Prima di incontrarti

Racconti Stefano Crifò

Come tutte le mattine, Riccardo si alzò dal divano, dove come tutte le sere si era assopito ascoltando la tv, e si preparò ad uscire. Tutte le mattine effettuava le stesse semplici operazioni: “spegni la sveglia, lavati, vestiti, prendi le vitamine con un bel bicchiere d’acqua ed esci”.

Una volta in strada non doveva far altro che raggiungere la fermata del bus che l’avrebbe portato al lavoro, ma quella mattina qualcosa gli apparve diverso, strano, imprevisto: curiosi oggetti nel suo bagno e una bustina contenente quelli che sembravano essere degli assorbenti. Non riuscì a focalizzare, era ancora troppo presto. Andò nella sua camera da letto in cerca dei suoi abiti e fu li che la vide sdraiata nel suo letto. La donna dai fluenti capelli biondi gli sorrise, gli diede il buongiorno e alzatasi si accinse a preparargli un caffè. Chi era quella donna? Come poteva trovarsi li? Non riuscì a dire nulla e si diresse nella sua stanza degli hobbies; aveva bisogno di riflettere, ma lo shock fu doppio: due bambini dormivano su due lettini in quella che pareva non essere la sua stanza degli hobbies, non più almeno. Cosa stava accadendo? La testa cominciò a girargli, cercò una sedia e si sedette.

I bambini dormivano e la donna nel frattempo si avvicinò avvolta nella sua camicia da notte con le due tazzine in mano, e porgendone una a lui, commentò:

“Due cucchiaini, come piace a te”.

I suoi occhi rimasero fissi su quelli di lei: occhi grandi, di un bel colore verde nocciola, innamorati… Ma chi diavolo era?

Prese la tazzina ma non riuscì a bere nulla, così la posò sul mobile:

“Scusami un attimo” le disse, e si apprestò al bagno e con una mandata di chiave vi si chiuse al riparo da tutto. Restò appoggiato alla porta, respirando con la bocca, quasi in carenza d’ossigeno come dopo una corsa a perdifiato.

“Tutto bene, amore?” chiese lei, “Tutto a posto… Tranquilla” mentì lui.

Nel bagno, seduto sulla tazza rifletteva, ma non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo. Forse uno scherzo di Paolo? Si, forse poteva essere; lui era proprio il tipo da fare simili “carognate”. Ma perché non ricordava nulla? E poi erano mesi che non lo vedeva, e allora? No, non poteva essere Paolo.

Ancora pensò: "Ma cosa diavolo stava accadendo?"

Tirò lo sciacquone ed abbandonò velocemente il bagno. Prese al volo la giacca e fece per uscire di casa, ma lei lo afferrò per un braccio e con tono stupito gli domandò:

“Te ne vai così? Neanche un bacetto?”. In quel momento non ebbe paura; in lei c’era un tono di complicità, e lui si senti parte di quel gioco, ma durò poco; una sensazione “d’assurdo” pervase la sua mente e sentì il suo stomaco come aggrovigliato.

Afferrata la maniglia, aprì al volo la porta e in un secondo fu per le scale.

Così fuggisti?”. La domanda lo scosse, come risvegliandosi da un sonno profondo: “" rispose loro "in quel momento vinse la paura, ma allo stesso tempo, lei mi era entrata dentro e non riuscii più a smettere di pensarla”. Sorrise. "Buonanotte cuccioli".

I due bambini si rimboccarono le coperte e si prepararono a dormire; domani c’era scuola e dovevano riposare.

Riccardo li baciò con dolcezza e raggiunse Sofia in camera da letto.

“Si sono messi a dormire?” “Sì, amore” le rispose porgendole un bacio.

Si infilò nel letto. Entrambi si sdraiarono sul fianco, gli sguardi rivolti uno verso l’altra.

Lui le scostò i lunghi capelli biondi dal volto e guardando i suoi occhi azzurri pensò:

“Beh, fu prima di incontrarti ed il colore verde nocciola era il mio... In fondo i sogni non si governano, giusto?".

Lui sorrise.

Stefano Crifò

 

 

Stefano Crifò
Stefano Crifò
Secondo il Calendario Gregoriano, nacqui il primo giorno del IX mese dell'anno MCMLXIV. Mi piace scrivere dall'età adolescenziale, ma solo da poco ho imparato a condividere questo sentimento. "La poesia è indispensabile... ma vorrei sapere perché." (Jean Cocteau)

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8 Commenti

  1. un sogno diventato realtà...

  2. Grazie
    @Michela: a parte il colore degli occhi... ;-))

  3. Il racconto è bellissimo per l'atmosfera onirica che crea già alla lettura delle prime frasi, la conclusione poi insegna che la vita a volte può essere più bella dei sogni. GIUSTINA

  4. bello Stefano. Da come inizia a come si evolve... una favola moderna da raccontare ai bambini per insegnare loro che i sogni si avverano... colore degli occhi a parte...


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