Se ne stava seduta là, scrutando il mare in cerca di risposte. Immaginò di sentirsi esattamente come quello scoglio piantato nell'acqua e lo paragonò alla sua vita. L'acqua invece poteva rappresentare gli eventi.
Pensò: mi sommerge e mi scopre, cozza violentemente rompendo e modellando la mia struttura, la mia vera essenza, lambisce parti di me che nessuno conosce, accarezza i desideri più reconditi e mette in risalto le mie paure e le mie debolezze.
Si alzò di scatto, nelle mani ancora due pietre raccolte poco prima, durante la passeggiata. Le guardò meglio e soddisfatta le ripose nella borsa.
Quante pietre aveva raccolto nella sua vita? Centinaia. Da tutti i posti in cui era stata. Da sempre ne era visceralmente attratta. Le amava. Non sapeva resistere. Il loro colore, la consistenza, la forma. Ogni minimo particolare colpiva la sua attenzione.
Alcune brillano più delle altre e si fanno scegliere, mettendosi in evidenza, pensava lei. Le pietre sono sagge, le pietre sanno ed hanno visto tutto. Hanno assorbito ogni tipo di energia e ogni cambiamento della nostra storia. E questa saggezza che le contraddistingue dovrebbe insegnarci ad essere meno presuntuosi.
Poco prima di scendere alla spiaggia era entrata nella piccola chiesa del sito archeologico. Quanto tempo era che non pregava? In chiesa poi. Era solita pregare il suo Dio in qualsiasi luogo volesse; lo faceva nell'intimo di se stessa, connettendosi con Madre Natura, con il cosmo, il mare, la luna e le stelle, dappertutto, ma non in chiesa. Perché sostanzialmente non sopportava quello che la chiesa da sempre aveva voluto imporre. La parola di Dio trasfigurata, sporcata e usata a proprio piacimento. Eppure quel giorno si era sentita coinvolta da quel luogo magico, da quell'aria di pace, come di tempo fermato. E allora, trovandosi nel silenzio più assoluto, quel tipo di silenzio che fa fischiare le orecchie, aveva rivolto una preghiera, altrettanto silenziosa all'infinito e forse anche a se stessa, cercando come sempre le risposte che finora non aveva ancora saputo trovare. Una preghiera a tutto tondo, aspettative, delusioni, sogni ed ossessioni.
Ossessione. Questa parola ultimamente faceva rima con Nicola. Lo aveva conosciuto solo quando aveva abbassato tutte le barriere che si era costruita in anni ed anni di solitudine, lasciandosi andare, finalmente alla vita. Del resto aveva aspettato così tanto.
Quando meno te lo aspetti, si dice. Saggezza popolare, voci di strada che non sbagliano mai. Aveva aspettato molto, era vero, ma probabilmente lo aveva fatto nel modo sbagliato. Era stata impaziente, aveva bramato, sognato senza ben sapere a cosa anelare. Ora invece c'era lui al centro dei suoi pensieri e questo la faceva stare male.
Non voglio che il suo umore diventi anche il mio. Ora vivo nell'incertezza. Quantomeno prima avevo la certezza dello stare sola. Ora vivo in perenne attesa di un suo cenno.
Già, perché a volte i dubbi ti lacerano l'anima, diventano sgraditi ed inconsapevoli compagni di viaggio togliendoti il respiro. Diventano pietre che ti fanno affogare nel mare della tua vita! Allora, quando l'incertezza si prende anche il tuo ultimo pensiero di fiducia, cosa pensi di fare? O cosa non pensi? Restano solo i ricordi? O si fanno dei progetti e si va avanti? Ci si resetta o si assorbe ciò che ci ha coinvolto?
Allora, lì, in quel posto di pace, aveva pianto le lacrime che da chissà quanto tempo le inumidivano l'anima. Era, finalmente, riuscita a tirarle fuori tutte, ogni singola goccia. Dopo quello sfogo, sentì una dolce sensazione di leggerezza tra il petto e lo spirito e gli occhi gonfi ed irritati non erano che un'equa contropartita.
Ora aveva deciso. In cuor suo sapeva che era la scelta migliore.
Si sistemò la giacca, raccolse la borsa e cominciò a percorrere la strada nel senso opposto.
già sai quanto mi piace questo pezzo...
ci sono frasi che mi hanno fatto venire la pelle d'oca...
e altre che sono state come carezze per l'anima...
Grazie amica mia! Ti abbraccio forte, forte...