Apro le braccia io sono il falco,
sconfinato, immaginario, protetto ,
sto sopra il cornicione del mondo.
Vedo il mondo, qui sotto ai miei piedi,
il mondo obliquamente alieno,
il sasso, che scivola in mezzo al capanno e si perde,
i cani che mi abbaiano sotto.
Devo ora trovare, muovendo un minimo pezzo di senno,
come si possa spuntare dall’altra parte senza farsi toccare,
là dove una banchina fu baita alla speranza.
Sento che non abbiamo
stretto molte altitudini, perciò,
quasi volando, emigro da solo
in un empireo flusso di coscienza .
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Migration
I open the arms I am the falcon
unbound, imaginary, protected
I’m on top of the ledge of the world.
I see the world, here beneath my feet
the world obliquely alien,
the stone that rolls into the middle of the shed and is lost,
the dogs bark beneath me.
Now I need to find, using just a bit of wit,
a way to spring out from the other side without touching anything
there is where my refuge of hope was docked.
I feel like we haven’t yet scaled many heights, so
almost flying, I emigrate alone
into an empyrean stream of consciousness.
ci sono migrazioni che necessitano di essere fatte in solitaria
si è quasi sempre soli quando si migra, nonostante altri elementi possano volare accanto a te: la spinta che ti innalza è sempre quella delle tue stesse "zampe".Il falco poi vola da solo.
le migrazioni, sono sempre un evento solitario, condividiamo la strada, possediamo un obbiettivo comune, ma ogni passo scuote quello che eravamo in modo diverso per ogniuno di noi. sono le cose più frivole che fanno soffrire di più, sono le prime che lasciamo, poi tutto diviene semplice movimento, un respiro un battito di ali dentro una corrente d'aria.
Grazie Lorenzo!
è sempre un piacere leggerti Laura...
e per me è un gran piacere scrivere qui!
Eh sì Laurina è proprio un costante movimento in solitaria.