“Che ne sai...”
S’interruppe.
Fece un tiro di sigaretta.
“se mai…”  Non terminò la frase.
Abbassò la testa.

I capelli cadevano davanti al viso. Celando l’espressione divenuta cupa. In quegli occhi che quando era triste parevano ancor più grandi.
Lei lo osservava.
Un macigno sullo stomaco. E le palpebre che si gonfiavano… “no” disse

Lui fece scivolare lo sguardo verso quello di Valentina… “no” disse ancora una volta lei... Si alzò dalla poltrona e scomparve dietro la porta… Afferrò il cappotto nero di finta pelliccia ed uscì…

Fuori c’era un sole anemico. Appena tiepido. Alzava di poco la temperatura.
Prese dalla tasca il pacchetto di sigarette e ne accese una… Sapeva che non avrebbe dovuto fumare… Ma non le importava…
Si ritrovò con l’accendino di lui tra le dita.
Era ferma.
Con il mozzicone in bocca. Di fronte ad un auto. Si guardava nel riflesso del finestrino.

Aveva profonde occhiaie. Blu. I capelli corti a caschetto. Biondi… Volavano ovunque. Senza forma. Si vedeva la ricrescita nera.
“faccio schifo”…

E per un attimo non pensò più a Luca… ma solo a sé…
E si sentì vuota… Senza senso
...Che senso aveva la sua vita?

Strinse la sigaretta tra le labbra. Mentre si allacciava il cappotto… “cristo che freddo”
Prese a camminare. Sentiva i ciottoli sotto i piedi che le facevano male… Gli anfibi consumati sulla parte posteriore della suola.
“No” si ripetè. Lei lo sapeva… E non sarebbe mai accaduto. Lui era l’amore più grande della sua vita.
“Ho bisogno di sistemare questi fottuti capelli” disse ad alta voce
Il vento le ghiacciava la pelle del viso

E consumava un po’ di più la sigaretta.
Gli occhi erano diventati rossi. Ed una lacrima invisibile agli occhi dei passanti cadeva. Si spegneva sull’asfalto. Assieme al mozzicone.
Si sentiva così maledettamente di merda.
Debole.
E umorale.
Più del solito.

“cristo santo come cazzo fai a non capire che ti amo”
Le venne ancora da piangere
“Fottuti ormoni di merda… Che palle!”
“E questa cazzo di…” S’interruppe. Non terminò la frase. Non ne ebbe il coraggio…

E poi pensò al lavoro…alla musica... I suoi sogni... Era tutto un casino... Mille dubbi.
Ma sapeva quello che provava per lui. E quello che lui provava per lei. Non aveva mai amato nessuno così…con quell’intensità.
“Perché devi sempre rovinare tutto?” disse come se lui fosse lì. Davanti a lei. Invece, solo un manichino in vetrina.
“E…” Aveva paura… Per tutto
Cazzo!” esclamò
“Capelli di merda”
Per un istante desiderò non esser lì. Non essere affatto. Non esser grande… adulta. Ma… solo una bimba…

Voleva solo poter tornare a suonare il suo basso. E non pensare a nulla… se non ai pezzi. Ai concerti.
E un pensiero…  s’insinuò. Tra i tanti.
Nella sua mente.

“Forse… in fondo…” Sospirò… “Forse in fondo non era la cosa giusta da fare…” Non avevano ancora preso una decisione definitiva in merito… quindi…
“I capelli!” si disse mentre cominciò a piangere “come cavolo me li devo fare i capelli?” singhiozzando “Cazzo!” Ma non pensava affatto ai capelli…

“Sta bene signorina?” chiese un’anziana donna che le era accanto
“Sì grazie” rispose lei asciugandosi gli occhi… Le sorrise e si allontanò...
Nausea.
“Andrà tutto bene” cercando di convincersi. “Tutto bene” ... “respira”
Un po’ di sole… Le scaldava la pelle. Sembrava più caldo... Di quanto fosse in realtà. Si sentiva avvolgere da quel benessere passeggero.

Percorreva la salita di ciottoli...
Altri pensieri…
L’accompagnavano.

Non avrebbe mai dovuto lasciare il suo ragazzo... Una storia di quattro anni… Non la si getta via così…
Ora avrebbe voluto ritrovare quel suo sorriso tenero. Le sue braccia. La sua tana.. Con lui sarebbe stata al sicuro... E non le sarebbe successo nulla. Di male. Lui l’avrebbe protetta.

Devo sedermi…”
Aveva bisogno di qualcosa di caldo...
E di fermarsi… Girava tutto.
Entrò in un bar.. Quello dove andava assai spesso ultimamente.
“Mi fai un cappuccino per favore?” cercando di camuffare i suoi timori  con un po’ di dolcezza

“Subito” rispose il ragazzo al banco “accomodati pure”... era poco più grande di lei.
Fu avvolta da una coperta di malinconia. Che la faceva quasi sudare. Così… Senza ragione.
Si spogliò e si accomodò al tavolo. Rossa  in viso. Ad immaginare. E vide nei suoi occhi tutta la scena. Come se guardasse un film... Sarebbe tornata da lui.

L’avrebbe perdonata, ne era certa... Sì, lo avrebbe fatto. L’amava…
E avrebbe lasciato Luca.
Glielo avrebbe detto nel suo appartamento… Doveva prender tutte le sue cose… Lo spazzolino, i libri..i vestiti..

E sarebbe tornata da Marco... tra le sue braccia… In quella routine. Fatta di certezze. Di tranquillità. Di calma… E avrebbe dormito… Senza preoccupazioni.
Marco era come…un fuoco… basso e  lento…  che ti scalda…

Luca invece era una fiamma che divampa… E brucia…
…Ma c’era un altro piccolo problema… Sospirò. Ma anche quello si sarebbe potuto risolvere…
“Senza lacrime ti addormenterai” Le tornarono in mente le parole di Luca. Ebbe un mancamento…

“Tutto bene?” chiese il ragazzo che le stava servendo il cappuccino vedendola pallida più del consentito
Alzò il viso e finse un altro sorriso ...“grazie” Ed un’altra maschera sul suo viso.
Le sembrava di non farcela più.
Era stanca. Si sentì sprofondare. Dentro… E mancare l’aria…

Non aveva mai amato nessuno come Luca…
Lui riusciva a leggerla. Nel profondo.
E allora perché? Perché tornare da Marco? Stava bene con lui certo… Ma quello che provava non era così forte…
Col cucchiaino prese la crema del cappuccino… L’adorava…

E riacquistò un po’ di colore.
“E se l’amore fosse questo? Un fuoco lento e basso…?”
“Che ne sai… se mai…tu ed io...” non aveva terminato la frase… Non serviva…Parlavano anche con i silenzi… I loro silenzi eran parole.

E la mente ancora a Luca.
Forse aveva ragione…
“basta” si disse. Chiuse gli occhi. E fece la prima cosa che sentì di fare...“ti va di far colazione assieme?” scrisse sul cellulare…

***

Quella mattina Luca era rimasto sveglio tutta la notte a lavorare sui nuovi pezzi... Sui testi delle canzoni.
Dormiva poco in quel periodo..

A Valentina non dispiaceva svegliarsi e trovare il letto vuoto… Si alzava e andava in sala… Come tutte le notti.
E come tutte le notti lo trovava con la chitarra, lo spartito e la matita…  Gli dava un bacio, lo stringeva a sé e lo accarezzava… A volte gli spettinava i capelli.

E rimaneva lì per un po’. Avvolta  in una copertina. Sul divano. Ad osservarlo.

Guardare quelle mani…così grandi… amava le mani di Luca… ed amava osservarlo mentre lavorava…
Quando sentiva il sonno farsi più prepotente tornava a letto.

Stava bene all’idea di mantenerlo caldo per lui… Per quando sarebbe tornato.
A volte si addormentava sul divano… E un po’ di tristezza l’afferrava, perché Luca avrebbe trovato il letto freddo… Ma lui la consolava… Con i solletichini… E i baci… la prendeva in braccio… la portava a letto.

E facevano l’amore…
A volte.
Valentina adorava esser svegliata così… Ed adorava far l’amore la mattina… Soprattutto se pioveva.
“Sei riuscito a dormire ?” chiese
La stanza era in penombra…
E fuori c’era il sole.
Lui sospirò.
Brutti sogni?” domandò lei
Fece un cenno col capo… Il piede destro tremava come se stesse tenendo un tempo veloce… Lo faceva sempre quando era nervoso…
“Cosa c’è?” dolce
“Nulla” rispose cupo “ho solo bisogno di dormire un po’ di più… scusa” e abbozzò quello che nelle sue intenzioni doveva esser un sorriso

Era preoccupato. Per tutto quello che sarebbe accaduto… Delle loro vite. Di come sarebbero cambiate. Aveva paura… Di diventare padre.
Ma sapeva che l’amava… E che stavano facendo la cosa giusta…
Qualche settimana prima avevano anche parlato per la prima volta di sposarsi… Prima ancora che lei scoprisse  di esser in cinta. Lo ricordava bene…come se fosse ora.

Era una giornata invernale di sole, poco dopo l’ora di pranzo. La sera prima avevano suonato in un locale di Bergamo.
“Ho fatto un sogno strano” aveva detto Valentina
“Cosa hai sognato?”
“Che ci sposavamo... è strano, perché prima la sola idea mi terrorizzava... mi faceva scappare”

Impegni e scelte non erano mai stati il suo forte…
“Ma adesso l’idea di sposarti… mi fa batter forte il cuore… di gioia”

Luca sorrise… Non aveva mai provato nulla di simile…Era semplicemente felice.
Allora. Come adesso…
Sorrise.
A quel ricordo…
Ed il suo piede si placò.

Tornava a quelle parole… “ero vestita come una dea greca… e c’erano tutti i nostri amici… ed io ero felice…”
“Troppo poco sonno…” disse infine tornando al presente e a Valentina…
“Ti amo” disse lei
“Anche io” rispose “ti amo”
Si avvicinò e lo baciò
“E ti amerò sempre…”
“Che ne sai?” disse lui “se mai…”
“Lo so” lo interruppe accarezzandogli il braccio..

Luca scosse la testa… “non fare promesse che non puoi mantenere”
“Non esser sciocco” rispose lei
L’espressione del ragazzo era seria. “Sai come si fa…” disse Luca riferendosi a Marco

Una lacrima rigò la guancia di Valentina… Era vero
“Senza lacrime ti addormenterai…” disse mentre lei lasciava l’appartamento…
La porta del bar venne spalancata. Un freddo vento fece il suo ingresso...“Un doppio espresso per favore” disse Luca… Si voltò per cercare il suo viso… Non fece in tempo…
Valentina lo stava abbracciando. Abbandonandosi completamente a lui.
“Io voglio solo te” disse in un sussurro.
Luca le accarezzò i capelli. La strinse.
“Anche io voglio solo te”
“Promettimi che non mi lascerai mai” fece la ragazza
La baciò.
E lei baciò lui.
Mordendogli un po’ il labbro.
“Adoro le tue labbra”

Mirko Ravaschino
Sono nato a Milano il 15 novembre del ’76. All’età di un anno già parlavo. A due anni mi leggevano le fiabe di Esopo, a tre bevevo Martini rosso mentre mi leggevano le favole di Esopo…ero attratto da tutto ciò che era rosso… poi però ho smesso; con il Martini, con Esopo e con il rosso…ma parlo ancora. Mi son laureato in filosofia in Statale e ho insegnato in diversi licei oltre ad aver tenuto corsi e seminari in alcune università ( tra le quali Milano ed Oxford ). Mi dedico alla scrittura a tempo pieno e viaggio… come un nomade sto qualche mese in un posto e poi riparto…a seconda delle disponibilità (economiche!! che noia il denaro!! ); ho vissuto in Olanda, Inghilterra e Norvegia, ove ritornerò per fine anno. Amo i gatti, le situazioni ingarbugliate, le nuvole bianche e vaporose, la pioggia, camminare sotto la pioggia, l’odore del caffè appena sveglio, il caffè, i miei vizi, le mie debolezze e le candele. Mi piacciono i dettagli, l’incoerenza, l’intelligenza, l’ironia ed il silenzio. Non mi piacciono le maiuscole (vedi amore con l’”a” maiuscola), le etichette, le cannucce e chi non ha mai dubbi. Chi sorride sempre e troppo a lungo e chi non sorride mai. Forse in base a ciò che ad una persona piace/non piace oggi, si può quantomeno immaginare “una” sua vita; una delle tante possibili strade che lo hanno condotto “qui ed ora”. Senza l’ausilio di date ed eventi …ore 20.20 Carosello…

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2 Commenti

  1. Malinconicamente divino..

  2. mai promettere cose che non si possono mantenere... mai promettere un per sempre... ma vivere l'attimo, come mordere le labbra che ti fanno impazzire...
    p.s. adoro il cappuccino cremoso...


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