Verrò da te domani. Uscirò all'inizio del pomeriggio, ma sembrerà già sera. A novembre è così. E pioveranno sul viso goccioline che sfumeranno i contorni grigi delle case. Camminerò piano per prepararmi all'incontro. Verrò a piedi, anche se dovrò attraversare la città. E avrò tempo per pensare, per afferrare un ricordo e farlo durare fino a quando ti avrò raggiunto.
Domani.
Domani potrà essere come quel giorno in Bretagna, quando il vento mi strappò il berretto e tu lo rincorresti sulla scogliera rubandolo al mare. O come il giorno della lite sull'autobus, con la gente che ci guardava; sempre per lo stesso motivo: la gelosia. Farò riaffiorare dettagli che il tempo ha preso con sé, così il passato avrà un sapore più ricco e potrò parlarti senza ripetere le stesse cose. Ti racconterò delle mie giornate, delle stupidaggini, e di tutto quello che non so tenere per me, come sempre, perché devi sapere.
Salirò i tre gradini di cui conosco ogni imperfezione, mi pettinerò i capelli con le dita, stringerò la sciarpa al collo e aprirò il cancello; camminerò sulla ghiaia che scappa via sotto le suole di gomma rigida e ti raggiungerò.
Il tuo sguardo mi toglierà il respiro e mi darà un colpo al cuore. Non riuscirò mai ad abituarmi al rimprovero di quegli occhi e all'ironia di quella bocca che continuerò a volere. E parlerò senza riprendere fiato, come chi teme di essere interrotto, come chi non vuole ascoltare. Accenderò una sigaretta e poi un'altra e poi un'altra ancora.
Domani.
Domani sarà tutto passato, persino il dolore della tua assenza, e festeggeremo insieme. Porterò il mio ritratto in una cornice dorata, la foto che avresti voluto strappare, e lo metterò accanto alla tua, così che tutti possano vederla e capire che ti appartengo.
Ti immaginerò a occhi chiusi, senza lo sguardo severo, senza le accuse e la mancanza di fiducia. Sarà l'addio, la mia liberazione, il colpo di grazia.
E il segreto della tua fine sarà solo nostro, chiuso per sempre nel cuore.
Sepolto nella tua tomba.
Per l'eternità.
Nessuno capisce fino in fondo i propri abili sotterfugi, messi in opera per evitare l'inquietante ombra della conoscenza di sé.
(J. Conrad)
Trasuda emozione, rabbia, dolore. Si abbarbica ai ricordi come un salice lasciando dentro un buco allo stomaco che diventa un vuoto profondo ad ogni riga.
E quel Domani, così brutale, futuribile, presente, immediato, come una apromessa facile per un legame eterno che non sembra potersi spezzare.
Domani.
Domani che diventa ieri, oggi e ancora domani, come le sigarette consumate in frettam in una boccata.
Bellissimo.
Davvero toccante. Parole liquide, piccole gocce che si mescolano nella corrente.
Eh si! domani ...... è un altro giorno! ..... ma poi ? ... sarà accaduto tutto ciò che, la ragazza, aveva minuziosamente programmato ? .... oppure alla vista di "LUI" ... si è sciolta in un abbraccio? .... la ragazza sembrerebbe determinata .... ma non si sa mai!!! .... bel racconto toccante ....
struggente...ma bellissimo...
aspettiamo sempre domani, e senza rendercene conto ecco che il domani diventa passato... sembra nella natura umana credere di avere tempo, tempo per tutto soprattutto per riconciliarsi, capire e amare...
Benvenuta Maria....
quel domani c'è perche c'è ancora lui, perche forse a volte amore e odio sono difficili da scindere...
complimenti per il racconto :))