Che l’inverno sia svelto come queste virgole nel cielo
come questo allucinante lampeggiante all’incrocio.
Se sarò lì ad aspettare il tuo segnale
avrò una punta piantata nel cuore.
Lassù c’è un rosso fiamma
e qui una zolla alcolica:
a braccio vanno meteo e alcol
e non lo trovi bello?
Davvero non ti piace?
Che oggi io sia un tempo lento
che la mia mano malsana non ti sfiori
e guarda che bocca di ciliegia
ho dentro il lampeggìo del lampo,
che liscia e calda scaldi solo pioggia.
Tra i rumori ci sono le mie risate
a difesa della mia contrita postura
che barcolla nel buio e che ti cerca.
In questo oblìo di anni e danni
Che ci fai dentro al mio labirinto?
davvero puoi lasciarmi nelle tenebre?
Io morso che spannocchia,
tu pioggia che picchietta,
io succo d’agave goloso
tu riflesso luminoso.
Che quella nube grigia non esploda
che io non mi avvicini troppo a te
che in te non mi ripari proprio adesso
perché guarda che brillìo ho negli occhi
e che canto agitato c’è nel cielo
che il tuo sorriso albino resti distinto
dal mio, ché ho sgocciolato il bicchiere.
Ringrazio il mio mondo che mente,
che mi fa docce di rugiada,
mentre attraverso la strada
e torno a casa.
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