Fa troppo male. No, non è vero. Sto bene. Sto bene, guardami… sorrido non vedi?

Ho tante di quelle cose a cui pensare. Poi c’è quella novità, e un sacco di buone nuove

Fa troppo male, non ce la faccio, non ce la faccio a lasciarlo andare, questo pensiero, questo tormento, dicevo va bene, è ora di guardare avanti, comunque vada andrà bene. Sono pronta a ricominciare. Sì, ma sì, certo che sono pronta. Però fa troppo male. Pensare che davvero, davvero non ci sarà una prossima volta, che davvero era un’altra vita, che è finita.

Che non avrò un’altra occasione lì, non ci sarà ritorno, né ripensamento… basta, chiuso, andato, è passato.

Sto bene, è giusto che sia così, altrimenti non avrebbe senso. Non poteva andare diversamente, cioè sì poteva, sarebbe stato tutto normale. Ma no, non poteva. Sto bene, ce la faccio, mi tengo in piedi, non sto perdendo l’equilibrio. Faccio altro, impegno il tempo. Lei mi parla e non rispondo, non rispondo, non ce la faccio… lasciami stare, ma possibile non capisci che sto pensando ad altro, che mi sforzo. Scrivo, scrivo sì, lavoro a quel pezzo, non farmi domande, non parlarmi del tempo che non me ne frega un cazzo, ecco ora inizia con la storia della sua amica, quella pazza… non ti ascolto, non ce la faccio. Sto pensando ad altro. Sto pensando a come non pensare a questo, questo di cui non parlo.

Mi manca, mi manca l’aria, non riesco a respirare, mi basterebbe una parola, una sola, non tua… non tua, una sola parola, sua, devo uscirne. Esco. Sì, adesso esco, respiro aria che non arriva ai polmoni. Allora fumo, sì fumo un’altra sigaretta, lo stomaco lo butto ma fa niente, almeno non penso. Penso, sì che penso, sto pensando lo stesso, ma Dio lo vedi che non penso ad altro?

Sto bene… sì… certo… mi ripeto, un anno fa l’avrei presa peggio, molto peggio. Vedi ora? Ora sto alla grande, ho fatto passi da gigante. Sono forte. Sono forte. Io ce la faccio.

Basta, basta continuano a farmi domande, ancora domande, non capisco, cosa faccio? Ma che ne so domani cosa faccio? Lasciatemi in pace per una volta, sto lavorando… sto lavorando… sto lavorando… sto pensando a quanto resisto… che non resisto, che non sono forte, che non ce la faccio, che non è cambiato un cazzo, che adesso mi chiudo in bagno e finalmente…

piango.

Karen Lojelo

Karen Lojelo
Karen Lojelo
Karen Lojelo, nasce a Roma il 25 giugno del 1976. Ha pubblicato 'L’amore che non c'è' romanzo 2008), la raccolta di poesie 'Binario 8' e 'l'ebbrezza del disincanto' (romanzo 2012). Nel 2013 è andato in scena uno spettacolo teatrale scritto da lei: Riflessi con la regia di Virginia Pavoncello. Nel 2018 è uscito il romanzo 'Non ti scordar di te' edito da Viola editricee vincitore del premio speciale della giuria al concorso internazionale Montefiore, subito dopo 'Margherita' una raccolta sui generis di racconti e monologhi su questo personaggio immaginario e dedicata alla sensibilità femminile. A novembre 2018 viene pubblicata una nuova edizione indipendente rivisitata e corretta di 'Binario 8', poesie strettamente collegate con i racconti di 'Margherita'. A breve è prevista anche l'uscita di un'antologia di racconti da lei curata con la partecipazione di altri scrittori tra cui nuovi autori e nomi noti. Gestisce un sito multi autore che promuove la scrittura e l’arte in tutte le sue forme //www.wordshelter.it/ Il suo sito personale //www.karenlojelo.it/

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8 Commenti

  1. ... e comunque, credo sia piacevole, sentire anche altre ...possibilita'!Magari proprio per un respiro piu' ampio che hai reso compiutamente.

  2. Io quando mi chiudo in bagno... finalmente faccio altro !!! :)) Un abbraccio lollesco.

  3. Bella prova di forza. Coraggio che ce la fai.

  4. benedette siano le passioni tutte e benedetta di piu' sia la passione che brucia e sterilizza le ferite.


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