I'd love making love to you

Racconti Pikadilly

Sei un vento premuroso ed elegante che sfila in un ricordo e nel tempo.

Ti rivedo svolazzare nei tuoi pantaloni bianco schiuma, passeggiare e scrivere una poesia sulla sabbia. Un marinaio d'inverno capace di navigare anche a terra.
Quel giorno, i capelli ammorbiditi dalla luce della mattina si curavano di non invadere il tuo viso così piacevolmente lungo, liscio, sfiorato per sbaglio dall'età.

Saltavo in quel tuo buffo modo di accorgerti dei passanti, sempre troppi e sempre troppo pochi, perché ancora sentivi le mani vuote e non potevi mostrare nulla, ma sapevi di avere davanti tutto quello che volevi: era lì, non si mostrava quando lo osservavi e sorrideva quando ti distraevi con il mare, invadente e indispensabile per chi deve lasciarsi andare.

Sospiravi con l'imbarazzo e la trepidazione dell'amore che spera di vederne un altro raggiungerlo, per essere qualcosa insieme, per coprirsi la pelle nel freddo, diventare uno solo, certe volte.

Mi guardavi cercando il mio nei gesti e nelle espressioni che continuavo ad usare contro di te, per dirottarti. Temevo di mostrartelo, così insicuro, così tremolante, forse anche sciocco.
Seguiva me, si nascondeva, scappava, voleva essere preso e lasciato perdere, voleva avvinghiarsi al tuo e rimanere da solo, credendo di aver conquistato la pace.

In verità non riusciva ad evitarti, spiava il tuo celato da un angolo di vapore, s'infilava nelle mie tasche per guardarlo meglio, o sotto in ogni parola dedicata a te. Si sentiva sicuro, lui, sicuro di non attirarti.

E poi...

Ti vedo nella voce che ora  si arrampica sui miei occhi e li apre alle lacrime.

Quella voce che ti stava così bene, mai troppo profonda, una voce venuta da lontano, che aveva vissuto molto e molto aveva detto, cantato, urlato, sussurrato, pregato, negato.

Eccola qui la tua voce, mentre la memoria me la ancora ad una frase che da sola sorprese il mio amore, lo immobilizzò e lo domò, riuscendo a farlo incontrare con il tuo, a farlo pulsare prepotente in un cuore che batteva semplicemente per sopravvivere.

I'd love making love to you...

 

Pikadilly
Caduta dall'albero nei primi anni '80, ho passato la mia infanzia costruendo castelli di persiane con mio fratello e archiviando conserve di pomodori con i vecchi di casa. Tra gatti, pallavolo e alberi di fico, sono cresciuta senza sapere bene perché, ma consapevole di voler imparare se non a volare, almeno a camminare senza rompere troppe scarpe. Amo il mio orologio da taschino, Guareschi e i colori della libertà che mia madre mi ha dipinto di nascosto negli occhi la prima volta che ci siamo salutate. Ogni tanto scrivo, ogni tanto disegno, ogni tanto cerco anche di non fare nulla, che è forse la cosa che mi riesce meglio.

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7 Commenti

  1. Grazie, Karen. 😉

  2. Comlimenti Pika, scritto molto poetico ed evocativo 🙂 Tenerissimo. Peccato per il font praticamente illeggibile >__<
    Baciiii

    • Grazie diecimila, Marina. 😉

  3. ...sfio­rato per sba­glio dall’età.

    (mi piace questa)

    • Grazie, Nevrotico Alchemico. 😉

  4. ....un mari­naio d’inverno capace di navi­gare anche a terra...fantastico Francesca! Mi piace molto questa immagine ,la sento un pò appartenermi...


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