Quando l'ansia cosmica,
sollecita la luna
che,avvolta in fazzoletti di nubi,
ruzzola allegramente per il cielo,
i sogni danzano fra i tuoi capelli,
e la tua pupilla
scaglia ghirlande di fosforo
contro i bersagli fluttuanti della vita.
Quanti sospiri allora scaldando il silenzio della mia anima,
che si nutre di tristezza autunnale,
mentre la mia sera si oscura di palpiti.
Mi perdo nel tuo cuore
come l'allodola in albe remote e senza contorno;
e non sento il peso
della terra nel mio zaino.
Vorrei prestarti la mia cetra
e cantare con te all'ombra delle mie lacrime
la muta agonia degli alberi recisi,
il desiderio folle del ruscelletto per la sua vallata,
il fluir della pioggia
sugli steli esili,e la canzone della luce,ferita dal gelo.
Vorrei,quanto vorrei,
prestarti le mie vele e il mio timone
e la sudata protesta dei miei occhi
e rannicchiarmi poi
come un cavalluccio marino
nella tenera intimità della vecchiezza.
Non posso,la natura me lo vieta:
ognuno nella vita deve fabbricarsi da s
l'aratro,le vele,le cetra:
da sé deve ricercare le aurore,
da sé deve affogare nei tramonti,nei gemiti dell'anima
deve comporre da se le sue canzoni.
Custodisci la tua vita,
inventala,scoprila,un po' per giorno.
Vivi l'oggi,ricorda i ieri,guarda al domani:
sii colomba che fugge dai pantani.
Fa come il contadino :
semina, lavora e aspetta l'estate.
l'estate è madre generosa,gioiosa,sicura,forte,calda:
In estate sì si canta, si falcia: senza fretta.
C'è sempre una chiesetta di campagna che ti in vita a pregare,
qualsiasi fede tu professi,
sempre un ruscello e un albero e un po' di cielo per sognare ed amare.
C'è sempre un senso nelle cose:
un senso nelle spine,
un senso nel profumo delle rose
Non dovess'io più vivere,
e rivedere il cielo,
guarda le stelle tremule,
fissane una, invocala.
Ti giungerà all'orecchio ,
come lamento d'una cornamusa scandito dal vento
Senza valli.
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