Ho pagato pegno io, per tutto questo. L’ho già fatto, strofinando l’anima contro carta vetrata senza sosta. Diteglielo al destino distratto se gli dovesse venire la voglia di togliermelo, tutto d’un tratto. Diteglielo, che lo ringrazio, ma non mi fido di lui ormai, non mi fido affatto. L’ho perdonato forse, questo sì, ma non ho dimenticato il pianto e quel dolore muto che mi dilaniava il petto…
I ricordi non passano mai… eccoli qui, li vedi perfino tu, ogni tanto mi attraversano gli occhi, sono qui dentro e arrivano come onde sulla risacca. Hanno imparato a fare poco rumore, in punta di piedi mi attraversano la strada e se sono sufficientemente distratta nemmeno me ne accorgo.
Tutti quei momenti in cui ho chiuso gli occhi pregando che finisse tutto e presto. Invece di tempo ne è passato tanto. Lo ricordo che ho trasformato tutto, anche quegli sprazzi di felicità, in un coltello piantato nel fianco. Ancora adesso mentre mi asciugo le lacrime sotto questo sole finalmente pieno… in certi giorni io ci penso. Ha smesso di piovere sì, ma sono rimaste certe macchie sul soffitto e il gelo a volte mi sembra ancora passare a fianco come un fantasma che non si stanca di tormentarmi. E mentre divento più forte mi sento come una statua di cenere che basterebbe un solo colpo di vento per farne polvere. Tutto quello che avrei voluto salvare è stato distrutto da qualche tempesta e io non ho potuto farci molto. Era giusto così, eppure da tutta quell’acqua sono nate soltanto erbacce che devo strappare ogni volta che voglio fare un altro passo. Ma adesso fa caldo, io imparerò a mantenere l’equilibrio perché questo sentiero adesso merita lo sforzo.
Tutto questo, io lo difenderò dal resto del mondo, a qualunque costo.
Karen Lojelo
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