se mangiassi una bombna alla nutella di mattina mi ci vorrebbe una bara al pomeriggio)
    (bel pezzo)
    alpexex

    • eh eh... grazie. Ovviamente c'è anche qualche elemento autobiografico. Sono uno zombie in effetti a quell'ora. thè freddo al limone imbottigliato e passa la paura! (oppure mi direbbe... "aspetti un pochettino che troppo freddo le fa male???")
      Buona serata!

      • ah ma te sei anche sullo space... ti ho visto da inquieta_mente tipo stamattina...
        li' scrivo il blog per cst.

        a me fa male la gente che mi dice "ti fa male"
        hai presete erasmo e lasaggezza?
        ecco, se non esistessero i fissati forse non esisterebbe neanche la malattia... (?)

        • concordo... spesso si chiama malattia la diversità,
          ...tutto quello che esce dai facili schemi in cui è facile far entrare, magari facendo saggio uso di calzante, la bellezza del continuo e dell incerto.
          eh eh... si, sono anche quello di myspace.
          Piacere di conoscerti

          • ...ho riconosciuto l'avatar... 😉

  2. grazie! ...è un piacere. Un pò di tempo per ambientarmi e poi sarà una nuova casa 😉

  3. Ho capito l'inghippo !!
    La signora quando ti vede arrivare riconosce l'incedere da zombie e gongolante pensa di fregarti rifilandoti una bustina di tè già usata..
    Lo faccia stare un pochettino...
    Sì..il tempo di pulire il bancone dalla materia cerebrale e dal sangue ..
    Ciao.. su myspace sono Blazer

  4. ...però mica è detto che gli abbia sparato! non era l'unica soluzione no?? eh eh


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