Un giorno al dunque andai e mai più mi ritrovai,
le mie lacrime ho asciugato e il fazzoletto è ancor bagnato.
Mi fasci luce chiara, mi sembra meno amara,
la vita intrappolata e la mandibola bloccata.
Me ne infischio della gente ed in realtà non odo niente,
ne critiche o sospetti ne lodi o gran rispetti,
ancora non invecchio guardandomi allo specchio,
in dono la natura in questo dì non si avventura.
Si liberi il soprano, gli trema ancor la mano,
si lascia al preconcetto e lo arrotonda per difetto,
non ci son santi e padroni li hanno chiusi nei loggioni,
tingendoli di rosso del nervoso che non posso
con un gesto far passare e si schianta in mezzo al mare.
State calmi, state calmi, non potete rivoltarvi!
Non ci sono per nessuno disse il passero al cuculo,
ecco l’ombra di un passante con lo sguardo un po’ vacante,
gira intorno alla fontana cerca invano una puttana,
che nel giorno di riposo si concede al nuovo sposo,
sopra un letto di cartone e il ricordo di un piccione,
che è volato stamattina e s’è voltato alla rovina,
di un ordine vicino, (zitto)
ti presento l’assassino.
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