La passeggiata di Mara

Racconti Elena Condemi

S'era sbrigata prima di quanto credesse, quel pomeriggio.
Così decise di fare due passi attendendo l'ora di cena.
Indossava una maglia nera scollata ed una gonna viola, lunga ed ampia,
una di quelle in stile zingaresco che le piacevano tanto per la stagione estiva.
Estrasse dalla borsa in paglia colorata una caramellina alla menta e si avviò verso il piccolo parco lì vicino.

Non era tenuto bene...come tutte le piccole cose della sua piccola città, in effetti.
Le dispiaque accorgersene nuovamente.
Si sedette con un sospiro scegliendo la panchina azzurra ch'era accanto la fontanella in pietra.
C'era poca gente...Un anziano parlottava con un altro.
Più lontano, una donna con un cane.
Cominciò a tuffarsi nei suoi pensieri.
Le parevano dei laghetti...intatti.

Dei ragazzini, stufi di giocare a palla, andarono via, e lei si sentì grata per questo.
"È sempre bello il tramonto, - pensò -
quando il rosso cede al blu con magnifiche pennellate...simili a grandi ali d'uccello",
e le venne una gran voglia, sì, una gran voglia di cedere a se stessa.
Avrebbe voluto essere capace della stessa magia.

Eppure, chiunque avesse potuto guardare il suo viso in quel momento,
si sarebbe subito reso conto di quello stato di grazia in cui lei si trovava...
C'era una luce particolare nei suoi occhi d'ambra,
che è solo quella degli occhi di chi ha trovato qualcosa...qualcosa che di solito sfugge agli altri.

Le accadeva spesso durante il giorno di ripensare a quegli strani sogni...non era sicura le facessero bene.
E soprattutto non capiva il perché di quei sogni.
È come se mi svegliassi ogni giorno diversa -si disse.
Chi era quella donna con la quale si incontrava ogni notte?
Cosa voleva da lei?
Non sempre riusciva a ricordare...
a volte le pareva solo d'aver qualcosa custodito in petto senza sapere cosa.

Anche sul ricordo del sogno della notte precedente le sembrava d'esser confusa.
Si sforzò di ricordare l'immagine di quella strana donna in una piccola camera dalle tende verdi.
Ed allora tutto tornò nella sua mente.
"I cosmonauti hanno sentito qualcosa...-le aveva detto.
Erano nel branco e sentivano le squame...
Passato, presente e futuro un'unica cosa, capisci, Mara?
Rimasero racconti fra di loro.
O avrebbero manipolato la verità dietro schermi clinici facendoli passare per matti.
Passeggiate spaziali, in cui voci soprannaturali parlavano loro.
Gli dissero persino che non avrebbero dovuto essere là perché non erano pronti.

Evaporeremo con la morte vita dopo vita, finché non capiremo.
Non sappiamo d'essere.
La medicina fece il solito "maschio":
col ricatto di farli passare per folli, tolse loro la Luna, ancora ed ancora, Mara.
Tutto ciò che la nostra capacità mentale non comprende, non sa accettare.
In questo l'uomo è lupo di se stesso, soprattutto in questo.

Non erano immagini artificiali, ma qualcosa di molto più complesso.
Qualcosa che è in noi, inesplorata.
Il mistero che ci portiamo dentro e non riconosciamo,
per questo diventa irraggiungibile.
Questo invece dovevano portarci, e non la foto della bandierina piantata.

Le capacità tecnologiche dell'uomo sono più grandi del suo coraggio:
questo è il nostro fallimento.
L'anima umana è molto più vasta delle nostre conoscenze attuali,
questa è la nostra salvezza."

Un lungo brivido...Si strinse le braccia con le mani.
-È solo un sogno.- volle ripetersi.- Solo un assurdo sogno.
Comincia a fare fresco...È tardi, devo andare.-

Elena Condemi

"Come si può mettere la Nona di Beethoven in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L'universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto."
Albert Einstein
(citato in Mario Canciani, Vita da prete, Mondadori 1991, p. 94)

"È difficile spiegare questo sentimento [la religione cosmica] a qualcuno che ne è completamente privo, specialmente se non esiste nessuna raffigurazione antropomorfica che possa corrispondere. Gli individui percepiscono la futilità dei desideri umani e gli scopi e al contrario il meraviglioso ordine che sta alla base della natura. L'esistenza di ognuno di noi viene percepita come una specie di prigione e ricerchiamo un'esperienza dell'universo come un singolo significante tutto. I geni religiosi di tutte le epoche si sono distinti per questo tipo di sentimento religioso, che non concepisce né dogma né Dio a immagine dell'uomo; e così non ci possono essere chiese i cui principali insegnamenti siano basati su questi principi."
Albert Einstein
(dal New York Times Magazine del 9 novembre 1930)

Elena Condemi
Elena Condemi
So solo che mi emozionai incontrando per caso un'Olivetti a casa di mia nonna, e non riuscii a lasciarla più. Pareva conoscermi meglio di chiunque altro. E la conservo tutt'ora, proprio come si fa con la propria vecchia e fedele bambola, con la stessa tenerezza... "Lo sviluppo dell'anima è come una poesia perfetta: ha un'idea infinita che una volta realizzata rende ogni movimento pieno di significato e di gioia." Tagore "Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare di colore. Mi piace cambiare di misura." Alda Merini "Non ho scritto secondo ragione, Né per fuggire un destino oscuro, Ma per sedurre le stagioni E piacere all’ineffabile azzurro, E per possedere ogni giorno, Senza smarrimento, senza rimorso, E sino al momento della mia morte, Dei diritti infiniti sull’amore..." Anna De Noailles

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