Ci sono giorni che mi sento così, che mi manca un po’ di silenzio, addirittura la malinconia, non ho voglia di rispondere al telefono, di fare conversazione né di rispondere alle domande, non ho risposte e non le voglio avere. Mi serve spazio per respirare, mi servo io che non so più dove sono andata a finire e mi sento il peso del mondo sulle spalle mischiato alle aspettative degli altri. Io non sono niente, sono trasparente o vorrei esserlo. Non possiedo pozioni magiche e sono la prima ad avere paura. Ho bisogno di pace. Di leggerezza. Di niente. Voglio solo starmi a guardare sperando di vedere finalmente qualcosa che non cambi forma ogni minuto...
Poi improvvisamente ci si rende conto, in un momento assolutamente comune, di essere esattamente nel posto e nel momento in cui si doveva essere. Basta una via piena di gente, ricordi che si mischiano col presente, il quartiere in cui sei cresciuta e in cui ti ritrovi a passare che sei già grande, il lungo Tevere, presente e passato.
Tutto è successo per un motivo, ogni cosa ha avuto il suo tempo e il suo perché ben definito. Improvvisamente capisci che era così che doveva andare, tutto. E anche quello che sta andando ora, andrà, sicuramente in qualche posto. E non c’è bisogno di sentire la mancanza di tutti quelli persi lungo la strada, parenti, amici e quanto altro. Ci sono stati, questo conta. Hanno lasciato segni e insegnamenti. Ne abbiamo seminati noi che ora forse raccogliamo qualcosa lasciando di nuovo cadere altro. C’è stato tutto e adesso c’è la consapevolezza che ci sarà ancora altro… ancora… che si sta costruendo, che farà male, e farà bene, e sarà un nuovo album di ricordi; lo sta già diventando, e la meraviglia, ancora una volta, in questo mondo guasto è che noi stiamo ancora vivendo, perfino adesso, perfino dopo aver pensato che avevamo già visto tutto, perfino dopo esserci detti che no, non volevamo altro. La vita vince sempre, finché ce n’è continua a tirarci con sé fino a che ci risveglia e ricominciamo a camminare da soli. Quello è il momento, il momento in cui si smette di essere osservatori distanti e si ricomincia a vedere tutto. Pure una strada a cui non avevi mai dato conto d’improvviso è una meraviglia. Eccomi, sto camminando e non me ne ero nemmeno resa ancora conto.
Ogni cosa ha avuto il suo tempo. La gioia, il dolore, il disincanto. Ogni persona, ogni sorriso, ogni sala d’aspetto. Ogni malattia, ogni convalescenza e ogni posto. Ogni risata, ogni momento di vergogna e ogni vittoria. Lo hanno avuto, questo è un altro tempo e grazie a Dio o chi per lui io ci sono dentro.
Ma soprattutto capire che non c’è altro posto, né altro momento al mondo in cui vorrei trovarmi adesso, questo è molto, forse tutto se non addirittura troppo.
Questo è il sorriso che poi scaccia via tutto il resto, almeno per un altro momento.
Perché quelli come noi, che pensano forse troppo, è di momenti soltanto che possono vivere perché lo sanno che di momenti è fatto tutto.
Karen Lojelo
httpv://www.youtube.com/watch?v=UW3IgDs-NnA
Violeta Parra - Gracias a la vida
Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi. (Cesare Pavese) Violetta Parra è un piccolo "agguato emotivo" (piccolo?): grazie.
Sandro jr
grazie... comunque adoro Pavese...
vivere è proprio essere "nel momento".