“Avrebbe voluto dirglielo: “Papà ti voglio bene”, con tutta l’anima, ma non ci riuscì, non poteva più ormai, e così preferì uscire dalla stanza. I bip dei macchinari la salutarono, mentre il padre immobile continuava a respirare sotto la mascherina posta sulla bocca. Si voltò un’ultima volta, lo guardò di nuovo, poi si girò e si affrettò ad abbandonare l’ospedale. Nell’auto l’attendeva il suo ragazzo che mise in moto l’auto per poi partire incontro al loro destino.”

tratto da “Mio padre”, l.m.s. di Stefano Crifò

Stefano Crifò
Stefano Crifò
Secondo il Calendario Gregoriano, nacqui il primo giorno del IX mese dell'anno MCMLXIV. Mi piace scrivere dall'età adolescenziale, ma solo da poco ho imparato a condividere questo sentimento. "La poesia è indispensabile... ma vorrei sapere perché." (Jean Cocteau)

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5 Commenti

  1. E' terribile non riuscire a comunicare, capire e sentire i nostri genitori quando sono ancora in vita.. poi una volta che non ci saranno più ci inventeremo una storia per andare avanti affinché il dolore del silenzio non ci porti via...

    • Per me è la prima volta... che ho un "groupie"... :))

  2. E' vero è brutto non poter comunicare coi genitori,io ho avuto problemi con i miei,sopratutto con mio padre,mi ha fatto tanto male,per il suo egoismo, anche a mia madre,lei lo amava e l'ha perdonato,io pur avendolo assistito durante la sua malattia,fino alla fine,per amore? per dovere?non lo so so solo che è morto e ancora devo perdonarlo...


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