Nekros non pubblicate quel libro

Recensioni Vito Tripi

di Vito Tripi

Con il termine pseudobiblium ci si riferisce ad un libro mai scritto, immaginario, ma citato come vero (con il titolo o addirittura con qualche estratto) in opere di narrativa realmente esistenti. Il termine fu coniato per la prima volta da Lyon Sprague de Camp nel 1947. Nel mondo della letteratura horror il più famoso di tutti è il Necronomicon creato da H. P. Lovecraft. Secondo la “tradizione” si tratterebbe di un testo di magia nera redatto da uno stregone arabo di nome Abdul Alhazred, vissuto nello Yemen nell'VIII secolo e morto a Damasco in circostanze misteriose (si dice fatto a pezzi in pieno giorno da un essere invisibile).

Ma per Lovecraft era solo un espediente letterario creato da per dare verosimiglianza ai propri racconti, che diventò gradualmente un gioco intellettuale quando anche altri scrittori cominciarono a citarlo nei loro racconti di genere horror o fantascientifico. Lo stesso Lovecraft fu quasi costretto, a un certo punto, a confessare che il Necronomicon era una sua invenzione poiché si accorse che troppi suoi fan lo avevano preso sul serio.

Ed è partendo da questa pietra miliare dell’immaginario orrorifico che si sviluppa Nekros opera prima di Ugo Ciaccio per la Bietti Edizioni. Tutto si svolge a Napoli all’Eremo dei Camaldoli dove facciamo la conoscenza di Vinicio Lamia, editore alternativo e sull’orlo del fallimento, dedito al consumo di nekro-smoke, sigarette con morfine, e con una cicatrice a forma di lacrima vicino all’occhio, la cui origine è sembra ogni volta diversa. Una mattina gli viene consegnata una cartella contenente lo scritto di un certo Apollo Carli che era “la descrizione di un testo antico e inesistente”. Solo che da lì a poche ora il Carli viene trovato morto. E da qui inizia una caccia al libro che sembra un viaggio nella follia. Una discesa nel mondo dei falsari di testi e non solo. A seguirlo in quest’avventura la vedova Carli, Alsazia l’amica di sempre e Bembo, amico per caso ma indubbiamente affidabile e armato. Il libro di Ciaccio è una storia sottile, un viaggio nella psicologia umana e nella follia, in cui il sovrannaturale fa da contorno quasi fosse uno spettatore.

Abbiamo incontrato l’autore che ha risposto ad alcune nostra domande.

 

Dott. Ciaccio Nekros può definirsi quasi una dichiarazione d’amore verso H.P. Lovecraft?

Apprezzo il lavoro di Lovecraft e mi affascina il modo di imporre la sua fantasia al prossimo, ma credo di aver letto più cose su di lui che testi scritti da lui. Penso che avesse un’immaginazione creativa in grado stimolare altri dopo di lui a dare corpo e forma alle sue fantasie.

Il caso più clamoroso è quello del Necronomicon, puro pensiero che diventa materia: ci sono oggi più pagine di questo testo in giro per il mondo che di molti altri grimori realmente esistiti.

Allo stesso modo i suoi incubi hanno preso forma negli anni dopo la sua morte fino a dare spunto a film, opere d’arte, giochi e nuovi libri, come rami di uno stesso albero.

Com’è possibile? È semplice: se è vero che un artista è colui che è in grado di dare la risposta a una domanda che non è stata ancora fatta, allora Lovecraft è un grande artista. Il suo lavoro si è rivelato coma la risposta a una richiesta postuma.

Tornando alla domanda non posso dire che Nekros sia una dichiarazione d’amore verso il Solitario di Providence, più di quanto lo sia verso de Chardin, il Necronomicon o la Bibbia stessa. Tutti elementi affascinanti e, per quanto possa sembrare strano, poco indagati per timore reverenziale.

L’idea di avvicinare il Necronomicon all’Antico Testamento è un’idea quanto mai particolare e coraggiosa poiché qualcuno potrebbe definirla anche un po’ blasfema...

Sì, è un’idea blasfema! Almeno dal punto di vista di un credente; ma io sono ateo e quindi per me è un’idea come un’altra.

Ora veniamo al suo protagonista Vinicio Lamia: se dovesse usare un termine per definirlo quale userebbe? E a chi si è ispirato per tratteggiarne la psicologia?

Vinicio è una strega, come dice il nome stesso: è vorace di sapere, è una vittima, un ribelle e un antieroe che non ha paura delle conseguenze delle sue azioni: sostanzialmente un simpatico perdente.

La psicologia del personaggio è ispirata a quella di una persona che conosco, abbastanza simile a Vinicio. Durante la prima stesura del romanzo i due avevano lo stesso nome, seppur con l’intento di cambiarlo alla fine (come poi ho fatto sostituendolo con Vinicio), in modo da tenere sempre a mente il mio modello. Ci tenevo a riportare quel personaggio sulla carta per via dell’ambiguità e dell’indolenza che lo contraddistinguono; ma anche per riuscire a mantenere le distanze dal protagonista. Detesto i romanzi con eroi belli e invincibili che sono alter ego dello scrittore: spazzatura! Nel caso di Vinicio è sempre qualcun altro a tirarlo fuori dai casini; non sarà mai invincibile.

In ultimo veniamo alla location Napoli, una città che descrive in maniera molto fosca e malavitosa che, savianamente parlando, sembra sempre più Gomorra...

Napoli è così. Chiunque la descriva con un minimo di sincerità e lucidità e sporattutto abbia voglia di guardarla in faccia, non può non cogliere il suo aspetto più affascinante e cupo.

È un po’ come nel vecchio West, non metto in dubbio che ci fossero famiglie felici e mandriani pacifici ma cos’è che ha reso affascinante il far west? Le sparatorie, i banditi, l’avventura e il pericolo a essa connesso. Per finire con una nota ironica direi che mi sento più vicino a Sergio Leone che a Howard Phillips Lovecraft.

TITOLO: Nekros

AUTORE: Ugo Ciaccio

EDITORE: Bietti

PAG: 240

PREZZO: € 18,00

Vito Tripi
Vito Tripi
Vito Tripi collabora con l’Agenzia Stampa Deigma Comunicazioni specializzata in uffici stampa culturali, religiosi, sociali e tecnico-scentifici, con le Riviste “Charta Minuta” e “Storia del ‘900” “L’idea il giornale di pensiero” Dal settembre 2007 è opinionista cinematografico per l’emittente TeleVita nel programma “Lungometraggio” Ha curato la Rubrica Cinema e Libri per il periodico on-line www.nannimagazine.it Cura la Rubrica d’arte “Gallerie Romane” per la radio Vaticana nel programma “Attualità della Chiesa di Roma” Cura la Rubrica Arte&Libri per il mensile “Il Giornale del Lazio” Curatore della manifestazione letteraria “Genius Loci” presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Verga

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