dark flyer

Come un ladro smemorato, scappo
Scappo da questo silenzio solo per rientrarvi da quello accanto.

Se solo tu potessi…
Da uscio socchiuso e come fossi di luce lama.
E scorre semplicemente intorno e scelgo di sostare qui ancora, in attesa.
Nervosa attesa che stringe gola…
Inutile serrare, inutile nascondere, che comunque graffia.

Ma si, forse basta solo un altro istante ancora.
Solo uno! …solo quel giusto! …istante!
Già… E’ sufficiente che tu voglia… e non… (non puoi non volere no?!)
Mi vaporizzo nell’aria, appena sospeso tra stanche ombre,
schivando attento distrattamente appese prigioni di seta.

No. No…
Non è semplicemente possibile!
Ci deve essere un motivo, sì, c’è sempre un motivo.
Basta che sia il momento giusto e allora tutto diverrà normale.
Tutto!
E tutto si farà chiaro.

Si, perché questo intornot…non è normale!
Non è questa la normalità.
Non è normale l’attesa, non è normale il silenzio.
Né questa gola soffocata,
né essere lama di luce che si vaporizza sospesa…
…Senti freddo anche tu no??
Ecco! Vedi? …Questo è normalità! Sì! Questo!
…perché freddo è uno, sebbene infiniti siano, e mai uguali, i modi di sentirlo…
E mai uguali…
Solo condividere rende uguali, perché unisce due corpi in unica sensazione…

Ecco… basta attendere un altro po’ ancora.
Non serve altro.
E agilmente striscio su soffitto buio, per gioco seguendo le più antiche crepe.
Ed essere né poco né troppo…
Poco alla volta la giusta ricetta sarà nelle mie mani…
Né poco né troppo …e poco a poco.
Oppure… invece… Posso cambiarmi! …Sì! Ecco!
Mi trasformo! Ora ho capito! Posso farlo sai?
Sì! …posso anche questo:
essere foglia tra le tante e sparire nell’ombra…
o arcobaleno pulsante che abbagli la stessa luce!
Sì… posso! …Non ci credi? Non perché io sia speciale certo…
Tutti in realtà possono! Basta volere no? E io voglio… perché…
Non c’è motivazione che più meriti.
Basterà questo. Sì! Ecco! Finalmente! Ora! …Ci sono!
Penzolante distendo, dondolante distendo, collo in spire accese e occhi spengo.
Ok… però posso anche questo sai? Sì! Guarda! No?

Ma… Ma non capisci?? Forse no...
è questo il problema. Già.
Non capisci che infondo voglio così poco?
Sì. Credo solo che tu mi abbia frainteso.
Ecco, ti spavento… come al solito…
Lo so, non mi so tenere.
Invado, assalgo, pretendo, straripando, sommergendo…
Io…
Io…
Io…
Hai ragione.
E pelle già antica squarcio e già nuovi occhi e nuove infinite labbra

Eppure basterebbe così poco…
Lo so, ne sono convinto. Così è.
Non può essere altrimenti.
Basterebbe che per te, una volta sola, solo una…
per te... …potessi suonare.
Suonare il piano...
Sì… solo questo.
E toccheresti allora la mia anima.
E la sentiresti nascere da questo buio e respirare tra le dita e morire sul tuo viso.
Liquidamente scivolando morbide ali libero e vita pulso.

Ecco. Voglio solo questo.
Solo questo voglio.
Che tu tocchi la mia anima.
Una volta sola.
Non chiedo altro.
Non voglio altro.
Basterebbe così poco…
Così poco…
Un nonnulla rubato a questo perso scorrere fermo.

Mai si è amati per ciò che si appare,
mai per ciò che di noi si vede,
mai per il nostro aspetto,
mai per le nostre parole
mai per i nostri gesti
mai per le nostre capacità
mai per il nostro fervore
mai per le nostre doti acrobatiche di equilibristi sulla corsa del tempo.
Tutte queste cose hanno vita, come morte
Tutto questo finisce, per quanto fulgente,
semplicemente perché illusione,
perché è veste…
in realtà si è amati solo per ciò che si è…
per ciò che si è,
indipendentemente da tutto.
E soprattutto mai si è amati per ciò che di noi amiamo
Perché non ci sarà mai persona al mondo che ci vedrà con gli stessi occhi.
…e su questo non abbiamo alcun controllo.
Inutile spiegare, inutile distorcersi e cambiarsi per…
Va solo semplicemente accettato.
Le doti camaleontiche del nostro corpo non faranno mai nulla di più di quanto possiamo fare semplicemente lasciando che la nostra anima libera respiri.
Nessuna traduzione è necessaria.
Nessun codice segreto.
Nessun giusto momento.
Semplicemente accade.
Semplicemente.
Basta respirare.
E accade...
...oppure no.
Respiro.
Ora.
E di vento respiro ora.

RickMor Pan
RickMor Pan
Oggi sono un ricercatore. Quando sarò stanco di cercare scriverò ciò che ho trovato. Nel frattempo ogni tanto scrivo... Sono tante cose e forse nessuna per davvero. Ma fare ciò che si ama sempre è più che abbastanza no?

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8 Commenti

  1. accade...oppure no, ed esco da un silenzio per rientrare da quello accanto... come conosco queste sensazioni
    bella Riccardo questa cosa che hai scritto... mi piace molto

  2. Grazie Karen 🙂
    a volte condividersi, anche se non sempre con parole solari, trasmette lo stesso fiducia, perchè ci si sente meno soli.
    l'avevo già pubblicato sul mio blog myspace se ricordi, un fiume di parole uscite fuori di getto. Ora l'ho ritirato fuori, ritoccandolo un pò, perchè sono tornato a quella sensazione e quindi sentivo fosse il caso riproporlo, aggungendo in più la musica, un'improvvisazione che ho registrato un'annetto fa e che ha il medesimo significato (si sente?), e anche un percorso di visione...
    per una sensazione, pur unica, multimediale 🙂

  3. Ciao Riccardo..
    non entro nel merito di chi o cosa ti abbia ispirato a scrivere queste righe..
    La scrittura per molte persone è l'alfabeto della propria anima.. il linguaggio delle proprie emozioni..
    Sono ricordi.. desideri.. illusioni.. che si accavallano come onde sulla battigia..
    Flashback evanescenti di attimi respirati..
    di note suonate..
    di nebbia..
    di noia..

    • si flash... illuminazioni improvvise...io ad esempio sono un po' come Jane Austen (paragone sacrilego) non riesco a scrivere di cose di cui non ho avuto una qualche esperienza diretta... però come mi piacerebbe riusscire a scatenare la fantasia...come Mary Shelley

      • ...credo che infondo sia solo una questione di pratica.
        Il riuscire a comunicare ciò che c'è o il riuscire a far immaginare ciò che non c'è alla fine hanno un risultato simile. Portano chi legge ad ampliare la sua possibilità di esperienza. E riuscire a comunicare è un gran dono, in entrambi i modi. Poi si può essere più o meno portati all'una o all'altra cosa. Anche l'approccio si può cambiare. Io sono nato molto razionale eppure da piccolo, appena imparato a scrivere, adoravo inventare racconti, scrivevo pagine e pagine... mentre se disegnavo invece dovevo essere il più possibile fedele alla realtà, farne una fotocopia. Strano... forse per questo non ho più disegnato? Forse la cosa per cui uno è più portato è la cosa che più lo libera?

        • Che bella sensibilità Riccardo... mi piacerebbe vedere uno dei tuoi disegni....- perchè non ne posti qualcuno come immagine dei tuoi racconti ?

          • grazie noria!
            che idea... un disegno di quando facevo le elementari... qualcosa dovrei ancora avere...
            può essere simpatico... e se non fossi solo io a farlo?
            Avete qualche cosa che ricordi le vostre primisseime forme d'espressione?

  4. grazie del commento jan. Di solito per me sia la scrittura che la musica sono strumenti di liberazione. Disegnano, descrivono dei momenti, o meglio delle emozioni ...E in ogni emozione credo riviva il sommarsi di tutto quanto abbiamo vissuto. ogni cosa ha lasciato un segno e, nel bene o nel male, ci ha comunque arricchito di contenuto. E' pochissimo che condivido queste cose, però credo che questo dia alla liberazione maggior significato. La condivisione la realizza e da alla nostra "ricchezza" un senso.


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