Numeri di donne in rosa-nero

Recensioni Vito Tripi


di Vito Tripi

Sono parecchi anni che il gentil sesso effettua delle incursioni nella letteratura di genere, incursioni sempre più numerose, e vittoriose, a dimostrazione che anche le donne sanno scrivere (e pure bene) di genere. In particolar modo nel settore nero, ossia il thriller, l’horror e il noir, sono sempre più numerose le firme al femminile. Ma non si tratta solo di questo siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione femminista letteraria. Poiché ove non sono le donne a scrivere, troviamo loro come protagoniste. Difatti, per anni, è prevalsa un’analisi alquanto sessista sia del lettore che dello scrittore di horror e thriller: si trattava di maschi, molti adolescenti, con basso profilo culturale o con fallimenti letterati alle spalle di altro genere. Mai e poi mai si pensava a lettrice o autrice donne, anche se la sola Mary Shelly basterebbe a smentire il tutto. Ma non solo questo nei racconti le donne non facevano una bella figura: o carne da macello, o verginelle urlanti in attesa del salvatore, o esseri malvagi privi di spessore psicologico. L’entrata in gioco della Rice, nonché di numerose autrici nostrane, ha dimostrato che esiste anche un femminino, molto forte, anche in questo settore culturale.

Pertanto non stupisce che la Giunti abbia recentemente pubblicato due libri in rosa nero. Il primo è Le Tredici di Susie Moloney (pag 374 € 16,00) l’altro La 19ª Moglie di David Ebershoff (pag 720 € 18,00). Storie di donne o, come il caso di Ebershoff, che parlano di donne in varie sfumature che vanno dal rosa al nero passando per il giallo.

 

Credete nelle streghe? Beh se viveste nel ridente sobborgo di Haven Woods fareste bene ad iniziare a dubitare. Si tratta di uno dei classici quartieri residenziali della periferia bene americana. Villette a schiera, piscine, roseti, aria buona, vicini simpatici e premurosi il luogo ideale dove far crescere i propri figli. Solo che dietro le finestre di Haven Woods nulla è mai come sembra. Questa laccatura della realtà è retta da una cerchia di donne, tredici in tutto, ambiziose, viziate, risolute ma soprattutto streghe! Hanno avuto ciò che desideravano, la giovinezza, i soldi, la magrezza, la danza una bella famiglia ma ovviamente per ogni dono c’è sempre un prezzo da pagare ed è molto alto. Dopo il suicidio di una di loro la catena magica inizia ad incrinarsi, devono trovare una sostituta e in fretta perché devono essere sempre 13 questo è il patto. La Matriarca del gruppo Izzy Riley si metta subito alla ricerca della nuova adepta e la trova in Paula Wittmore, giovane ragazza madre, nonché figlia di una loro affiliata Audra. Per attirarla usa un maleficio per mettere fuori uso la madre di modo tale che lei sarà costretta a correre al capezzale della genitrice malata. Paula fu scacciata dalla madre quando seppe che era in città, le proibì tassativamente di tornare ad Haven Woods, ma ora le cose sono diverse, la perdita del lavoro, la sospensione della figlia Rowan dalla scuola, i conti da pagare e la malattia di Audra la spingono a tornare all’ovile. E nei viali alberati del suo quartiere, dietro i sorrisi delle sue vicine, la attenda un orrore inimmaginabile. Era dai tempi della trilogia di Whiter che non si leggeva una witch story così interessante e coinvolgente. Indubbiamente i serial televisivi Streghe e The Gate possono aver influenzato in parte l’autrice ma il prodotto che ne esce fuori è notevole. La Moloney vuole fare anche una critica alla società dei consumi e piccolo borghese americana, fatta di ipocrisie, arrivismi, dell’apparire bene all’occhio della gente. Ma è anche un’intensa analisi del rapporto madre figlia, negli esempi Audra/Paula e Paula/Rowan. Un libro notevole da non considerare unicamente un horror.

 

La 19ª Moglie può essere definito un docu-romanzo, poiché è un sapiente incontro tra saggistica-storica e romanzo giallo-intimista. Si può definirsi un meta-romanzo ossia un libro dentro il libro. E’ un intreccio di storie una ambientata nei giorni nostri e l’altra nella metà del 19° secolo. Storie che potrebbero sembrare distanti tra loro ma che alla fine si dimostrano legate a doppio fine. Una storia è quella di Jordan giovane omosessuale facente parte della Chiesa dei Primi Santi degli Ultimi Giorni, meglio noti come i Primi, gruppo scismatico dei Mormoni, e l’altra è di Ann Eliza Young 19ª moglie ribelle di Brigham Young Profeta della Chiesa Mormone. Jordan ci racconta in prima persona la sua indagine volta a scagionare la madre, anch’essa una 19ª moglie, accusata di aver ucciso il marito uno degli Anziani della Comunità di Mesadale. Ad incastrarla la testimonianza di una sua moglie-sorella e una conversazione nella chat del marito. Ma Jordan, nonostante sia stato espulso anni prima dalla Comunità, e non veda la madre da anni, non è convinto della sua colpevolezza e inizia un’indagine all’interno della sua vecchia setta. Ovviamente più scava in profondità nei segreti dei Primi più escono fuori storie torbide di violenze, incesti, prevaricazioni e intolleranza. Nella sua indagine viene affiancato da un altro “ragazzo perduto” il giovanissimo Johnny e da Tom receptionist con cui intesse una relazione sentimentale. Alla voce di Jordan si aggiunge quella di Ann Eliza, personaggio realmente esistito, che osò ribellarsi, e in parte vincere, contro la cultura maschilista dei Primi divenendo simbolo della lotta alla poligamia.

Ebershoff alterna i brani del libro della Young con la storia di Jordan aggiungendo pagine di Wikipedia o di chat religiose e di vecchi documenti di archivi rendono la storia molto più completa, accattivante e veritiera. La 19ª Moglie è un elogio alla difesa della donna, degli omosessuali ma anche dei più giovani che non sono in grado di difendersi. Il tutto evitando retoriche veterofemministe o troppo da gay pride, non offende la religiosità di nessuno permettendo l’approccio ad ogni tipo di lettore.

 

Vito Tripi
Vito Tripi
Vito Tripi collabora con l’Agenzia Stampa Deigma Comunicazioni specializzata in uffici stampa culturali, religiosi, sociali e tecnico-scentifici, con le Riviste “Charta Minuta” e “Storia del ‘900” “L’idea il giornale di pensiero” Dal settembre 2007 è opinionista cinematografico per l’emittente TeleVita nel programma “Lungometraggio” Ha curato la Rubrica Cinema e Libri per il periodico on-line www.nannimagazine.it Cura la Rubrica d’arte “Gallerie Romane” per la radio Vaticana nel programma “Attualità della Chiesa di Roma” Cura la Rubrica Arte&Libri per il mensile “Il Giornale del Lazio” Curatore della manifestazione letteraria “Genius Loci” presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Verga

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3 Commenti

  1. e anche scorrevoli, non fati impressionare dal volume di pagine del 19 moglie si beve


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