“Non ho più voglia di capirti, di giustificarti, di difenderti. Non ho più voglia.
Eppure continuo a farlo, ancora e ancora.Vorrei per una volta essere libera di dire quanto sto male io, quanto ho pianto io, quanto anche tu mi hai ferito, cambiato.

Libera di dirti che mi hai spezzato il cuore e poi te lo sei mangiato a colazione, che mi hai incatenato l’anima e poi sei rimasto a guardare senza capire.
Avrei bisogno di dirti quando può essere terribile passare le ore a ricordare senza darsi pace mentre si finge di stare bene e che tutto sia normale.

Ho sempre capito troppo, troppo… e mi mettevo in disparte. È vero, tu non me lo hai chiesto, ma mi hai sempre chiesto di capire. E capire te, significava far finta che io fossi niente, perché i miei sentimenti contavano niente, era poco importante, tanto non aveva senso, e avrei dovuto pensare ad altro… questo dicevi. E allora io fingevo di stare bene, e lo facevo anche male, solo per poterti rimanere a guardare. Solo per poter sapere ogni giorno se almeno stavi bene.

Ho passato notti e giorni a fissare i muri per cercare di far passare i minuti, torturandomi e obbligandomi ad ingoiare sale. In silenzio, in disparte, senza fare troppo rumore, per non disturbare. Correndo ad ogni richiamo, ringraziando per ogni respiro, per ogni parola, anche per una stupida domanda.

Vietati i sensi di colpa, certo, sono una cosa sbagliata, ma io sì, io potevo averne, dovevo averne, per ogni accenno di tristezza, per ogni barlume di speranza.
Dovevo vergognarmi di desiderare ancora qualcosa che non fosse quello, che secondo te, era meglio per me.

Adesso cosa dovrei dire? Certo avevi ragione, ora forse sono una persona migliore, ma non so più sognare. Sono grande, sono cresciuta, sono diversa, ma sento ancora lo stesso dolore. È qualcosa che spinge dentro e che non so fermare. Ha scavato un buco profondo che non riesco a riempire. Me ne accorgo ogni tanto, quando sfuma l’ennesima illusione. Che sono rimasta lì, in quella stanza a guardare… a guardare tutto quello che volevo che se ne voleva andare. Ad osservare con gli occhi spalancati e trattenendo le lacrime tutto quello che poteva rendermi felice che metteva un punto e mi chiedeva di ricominciare a camminare.

Lì, dove ero il centro, la costante, dove ero presente e mai assente. Sono rimasta quel centro per molto tempo, anche dopo, anche mentre con una mano mi tiravi a te e con l’altra mi scansavi. Adesso sei distante, per quanto possibile. Ti vedo camminare tra la gente, altra gente, senza me accanto, nemmeno nella mente. No, no che non piango più ogni giorno, solo ogni tanto, quando mi fermo e cerco di non farlo, sono in movimento costante.

Ma oggi mi sono seduta per riposare, e mi sono scoperta arrabbiata, per quanto arrabbiarmi mi riesca male.
Mille cose non vanno ma mi ricordano soltanto di quando avrebbe potuto cascare il mondo e io mi sarei spostata sorridendo.

Follia, la mia, che forse ho inventato tutto, passerà, dicevi, come d’incanto.
E io ancora lo aspetto, quel momento.”

Francesca ripiegò la lettera in quattro parti, la infilò in una busta con su scritto un nome, si guardò intorno, quel giorno l’aveva letta almeno mille volte, iniziò a dondolarla con le dita, chiuse gli occhi, un respiro profondo, uno strappo netto e la buttò nel secchio.

Karen Lojelo

httpv://www.youtube.com/watch?v=MrHBHT5tqiI

Vasco Rossi - ciao

Karen Lojelo
Karen Lojelo
Karen Lojelo, nasce a Roma il 25 giugno del 1976. Ha pubblicato 'L’amore che non c'è' romanzo 2008), la raccolta di poesie 'Binario 8' e 'l'ebbrezza del disincanto' (romanzo 2012). Nel 2013 è andato in scena uno spettacolo teatrale scritto da lei: Riflessi con la regia di Virginia Pavoncello. Nel 2018 è uscito il romanzo 'Non ti scordar di te' edito da Viola editricee vincitore del premio speciale della giuria al concorso internazionale Montefiore, subito dopo 'Margherita' una raccolta sui generis di racconti e monologhi su questo personaggio immaginario e dedicata alla sensibilità femminile. A novembre 2018 viene pubblicata una nuova edizione indipendente rivisitata e corretta di 'Binario 8', poesie strettamente collegate con i racconti di 'Margherita'. A breve è prevista anche l'uscita di un'antologia di racconti da lei curata con la partecipazione di altri scrittori tra cui nuovi autori e nomi noti. Gestisce un sito multi autore che promuove la scrittura e l’arte in tutte le sue forme //www.wordshelter.it/ Il suo sito personale //www.karenlojelo.it/

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13 Commenti

  1. Alla luce di quanto scritto da "Francesca" - e con la giusta pre-disposizione d'animo -
    si può osservare quanto siano comuni certe paranoie nonchè s-ragionamenti che
    l'amore romantico porta con sè... (X_#)
    Sentimento universale; universali sofferenze e patimenti, quando mancano
    reciprocità e dialogo.

    "(...) mi ricor­dano sol­tanto di quando avrebbe potuto cascare il mondo e io mi sarei
    spo­stata sorridendo."

    E' una questione di baricentro.

    Grande Karen 🙂

  2. Sì, sarà una questione di baricentro Fab, sicuramente... 😉
    un bacio grande! 🙂

  3. Un bacio a te 🙂

    ps: a proposito di baricentro, mi vengono in mente i gatti... >>(^.^)<<
    Chissà che le loro 7 vite (vite che in linea di principio possono esser
    paragonate alle storie -d'amore- in genere e caratterizzate quindi da
    una nascita, uno sviluppo e, ahimè, una fine) non siano
    in qualche modo ascrivibili alle loro doti di equilibristi ?!! (O o) ..
    Mah!
    Forse dovrei prendere esempio da loro.... e cercare di dormire di più! :)))

  4. :O
    Dici? Mi sa che devo cercare di dormire di più anche io allora! ahahh
    🙂

  5. ... ahahahah (^!^)

  6. Il cuore è buono...un po' tostino in effetti, ma bbuono con tanto sale e pepe nero! 😉 Scherzo Ka...molto bella questa tua lettera anche se il consiglio (tra l'altro non richiesto) che mi sentirei di dare a Francesca è quello di farsi fare un 'trapianto' e di vivere ancora in questo mondo, perché non è vero che quando ci mangiano il cuore siano sempre gli altri ad esser stati cattivi...siamo noi che in un certo senso glielo abbiamo permesso...

    • ma certo che sì... siamo sempre noi a decidere cosa volgiamo vivere, forse per questo Francesca poi la lettera la strappa... 😉

  7. ...avrei bisogno di un trapianto.... :)))

  8. Gettata e strappata come una schiava....

    Dio maledica la debolezza dei sentimenti e delle speranze....

    N.A.

  9. Quando non si è amati (dalla persona amata) ci sentiamo persi, disperati e "quella" persona trova sempre il motivo razionale: non sappiamo gestirci:
    "Fai quello che normalmente fai. Cura i tuoi interessi. " ed io mi disperavo perchè non capivo cosa volesse.
    Poi con il tempo ho capito che aveva ragione lei, ed io non più amato...


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