Un Natale in casa Gargoyle

Recensioni Vito Tripi

di Vito Tripi

È Natale, siamo tutti più buoni, e l’editore Gargoyle vuole omaggiare i suoi lettori con due interessanti titoli che possono essere degli ottimi suggerimenti per una strenna natalizia. Sono anche i due titoli che iniziano il nuovo corso della casa editrice capitolina che si apre ad altri filoni letterari oltre all’horror, quali il thriller, il noir, il giallo, la sci-fi e il fantasy, per diventare la grande casa comune della letteratura di genere in Italia. La scelta ricade su due cavalli vincenti ossia una firma già conosciuta ai lettori Gargoyle come quella di Loren D. Estelman e un’antologia di racconti apocrifi sherlockiani. Il primo libro è Hollywood Detective (pag 203 € 16,50) e l’altro Un Natale in Holmes (pag 317 € 16,00), che annovera tra gli autori anche Estelman.

 

Estelman, maestro indiscusso della detective-story statunitense, è già apparso per i tipi della Gargoyle con Sherlock Holmes contro Dracula (2008) e Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Holmes (2009) in cui il Grande Detective fronteggia due dei villain più noti dell’epoca vittoriana. Precisazione: queste due storie non sconvolgono i romanzi originali bensì collocano gli incontri tra l’investigatore e i due “mostri” all’interno dei momenti morti delle rispettive storie. Opere pregevoli che rivalutano non solo il lavoro di Sir Athur Conan Doyle ma anche quello di Stoker e di Stevenson.

Ora lo scrittore del Michigan ci confeziona un interessante noir ambientato nella Mecca del Cinema con un protagonista quanto mai simpatico e originale: Valentino, archivista cinematografico presso l’Università della California, anche se sul biglietto da visita ha fatto scrivere “detective cinematografico” perché fa più effetto. Valentino è in procinto di rilevare “l’Oracle”, una vecchia sala degli anni Venti appartenuta a Max Fink. Durante la visita all’immobile, s’imbatte in quella che sembra essere l’unica copia rimasta della versione integrale di Rapacità (Greed, 1924), il poderoso capolavoro (la durata originale era di circa dieci ore) del regista austriaco Erich von Stroheim, il terzo grande maestro del cinema muto a Hollywood, dopo Charlie Chaplin e Buster Keaton, erede di David Wark Griffith, il quale, grazie ai ruoli da cattivo magistralmente interpretati, si è conquistato l'epiteto di l'uomo che si ama odiare.

Valentino ha tra le mani uno dei più celebri “film perduti” della storia di Hollywood e decide di sfruttare al meglio l’opportunità. Dopo aver reclutato il suo paterno amico professor Kyle Broadhead e la sua avvenente pupilla Fanta, Valentino si reca nello stabile per recuperare il resto delle bobine stipato in una stanza murata però… all’interno vi trova uno scheletro! Questo macabro ritrovamento rende inevitabile l’intervento della Polizia. Dopo un primo grossolano tentativo di far sparire le bobine Valentino &Co sono costretti a venire a patti con il bel Sergente Clifford dalla chioma carminia la quale gli concede una proroga di 72 ore che dovrebbero servire per copiare le vecchie pellicole. Difatti i tre temono che le pizze vengano sequestrate e usate come prova compromettendo l’integrità del girato. Purtroppo il tempo concesso è assolutamente insufficiente per l’immane lavoro. Stando così le cose, il trio decide che l’unica cosa da fare è indagare direttamente sul delitto. Le prime prove mostrano che il cadavere non è lì dalla costruzione della sala ma è stato nascosto molto dopo e l’ausilio della bella coroner Harriet Johansen, che ha un feeling particolare con Valentino, consente ai nostri di sapere qualcosa in più sul morto. E come se non bastasse il fantasma di von Stroheim, con tanto di uniforme asburgica, compare a Valentino per invitarlo a “salvare mein Kindling ja?”

Estelman dipinge un affresco sulla vita in quel di Hollywood molto interessante, con un dettagliato excursus nella storia della Golden Age del cinema americano. Ma ne svela anche vizi e virtù tra crack finanziari, diritti sindacali negati e scandali sessuali. L’attacco alla mentalità puritana è velata, ma non troppo, sulla tematica dell’omosessualità che un tempo era un marchio d’infamia anzi eri trattato alla stregua di “merce avariata”. La storia è intrisa anche di un certo umorismo che non guasta e i personaggi sono più chemai azzeccati. In particolar modo il gentil sesso è ben rappresentato sia per intelligenza che per bellezza. Inoltre Estelman ci fa fare un tour nell’inferno dell’Alzheimer.

 

Lo scorso anno la Gargoyle aveva editato Il Grimorio di Baker Street, una raccolta di storie di genere che vedono Sherlock fronteggiare l’ignoto in undici racconti interessantissimi. Adesso, in vista del Natale, ecco arrivare una nuova antologia di casi apocrifi sherlockiani ambientati durante le feste più importanti dell’anno.

Un Natale in Holmes vede quattordici autori tra i più famosi a livello internazionale destreggiarsi in avventure quanto mai particolari per movimentare le festività al Grande Detective. In La campana della vigilia, Anne Perry, porta Holmes e Watson a un cenone di Natale a casa di un facoltoso colonnello in un clima familiare non proprio dei migliori. Una storia sugli antichi rancori dove nulla è realmente come sembra. Il detective di Natale, di Barbara Paul, è un intricato gioco di specchi e di inganni che ci insegna che la calligrafia è una gran cosa! Gillian Linscott, col suo Uno scandalo in inverno, si affida a una voce narrante diversa dal fido Watson, la giovane Jessica, la quale con i suoi ricordi aiuta Sherlock, da lei ribattezzato Silver Stick, a risolvere una morte incresciosa e a salvare la reputazione di una facoltosa signora. L’avventura nel Cumberland, di Gwen Moffat, porta il duo di Baker Street a indagare sulla scomparsa di un facoltoso signore, in quest’indagine si confronteranno con l’orrore della pedofilia e scopriranno davvero che le donne ne sanno una più del diavolo e che una madre vale per dieci! L’avventura dei tre spettri, del ritrovato Estelman, e L’avventura degli spettri di Natale di Bill Crider, vedono Sherlock Holmes misurarsi col mito de Il canto di Natale, il celebre racconto di Dickens, insinuando che, forse, il vecchio Scrooge non vedeva davvero i fantasmi…Jon L. Breen ci porta, invece, con il suo L’avventura del cane ventriloquo in una situazione in cui troviamo quadri trasformisti, cani parlanti e l’eterno spettro dell’invidia. L’avventura dell’uomo che non rideva mai, di J.N. Williamson, è un elogio all’amore fraterno e un’illuminante descrizione del Morbo di Moebius. John Stoessel con il suo Il caso delle feste di Natale toglie la scena al vecchio Sherlock per imporvi il buon Watson, nei panni del medico-detective, ben deciso a salvare la vita dell’amico Lestrade e quella di un innocente ingiustamente accusato. Partendo da un’indagine quanto mai bizzarra per non dire ridicola, ossia la sparizione di un albero, Holmes si troverà in mezzo a un intrigo internazionale almeno secondo W. L. De Andrea con il suo L’avventura dell’albero di Natale. Un po’ deludente, a mio avviso, e troppo prolissa la storia di C.N. Douglas, Il ladro della dodicesima notte, incentrato su un furto, nei fatti mai realmente compiuto. Poi veniamo alla storia a mio avviso più antipatica del libro ossia Lo Sherlock Holmes italiano, di Reginald Hill, in cui il nostro trovandosi per lavoro nel Belpaese s’imbatte in un suo antipatico emulo nostrano. Volete sapere perché non mi piace questa storia? Semplicissimo, l’autore spolvera un repertorio di luoghi comuni fastidiosi e superati sul nostro Paese, mostrando quella malcelata sufficienza degli isolani d’Oltremanica nei confronti del nostro popolo. Hill è davvero un degno figlio della Perfida Albione! Edward D. Hoch, Il cliente di Natale, fa incrociare le strade di Holmes e di Mr Dodgson, alias Lewis Carroll, l’autore de Alice nel paese delle meraviglie, ma anche con una vecchia nemesi dell’investigatore il mai domo Professor James Moriarty il Napoleone del crimine, genius loci di tutto il racconto e personaggio da me molto amato. Ah ad averlo avuto come insegnante di matematica, quanto avrei appreso di più in quella materia! Chiude l’antologia L’avventura della tromba d’angelo, di C.W. Ash, un’interessante storia intrisa di erbe venefiche e riti esoterici che chiamano in causa addirittura Alistar Crowley! Quindi amici miei ci attende un Natale rosso…sangue!

Vito Tripi
Vito Tripi
Vito Tripi collabora con l’Agenzia Stampa Deigma Comunicazioni specializzata in uffici stampa culturali, religiosi, sociali e tecnico-scentifici, con le Riviste “Charta Minuta” e “Storia del ‘900” “L’idea il giornale di pensiero” Dal settembre 2007 è opinionista cinematografico per l’emittente TeleVita nel programma “Lungometraggio” Ha curato la Rubrica Cinema e Libri per il periodico on-line www.nannimagazine.it Cura la Rubrica d’arte “Gallerie Romane” per la radio Vaticana nel programma “Attualità della Chiesa di Roma” Cura la Rubrica Arte&Libri per il mensile “Il Giornale del Lazio” Curatore della manifestazione letteraria “Genius Loci” presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Verga

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