Nerone pur morto Arde ancora

Recensioni Vito Tripi

di Vito Tripi

Lucio Domizio Enobarbo Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico, meglio noto a tutti solamente come Nerone, fu il quinto ed ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia. Per secoli e secoli la storiografia, in particolar modo quella cattolica, l’ha sempre definito come un tiranno pazzo, alla stregua se non peggio di Caligola, spietato, peggiore anche di Silla, e dai costumi corrotti, superando il tanto bistrattato Catilina. Per molti è l’imperatore che mandava i cristiani in pasto ai leoni e che ha dato fuoco a Roma. Per la Chiesa è il regnante più odiato, paragonato all’Anticristo, che ha oscurato la terribile (e immeritata) fama sia di Giuliano II, detto l’Apostata, che di Diocleziano. Anche il cinema ci ha regalato immagini di Nerone, a metà tra la macchietta e lo spregevole, come l’indimenticabile interpretazione di Peter Ustinov in Quo Vadis? O quella del nostro Albertone nazionale in Mio figlio Nerone, dettate da una visione fin troppo manichea.

Ma fino a che punto la storiografia può essere superpartes e quando diventa partigiana? Quanto i cosiddetti “cattivi della storia”, possono essere a tuttoggi considerati tali? Comprendo che un’analisi distaccata di alcuni pagine buie e recenti della nostra storia, che ci coinvolgono personalmente ancora troppo, sia difficile, ma fatti e personaggi ormai lontani nei secoli devono essere ancora tabù?

Sulla figura di Nerone negli ultimi anni si è detto e ridetto molto ridimensionando la pubblicistica precedente, che lo demonizzava, regalandoci uno spaccato di un uomo quanto mai complesso e affascinante. Ora il giovane Andrea Biscaro, già autore di numerosi libri tra cui l’horror Illune, si cimenta in un thriller storico, edito dalla Castelvecchi, dal titolo Nerone – Il fuoco di Roma. L’autore, attraverso il suo stile semplice ma coinvolgente, trascina il lettore in una Roma imperiale dai risvolti quanto mai oscuri ed occulti non solo per quanto riguarda la vita politica. Ci mostra un giovanissimo Nerone che diviene imperatore, più per desiderio della sua contorta madre che proprio, in un clima quanto mai avvelenato. Un giovane che preferisce l’arte e la compagnia dei popolani cosa che gli attira gli odi della classe aristocratica. Ma anche un uomo stretto nelle spire di una madre possessiva e morbosa, ai limiti del perverso, in un mondo oscuro in cui forze occulte tramano nell’ombra. Biscaro ci insegna che mostri non (sempre) si nasce, ma lo si diventa, specie se l’ambiente che ci circonda è mostruoso. Un’analisi attenta e interessante a metà tra il saggio e la narrativa. Ma per sapere qualcosa in più abbiamo intervistato l’autore.

 

Qual è stato il quid che ha portato alla nascita di Nerone – Il fuoco di Roma? E come mai la scelta di un protagonista che la storiografia ufficiale ha sempre considerato tra i "cattivi della storia"?

 

Ho scelto di raccontare Nerone proprio perché è un “personaggio cattivo”. Adoro i cattivi. In letteratura i buoni sono noiosi, meglio non trattarli! I cattivi sono complessi e imprevedibili, sono colmi di sfaccettature, di chiavi di lettura, di passaggi emotivi.

Personalmente mi interessava raccontare il Nerone più nascosto, il Nerone figlio, il Nerone ragazzo prima ancora che il Nerone imperatore. Ho cercato di esplorare la sua fragilità, il suo talento, le sue paure.

Inoltre la figura di Nerone è avvolta di misteri e leggende. Niente di più affascinante per uno scrittore del soprannaturale e dell’occulto come me. La vicenda di Nerone mi ha permesso di inserire nella narrazione un aspetto esoterico che in qualche modo destabilizza le fondamenta della storia reale. L’elemento soprannaturale arricchisce, stravolge e reinterpreta la vita dell’imperatore.

 

La ricerca storica e delle fonti è stata complicata?

 

Mi sono documentato molto e soprattutto non mi sono accontentato. È stato necessario tradire la storiografia ufficiale per rivalutare un personaggio, quello di Nerone, che ha dovuto subire (da Tacito in poi) la peggiore damnatio memoriae della storia.

Com'è stato cimentarsi in un romanzo storico? Inoltre questo genere negli ultimi anni è stata riscoperta in tutte le sue sfaccettature (giallo, avventura, thriller) secondo te è un filone in crescita o anch'esso si esaurirà?

 

Credo che il genere storico offra uno straordinario campo d’azione e di visione. È il genere che, forse più di ogni altro, permette la contaminazione. Nel caso di Nerone - Il fuoco di Roma, il genere storico convive in armonia con il thriller e l’horror. Sono pochi in Italia gli scrittori che si avventurano nel romanzo storico, ma forse è più giusto dire che sono pochi in Italia gli scrittori di genere. Per questo motivo credo dunque che il filone storico sia ancora giovane e ricco, ancora tutto da esplorare e reinventare.

TITOLO: Nerone – Il fuoco di Roma

AUTORE: Andrea Biscaro

EDITORE: Castelvecchi

PREZZO: € 16,50

PAG: 309

ANNO: 2011

 

Vito Tripi
Vito Tripi
Vito Tripi collabora con l’Agenzia Stampa Deigma Comunicazioni specializzata in uffici stampa culturali, religiosi, sociali e tecnico-scentifici, con le Riviste “Charta Minuta” e “Storia del ‘900” “L’idea il giornale di pensiero” Dal settembre 2007 è opinionista cinematografico per l’emittente TeleVita nel programma “Lungometraggio” Ha curato la Rubrica Cinema e Libri per il periodico on-line www.nannimagazine.it Cura la Rubrica d’arte “Gallerie Romane” per la radio Vaticana nel programma “Attualità della Chiesa di Roma” Cura la Rubrica Arte&Libri per il mensile “Il Giornale del Lazio” Curatore della manifestazione letteraria “Genius Loci” presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Verga

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