Cifre.
D'un orologio
al polso nudo
senza cinturino.
Numeri che
non tracciano
rotta.
Parole come
lagune spente.
Trincee
d’occhi perduti.
A rincorrere
le sensazioni d’allora
non facciamo
più in tempo.
Mi maceri dentro.
Il mio sangue
fluisce
di turbinii maldestri.
I tuoi gesti
resi vili dal
Sogno instupidito.
Intatta
l’aurora conserviamo
in questo mare
di presentimenti
forse…
Giocatori vinti
dal pellegrinare.
Scogliere
mute e stanche.
E si ripetono istinti
e maree nere
E si susseguono
onde in superficie
di prigioni ferme.
Ci siamo incatenati
ad un’aspettativa aguzza
di loquace adorazione
del nulla.
Ingorda,
respiro incastri
di nebbia
e conto sale.
Dov’è il tuo braccio?
I tuoi silenzi sono
conchiglie frammentate
che mi spaccano
le labbra.
A picco,
non galleggio più.
Sto diventando aria.
Elena Condemi
bella Elena, davvero bella
Grazie:))
Grazie:D
Adoro questa "marea nera" di parole,che non inquina ed arriva fino al midollo,luce artificiale di sguardi rubati nel buio
Grazie Ale:))
Grazie Alessio:))